Notizie Notizie Mondo Borse in trincea, adesso è il rischio contagio a far paura all’Europa

Borse in trincea, adesso è il rischio contagio a far paura all’Europa

4 Maggio 2010 10:28

Borse europee in trincea. L’incubo default greco con il conseguente rischio contagio in Europa manda in tilt i mercati. Ed è ancora una volta la speculazione a fare la voce grossa nel Vecchio Continente, disegnando scenari che fanno tremare i polsi agli operatori. Mentre le vendite sui listini azionari greci hanno preso forza sull’onda delle indiscrezioni, che giudicano già insufficiente il piano di aiuti da 110 miliardi messo a punto dall’Unione europea e Fondo Monetario Internazionale, a dare scacco matto alla Borsa di Madrid sono state le voci, secondo cui la Spagna potrebbe chiedere aiuti come la Grecia.


I mercati finanziari, dopo un avvio incerto, a metà mattinata hanno accelerato al ribasso. Adesso l’indice Composite cede il 2,56% e l’Athex 20 il 2,60%, Madrid scivola del 3,20% a 10.089,70 punti, mentre Lisbona segna un -2,23%. La validità del pacchetto di aiuti per salvare la Lehman Brothers dell’Egeo resta la spina nel fianco dei mercati. “Il differenziale sui periferici, sebbene in calo, resta su livelli ancora elevati. L’incertezza potrebbe essere legata al fatto che la Grecia non sia in grado di rispettare il piano di austerità e che i 110 miliardi di euro di finanziamenti potrebbero non essere sufficienti”, segnalano gli analisti di Mps Finance.


Secondo una fonte del governo tedesco, e come riportato dallo stesso Wall Street Journal, la necessità di capitale della Grecia fino al 2012 sarebbe, infatti, superiore alla dimensione del pacchetto di aiuti. Inoltre la stessa fonte ha dichiarato che il piano di aiuti presuppone che la Grecia torni a finanziarsi sui mercati dopo 18 mesi. “Da qui nascono i veri timori della non riuscita del piano di salvataggio e di un’estensione della crisi ad altri paesi come Spagna e Portogallo – aggiungono gli esperti -. A tale proposito sarà importante la data del 20 maggio quando scadranno titoli portoghesi per 4,6 miliardi e la Spagna effettuerà una riapertura del titolo decennale”.


Due test su cui il mercato sembra aver già emesso il suo personale verdetto. Come osserva un operatore “il nervosismo dei mercati di oggi dimostra come la speculazione sulle Borse sia molto attiva e soprattutto l’impressione è che, al di là di proclami che arrivano da Berlino o da Bruxelles, non ci sia stato il minimo tentativo di frenare i Cds che infondono il trend al mercato. Il prossimo listino a franare potrebbe essere l’Italia”.


Ma in realtà un assaggio di quello che potrebbe succedere all’ombra della Madunina è già andato in onda: Piazza Affari a metà mattina è, infatti, stata protagonista di una accelerazione ribassista. E adesso i listini milanesi continuano a navigare a vista in un mare di vendite. L’indice Ftse Mib cede in questo momento due punti percentuali a 21.178,33 punti, mentre il Ftse Italia All-Share perde l’1,93% a 21.819,68 punti. “Sta diventando sempre più concreto il rischio che la crisi greca possa travolgere l’Europa, o meglio gli anelli deboli del Vecchio Continente, Italia inclusa”, osserva un altro trader.


Come se non bastasse un dirigente dell’agenzia di rating Moody’s, Tom Byrne, in un’intervista a Reuters ha detto che il pacchetto di aiuti finanziari non segna la soluzione finale della crisi di bilancio greca. Il vero punto interrogativo è se Atene riuscirà a risanare i conti e soprattutto se sarà in grado di mantenere la propria coesione sociale. Guarda caso proprio oggi in Grecia i lavoratori del settore pubblico hanno iniziato uno sciopero di 48 ore che rappresenta il primo test sulla capacità del governo di applicare le nuove misure di austerità concordate con Unione Europea e Fondo Monetario Internazionale in cambio di aiuti per miliardi di euro.


Ministeri, uffici delle tasse, scuole, ospedali e servizi pubblici sono chiusi in previsione della manifestazione che era stata fissata per mezzogiorno dei dipendenti pubblici all’esterno del Parlamento. Una mobilitazione significativa, che secondo gli addetti ai lavori potrebbe essere solo il primo atto prima di arrivare a una vera soluzione finale.