Bond: vince Madrid il derby Italia-Spagna, pesa attesa referendum costituzionale
Il rischio politico è tornato a farsi sentire sull’Italia, che il prossimo 4 dicembre è chiamata alle urne per approvare o meno la riforma costituzionale. L’attesa per il referendum ha portato notevole incertezza a Piazza Affari, già fortemente penalizzata da inizio anno, e da qualche mese anche sui titoli di Stato, dove però funziona ancora l‘ombrello fornito dal quantitative easing della Banca centrale europea.
La tensione, che non ha nulla a che vedere con il caos del 2011, si nota soprattutto nel derby con la Spagna. Da luglio lo spread Btp-Bonos ha infatti invertito la rotta a favore di Madrid, con i titoli di Stato spagnoli che rendono meno rispetto a quelli italiani. Lo spread ha toccato questa settimana il massimo dell’anno a quota 37 punti base per poi ritracciare fino ai 26 punti base di oggi.
I tassi dei Bonos sono inferiori sia sulle scadenze brevi sia su quelle più lunghe. Nel dettaglio il Bonos decennale rende sul mercato secondario l’1,11%, mentre il Btp a dieci anni l’1,37%; il titolo a cinque anni iberico ha un tasso pari allo 0,12%, quello italiano di pari scadenza viaggia in area 0,35%; infine il Bonos a trent’anni rende il 2,22%, mentre il Btp trentennale ha un tasso pari al 2,50 per cento.
Da settimane diverse case d’affari mettono l’accento sulle conseguenze per il mercato italiano in caso di vittoria del No al referendum. Questa mattina Mediobanca sposta l’obiettivo spiegando che il vero rischio politico per l’Italia è rappresentato dalla legge elettorale e non dal referendum. “Sia che vinca il fronte del Sì o quello del No”, viene spiegato dagli analisti di piazzetta Cuccia, “crediamo che il governo Renzi possa continuare a governare almeno fino alla prossima tornata elettorale in programma a metà del 2018”.