Notizie Notizie Mondo British Petroleum, azionisti in rivolta dopo la riduzione degli impegni sul clima

British Petroleum, azionisti in rivolta dopo la riduzione degli impegni sul clima

27 Aprile 2023 16:19

Andamento contrastato per il titolo British Petroleum (BP) che al momento sulla borsa di Londra registra un calo dell’1,39%. In queste ore la società è alle prese con una rivolta dei suoi azionisti, scontenti della decisione di BP di rallentare il proprio passaggio alla transizione energetica, riducendo di fatto i suoi obiettivi di riduzione delle emissioni per la transizione ecologica.

Questa decisione ha scatenato l’indignazione di molti azionisti del gruppo petrolifero inglese e attivisti a partire da Greenpeace, il celebre gruppo ambientalista, che solo l’anno scorso definiva British Petroleum “la più ambiziosa delle major globali”, ma adesso ha criticato aspramente i piani della società, accusandola di piegarsi a investitori e governi.

Ricordiamo infatti che l’obiettivo originale di BP, concordato con i suoi azionisti nel 2022, prevedeva un taglio delle emissioni del 35-40% entro la fine di questo decennio. Tuttavia, a febbraio di quest’anno BP ha annunciato un cambio di rotta, dichiarando l’intenzione di aumentare i suoi utili da qui al 2030 investendo di più sia nelle energie rinnovabili che negli idrocarburi.
In tal senso, i vertici del colosso energetico hanno ridotto il proprio obiettivo di taglio delle emissioni al 20-30% prolungando così i progetti di combustibili fossili esistenti, in modo da soddisfare la domanda.

Azionisti in rivolta contro il presidente

Ecco che ora i principali azionisti del gruppo, inclusi i cinque più importanti fondi pensione del Regno Unito sarebbero pronti, in occasione dell’assemblea generale annuale di oggi, a votare contro il rinnovo del mandato per il presidente Helge Lund.

Nel dettaglio, il National Employment Savings Trust, il più grande fondo pensione del Regno Unito, l’Universities Superannuation Scheme, Border to Coast e il fondo pensione delle autorità locali britanniche hanno tutti indicato che sosterranno la protesta in risposta alla decisione dell’azienda di ridimensionare i suoi impegni sul clima senza il consenso degli azionisti.
Tra i fondi contro alla decisione di BP troviamo Nest, fondo che sostiene anche la risoluzione proposta da Follow This. “Se BP continua su questa strada, abbiamo serie preoccupazioni sul fatto che raggiungano il loro obiettivo di emissioni zero e il successo a lungo termine dell’azienda“, ha commentato oggi il fondo.

“Vogliamo vederli investire di più in soluzioni a basse emissioni di carbonio e rinnovabili invece che in nuovi siti di petrolio e gas”.

Anche Brunel, un altro fondo pensione inglese, ha dichiarato che voterà contro la rielezione del presidente Lund, sottolineando la sua preoccupazione per i “cambiamenti di strategia” di British Petroleum.

I fondi pensione che potrebbero votare contro la riconferma del presidente di BP Lund sono “un buon esempio del fatto che gli investitori intendono ritenere responsabili specifici amministratori per le strategie net-zero delle società quest’anno“, ha affermato Lindsey Stewart, direttrice della ricerca sull’amministrazione degli investimenti di Morningstar. “Nella gestione degli investimenti, infatti, votare contro un presidente della società è una delle escalation più forti che un azionista possa attuare. Quindi, c’è chiaramente una frustrazione molto profonda da parte dei fondi pensione che intendono votare contro la rielezione di Helge Lund come presidente”, conclude Stewart.

I piani dell’organizzazione “Follow This”

Inoltre, il gruppo olandese Follow This, un piccolo investitore attivista con partecipazioni in diverse grandi compagnie petrolifere, ha presentato una risoluzione all’assemblea degli azionisti di BP, per introdurre obiettivi più ambiziosi in termini di contrasto al climate change.

In particolare, il gruppo olandese invita il gigante dell’energia ad allineare i suoi obiettivi climatici con lo storico accordo sul clima di Parigi e ad impegnarsi a ridurre le emissioni assolute di carbonio entro il 2030. Questi tagli alle emissioni di carbonio, afferma Follow This, dovrebbero includere anche le emissioni generate dall’uso da parte dei clienti di BP del loro petrolio e gas, noto come emissioni Scope 3.

Follow This ritiene che “un obiettivo di emissioni zero entro il 2050 non sia sufficiente senza un obiettivo allineato sull’accordo di Parigi per il 2030”.

Follow This afferma di aspettarsi che l’assemblea generale annuale di BP sia “turbolenta”, avvertendo gli investitori che saranno “giustamente preoccupati” per il fatto che BP revochi la sua strategia climatica nel mezzo di una crisi climatica, infatti, i combustibili fossili come il petrolio, il gas e il carbone, sono il principale motore della crisi climatica.

 

“Confidiamo che gli investitori che speravano che il voto non fosse necessario nel 2022, ora si rendano conto che il voto è fondamentale per costringere BP ad allinearsi con Parigi”, ha dichiarato Mark van Baal, fondatore di Follow This, prima dell’assemblea generale annuale di BP.

La risposta di British Petroleum

“Riconosciamo che alcuni azionisti e altre parti interessate possano avere prospettive diverse sulle decisioni che prendiamo”, ha affermato il consiglio di amministrazione di BP in risposta alle critiche ricevute e alla proposta di Follow This.

“BP ha già delineato una strategia, ambizioni e obiettivi net zero, che il consiglio di amministrazione considera collettivamente coerenti con gli obiettivi di Parigi”.

Ricordiamo che British Petroleum è stato uno dei primi giganti dell’energia ad annunciare l’ambizione di ridurre le emissioni a zero “entro il 2050 o prima”, ma adesso ha esortato gli azionisti ad opporsi alla risoluzione avanzata da Follow This, affermando che quest’ultima invade la responsabilità del consiglio di amministrazione per la strategia dell’impresa. Ma non solo, il colosso inglese ha anche descritto la risoluzione presentata da Follow This come “poco chiara”, “semplicistica” e “dirompente”.

Nel frattempo, L’ONG Fossil Free London ha promesso di interrompere l’assemblea per protestare contro la strategia di transizione energetica; mentre Friends of the Earth vuole che BP e i suoi rivali giganti dell’energia vengano tassati di più sui loro utili inaspettati derivanti dall’aumento dei prezzi dell’energia causato dalla guerra in Ucraina, in modo da aiutare a ridurre le bollette.

Intanto, il prezzo del Brent si muove poco sotto il livello di 78 dollari al barile.