Brent sfonda muro 80 dollari, sanzioni Usa su Iran alimentano ancora speculazione su calo offerta
Nuovo scatto del petrolio che aggiorna i massimi 3 anni e mezzo. Il Brent ha superato la quota degli 80 dollari al barile, toccando un picco a 80,18 dollari (massimi da novembre 2014). A sostenere i prezzi il persistere di rischi geopolitici e anche l’inaspettato calo delle scorte negli Stati Uniti (scese di 1,4 milioni di barili nella settimana all’11 maggio).
Gli investitori ritengono che le sanzioni Usa verso l’Iran andranno a frenare le esportazioni iraniane riducendo così l’offerta in un mercato già in contrazione. Intanto Total ha annunciato l’intenzione di abbandonare un progetto gas miliardario in Iran se non sarà in grado di ottenere una deroga alle sanzioni statunitensi, gettando ulteriori dubbi sugli sforzi a guida europea per salvare l’accordo nucleare. In caso di uscita di Total, ha rimarcato il ministro del petrolio iraniano, sarà la cinese Cnpc a subentrare nel contratto per sviluppare in Iran la fase 11 del giacimento di gas di Pars Sud.
Le nuove previsioni di MS
Morgan Stanley ha aumentato le sue previsioni sul Brent vedendo le quotazioni salire fino a 90 dollari al barile entro il 2020 a causa dell’aumento della domanda.
Di contro ieri l’Agenzia Internazionale dell’Energia (Aie) ha rivisto al ribasso le stime della domanda di petrolio per il 2018 citando i prezzi del greggio volati ai massimi da più di tre anni che dovrebbero pesare sulla domanda.