Eni-Enel vincono la gara per aggiudicarsi Yukos
Eni ed Enel alla fine ce l’hanno fatta a mettere le mani su alcuni asset di Yukos, l’ex colosso energetico russo fallito. Enineftegaz, la joint venture tra Eni 60% ed Enel 40%, ha, infatti, vinto l’asta per alcuni asset che comprendono il 20% delle azioni di Gazpromneft, Arktikgaz e Urengoil. Secondo l’agenzia Interfax, il prezzo è stato pari a 151,536 miliardi di rubli, circa 4,4 miliardi di euro. Il gruppo Yukos, primo produttore di petrolio russo, è fallito dopo essere stato accusato di evasione fiscale, mentre il suo fondatore e amministratore delegato, Mikhail Khodorkovsky, è finito in manette nel 2003 e condannato due anni più tardi. Le società energetiche italiane erano state, però, abbandonate dalla russa Esn con la quale sia Enel sia Eni avevano messo in piedi un consorzio italo-russo, Energas, nel quale le società nostrane hanno una quota pari al 49%, mentre Esn il 51%.
Intanto, il mondo energetico europeo è pronto ad accogliere la nascita del secondo operatore. Adesso che l’Offerta pubblica di acquisto di E.On su Endesa è stata archiviata, è giunto il momento di fissare i tempi dell’operazione per la coppia Enel-Acciona. Il prospetto d’Opa verrà presentato nelle prossime settimane, tra il 16 e il 20 aprile, e l’intento finale è quello di chiudere la questione entro il mese di luglio. Per quanto riguarda il fronte tedesco, l’accordo tra le tre società energetiche dovrebbe perfezionarsi e concretizzarsi non prima di un paio di mesi, in attesa dell’ok definitivo da parte delle autorità Antitrust.
Ma l’intesa tra Enel e E.On, firmata lunedì scorso, non avrà ripercussioni immediate solo in Europa ma anche in Italia, accelerando il progetto di fusione tra le ex municipalizzate locali. Il Vecchio continente dovrebbe, invece, andare incontro a un periodo di tranquillità, senza fusioni o acquisizioni nell’aria. Secondo quanto riportato dal quotidiano La Repubblica, sono queste le indicazioni fornite dal professore Andrea Gilardoni che dirige all’università Bocconi di Milano l’osservatorio sulle alleanze e le strategie delle utility. Un’idea confermata anche dalle performance delle utility a Piazza Affari. Nella seduta di ieri, i titoli Aem Milano e Asm Brescia hanno sono avanzati di più del 2%, in scia all’ipotesi che la trattativa per la fusione alla pari si chiuda in tempi serrati.
(Aggiornata alle ore 10.28)