Notizie Europa Brexit: Ue alza la voce, dà a Johnson una settimana di tempo. Su estensione Art. 50 pronta a bypassare il premier

Brexit: Ue alza la voce, dà a Johnson una settimana di tempo. Su estensione Art. 50 pronta a bypassare il premier

4 Ottobre 2019 11:35

Offerta finale sulla Brexit bocciata, ora il premier britannico Boris Johnson ha una settimana di tempo per presentare un piano che possa essere accolto con favore dall’Unione europea: in sua assenza, e stavolta sembra essere Bruxelles ad alzare la voce e a imporre un aut aut, al Regno Unito rimarranno due opzioni: o uscire dall’orbita europea senza un accordo, nel qual caso si concretizzerebbe il No-deal Brexit, oppure, come scrive Bloomberg, far fronte a “una nuova umiliante estensione” dell’Articolo 50, dunque, posticipare ancora il divorzio.

Tra l’altro, circolano anche alcuni rumor, secondo cui Bruxelles potrebbe finire con il bypassare Boris Johnson. Una fonte Ue avrebbe detto, per la precisione, di “essere sicura che il sistema ci darà ciò di cui abbiamo bisogno per un’estensione. E non importa che si tratti del primo ministro o di un altro esponente del governo”, si legge nel tweet di Joanna Cherry del Partito Nazionale Scozzese.

Intanto tre funzionari Ue hanno riportato a Bloomberg che, nel corso di una riunione riservata, Michel Barnier, responsabile Brexit per l’Ue, ha riferito ad alcuni diplomatici europei che l’ultima proposta sulla Brexit presentata dal governo di Boris Johnson, che include anche la questione del backstop irlandese, non può essere accettata. Questo, mentre invece al Parlamento britannico si sarebbero trovati, forse, i numeri per l’approvazione del piano, dopo la resa, si può dire, dei Brexiters più agguerriti, così come di alcuni sostenitori del Remain facenti parte del Partito dei conservatori.

Il piano di Johnson sulla Brexit sembra non essere piaciuto a nessuno.

Il presidente del Consiglio europeo Donald Tusk, che ha parlato al telefono sia con Johnson che con il presidente irlandese Leo Varadkar, ha detto di “non essere convinto”, in merito alle proposte presentate; il numero uno della Commissione europea Jean-Claude Juncker ha definito le proposte “problematiche” mentre il Parlamento europeo, che ha diritto di veto sull’accordo finale, ha messo in evidenza che il piano alimenta “serie preoccupazioni”.

Così inoltre Norbert Roettgen, presidente della Commissione Affari esteri del Parlamento tedesco, in un tweet riportato da Bloomberg:

“Il piano di Johnson sulla Brexit non può essere negoziato entro il 31 ottobre, e se il Regno Unito vuole affrontare la situazione, deve chiedere una estensione“.

Sterlina poco mossa nella sessione odierna, con il cambio sterlina-dollaro piatto attorno a quota $1,2333, dopo essere salito ieri fino a $1,2413, al massimo in una settimana, sulla scia della speranza che il Parlamento britannico, almeno, approvi la proposta di Boris Johnson sulla Brexit.

La sterlina beneficia anche degli smobilizzi sul dollaro, che sono stati scatenati dalla pubblicazione dell’ indice Ism servizi Usa , che si è confermato deludente, e che ha seguito un Ism manifatturiero  che già aveva scosso parecchio i mercati.

La flessione del dollaro ha permessoall’euro di salire a  $1,0980, e dunque di recuperare terreno rispetto ai minimi degli ultimi due anni, testati martedì a $1,0879, sulla scia dei timori di una recessione in Germania.