Notizie Notizie Mondo Bond a 100 anni per un mondo che cambia, ecco perché servono. USA pronti, ma non mancano i dubbi

Bond a 100 anni per un mondo che cambia, ecco perché servono. USA pronti, ma non mancano i dubbi

1 Settembre 2019 09:42

L’amministrazione Usa sta seriamente prendendo in considerazione la possibilità di emettere obbligazioni  a lungo termine con scadenze da 50 a 100 anni. Lo ha detto il segretario del Tesoro, Steven Mnuchin secondo cui “se le condizioni sono giuste allora anticiperei che trarremo vantaggio da prestiti a lungo termine ed andremo avanti su questo”, ha detto Mnuchin in un’intervista a Bloomberg.

In generale i rendimenti delle obbligazioni sovrane in tutto il mondo sono bloccati vicino ai minimi storici, con la Germania che ad agosto ha emesso il Bund trentennale a rendimento negativo per la prima volta in assoluto.

I tassi ai minimi sulle scadenze medio lunghe (Treasury a 30 anni sotto il 2%) rendono questo un momento opportuno per il Tesoro per ripresentare una  proposta che è stata accantonata in passato. Gli Stati Uniti ha pensato alla possibilità di emettere obbligazioni a 50 o 100 anni almeno dal 2009, e l’idea ha recentemente guadagnato appeal sotto l’amministrazione Trump. Come riporta Bloomberg,  l’emissione di un debito a lungo termine limiterebbe il costo per i contribuenti di coprire un deficit di bilancio che si dirige a $ 1 trilione all’anno.  I fondi pensione godrebbero di alcuni punti extra di rendimento in un contesto di rendimenti in calo.

 

Bond Matusalem per un mondo che cambia

I tassi ai minimi sono sicuramente un sintomo di un  mondo che sta cambiando. Un bond datato più a lungo della durata media della vita umana riflette il modo in cui la demografia sta cambiando: i tassi di natalità sono in calo e la speranza di vita è in costante aumento. 

“Il mondo sta attraversando una drammatica transizione demografica”, hanno scritto Carlos Carvalho, Andrea Ferrero e Fernanda Nechio in una recente ricerca per la Federal Reserve Bank di San Francisco. “Nella maggior parte delle economie avanzate, la longevità effettiva e prevista sta aumentando costantemente. Un aumento dell’aspettativa di vita allunga il periodo di pensionamento delle persone, generando ulteriori incentivi per risparmiare piuttosto che spendere per tutto il ciclo di vita … e un aumento dell’aspettativa di vita esercita una pressione al ribasso sui tassi”.

 

Mnuchin rispolvera l’idea accantonata nel 2009, ecco pro e contro

Steve Mnuchin ha studiato la questione fin da quando si è insediato al Tesoro per la prima volta nel 2017, ma ha accantonato poi l’idea dopo un esame approfondito con il Treasury Borrowing Advisory Committee, i cui membri includono rappresentanti di JPMorgan Chase & Co., Bank of America Corp., Pacific Investment Management Co. Il Committe ha espresso pessimismo sulla possibilità di emissioni a lungo termine di titoli di Stato americani fin dal 2009. Dal canto suo Mnuchin ha sottolineato che ancora non si è presa alcuna decisione. “Sarebbe prematuro per me commentare la nostra conclusione”, ha detto Mnuchin  aggiungendo che il Tesoro “la sta attivamente rivisitando, ed è in seria considerazione”. La decisione di riproporre la questione è sorta a seguito di un incontro tra Mnuchin e il consulente economico della Casa Bianca Larry Kudlow dopo la notizia dell’inversione della curva dei rendimenti,  notizia che ha attirato inevitabilmente l’attenzione del presidente Donald Trump.

Non mancano le perplessità

Tra i motivi di perplessità c’è il fatto che l’ultima asta di Treasury a 7 anni per 32 mld $ ha visto la domanda più debole dell’ultimo decennio, ossia proprio dal 2009. Un piccolo campanello d’allarme, anche se nessuno al momento prevede che gli Stati Uniti rischino una “asta fallita”, che potrebbe provocare disordini più gravi per i mercati globali rispetto a quelli subiti durante la crisi finanziaria. I rendimenti ai minimi record o quasi mostrano che gli investitori vogliono possedere il debito degli Stati Uniti. Tuttavia, rimarca un articolo di Bloomberg, potrebbe essere opportuno che il Ministero del Tesoro trovi un modo per invertire il calo della domanda nelle aste prima di emettere una nuova scadenza che gli investitori non sembrano nemmeno volere.  Un’indagine condotta questa settimana sui grandi investitori da JPMorgan Chase, il più grande sottoscrittore di obbligazioni del mondo, ha rilevato che più della metà ha preferito un titolo a 20 anni a un prestito ultra lungo.

 

L’idea di emettere un titolo a un secolo è stata accarezzata recentemente anche dalla Svezia. Il paese nordeuropeo, riporta sempre Bloomberg, starebbe valutando l’emissione di un bond a 100 anni sulla scia dell’Austria che due anni ha lanciato il bond governativo a 100 anni al tasso del 2,1%, causando parecchie perplessità da parte di operatori e investitori e da inizio anno il rendimento è  sceso allo 0,7%.