Borse, l’Eurispes vede periodo di stasi se non di flessione
Eurispes vede grigio il futuro del mercato azionario. E’ quanto emerge dal rapporto quadrimestrale sull’andamento delle Borse intitolato “Borse, è iniziata la discesa?”. E la risposta sembrerebbe essere affermativa. “L’opinione dell’Eurispes – si legge da una nota – è che le quotazioni dei titoli azionari, nella media di quelli in listino nelle Borse occidentali, abbiano toccato il vertice nell’ultima settimana di febbraio e che ci si debba preparare ad un periodo di stasi dei listini e persino ad una loro flessione”.
Ma quali sono le ragioni di questa view non proprio positiva? Un’ipotesi, come spiega l’Eurispes, riguarda la previsione di un rallentamento dell’economia americana, previsione fondata sulla perdita di fiducia dei consumatori, sul crescente timore di insolvibilità delle famiglie il cui debito è cresciuto negli ultimi anni a un ritmo quattro volte superiore a quello del Pil e dal raffreddamento del mercato immobiliare, che era stato trainante negli ultimi anni, al di qua come al di là dell’Atlantico. “A ciò – prosegue la nota – si aggiunge l’aspettativa della fine del business cycle, la cui parabola ascendente ha abbondantemente superato i sette anni che l’esperienza dell’ultimo mezzo secolo (e la Bibbia) ci hanno insegnato essere il limite temporale massimo che si può concedere alle fasi di crescita”. Secondo l’Eurispes bisogna poi anche considerare “la evidente stanchezza della presidenza Bush che, soprattutto per le difficoltà sul piano militare e internazionale, ha perso il consenso del suo Parlamento e di gran parte della nazione e non sembra in grado di imprimere una visione ottimistica sul futuro più prossimo”.
Ma sicuramente non sono stati senza effetti sulle Borse la discesa del prezzo del petrolio e la perdita di valore del dollaro nel cambio con l’euro, nonostante il differenziale dei tassi di interesse, che, più alti in America che in Europa, dovrebbe indirizzare i flussi finanziari non da Ovest ad Est, ma da Est a Ovest, anche se il tasso di sconto della Banca Centrale Europea continua a essere ritoccato verso l’alto, mentre il tasso della Federal Reserve non è stato toccato.
In questo quadro improntato alla cautela l’Eurispes ritiene che continueranno a “tirare” i mercati di Hong Kong, Buenos Aires più altre Borse “periferiche”, “a dimostrazione della solidità della crescita planetaria”. “Ricordiamo – precisa la nota – che l’anno che si è chiuso ha mostrato, forse nella prima volta nella storia, una crescita del Pil in tutti i continenti. Questo fa sperare che la crescita delle principali economie occidentali possa solo rallentare, senza imboccare la strada della discesa”.
Inoltre, fa notare l’Eurispes, “se le Borse mostrano sensibilità ai prezzi ed ai tassi di interesse e sono reattive ai fondamentali, ai segnali di crescita di grandi paesi ed alle opportunità finanziarie, sembrano viceversa non reagire all’acuirsi della crisi mediorientale come se si trattasse di una malattia cronica ormai metabolizzata”. Per contro, più sensibile è sembrata la Borsa italiana alle decisioni prese dal Governo in materia di Finanziaria. “La stessa incertezza – spiega l’Eurispes – che grava sulla Borsa sembra essere il rispecchiamento del giudizio sul programma del Governo: nei confronti di entrambi sono prevalsi il disincanto e la perplessità sulla valenza delle misure proposte. L’abbassamento del rating assegnato, già nel 2006, ai titoli del nostro Tesoro da alcune delle principali agenzie non ha però rallentato l’afflusso di capitali e non ha inciso sugli indici azionari. Nell’insieme sembra prevalere in Italia una situazione di cauta attesa, influenzata, come sempre, dai trend degli indici delle Borse europee e di quella americana”.