Notizie Notizie Italia Btp in dollari tornano dopo 9 anni, pro e contro della nuova emissione

Btp in dollari tornano dopo 9 anni, pro e contro della nuova emissione

8 Ottobre 2019 10:40

A distanza di 9 anni dall’ultima emissione tornano i BTP in Dollari. Il Ministero dell’Economia e delle Finanze ha deciso di rifinanziare parte del debito pubblico ricorrendo al biglietto verde affidato a Barclays Bank, Hsbc Bank e Jp Morgan Securities il mandato per presentare il nuovo collocamento obbligazionario pubblico in valuta (Dollari USA). Annuncio del roadshow per portare un emissione in Dollari Usa su diverse scadenze che ha colto di sorpresa il mercato e va ad aumentare le emissioni nette del Tesoro. I Btp ieri hanno pagato in parte la notizia e non sono riusciti a cavalcare l’aumento dei rendimenti dei Bund per stringere lo spread.

Verso emissione a media-lunga scadenza

Stando alla nota del Mef, la nuova emissione avverrà in più tranches a varie scadenze e “potrà essere effettuata nel prossimo futuro in relazione alle condizioni di mercato”. Ma è del tutto evidente che si vuole fare in fretta – osservano gli analisti – visto che “ci si avvicina alla scadenza del programma annuale di rifinanziamento dei titoli di stato e le condizioni sui rendimenti in valuta USA sembrano propizie per spuntare favorevoli rendimenti anche sulla parte media e lunga della curva”.

 

L’emissione dovrebbe chiudersi entro per la giornata di oggi in quanto giovedì e venerdì sono in programma le aste di metà mese. L’emissione, secondo fonti riportate ieri da Radiocor, avrà un formato benchmark con una base di partenza compresa tra i 2 e 3 miliardi di dollari ma potrebbe lievitare in presenza di una forte domanda. Da definire la scadenza dell’emissione che dovrebbe essere compresa tra i 3 e i 10 anni.

Scopo della conference call di ieri è stato quello di spiegare agli investitori il motivo del ricorso all’indebitamento in dollari americani e quali misure saranno adottate per la protezione contro il rischio cambio, visto che il debito pubblico italiano è emesso quasi tutto in euro. È infatti prevista la stabilizzazione di prezzo secondo le regole Fsa e Icma. Il mercato di riferimento è composto da controparti qualificate, professionali e al dettaglio, mentre l’offerta di Btp in dollari verrà effettuata solo mediante prospetto conforme ai requisiti della Sezione 10 del Securities Act del 1933, come modificata.

I due vecchi Btp in dollari 

 

Attualmente sono presenti sul mercato due vecchi Btp in dollari, emessi a suo tempo come trentennali: uno da 2 miliardi con scadenza 2033 e cedola 5,375% (codice Isin US465410BG26) che rende il 3,77% a scadenza e uno da 3,5 miliardi con scadenza 2023 e cedola 6,875% (codice Isin US465410AH18) che rende il 2,24% a maturazione.

 

Investire in Btp in dollari, pro e contro

La domanda che ogni investitore si pone è se conviene o meno investire in titoli di stato italiani denominati in dollari. Ora, benché è impossibile fare previsioni per il futuro, è del tutto evidente che i Btp in dollari offriranno ai sottoscrittori un rendimento più elevato poiché i tassi di riferimento USA sono più alti rispetto a quelli europei. Resta, però, da non sottovalutare il rischio cambio. Posto che l’emittente, cioè lo Stato, goda di rating investment grade (Baa3/BBB/BBB) e quindi sia abbastanza sicuro, le fluttuazioni del cambio EUR/USD possono determinare perdite in conto capitale o sui tassi d’interesse (cedole). Come anche il contrario, qualora il cambio dovesse proseguire nel tempo verso un rafforzamento del dollaro contro euro, secondo la tendenza attualmente in atto. Anche per questo motivo il Mef punta ad attirare maggiori investitori offrendo Btp denominati in dollari.