Black Box – Un rimbalzino da cogliere al volo
Il mercato sta offrendo oggi una seconda ghiotta occasione per uscire. Dopo il rimbalzo di due giorni fa, chi non lo avesse ancora fatto ha la possibilità di liquidare le posizioni senza ritrovarsi con le ossa rotte.
Perchè una constatazione tanto estrema? Semplicemente perchè quello a cui abbiamo assistito finora non è un ripiegamento tecnico, ma fondamentale, che sta agendo sulla base di un repricing del credito destinato a intaccare il livello di liquidità presente sul mercato tanto quanto e forse anche di più di una serie di rialzi dei tassi. E’ inutile riportare alla memoria il 1998 e il fallimento del Long Term Capital Manager. La crisi russa da cui avevano preso origine i riscatti sul fondo era realmente circoscritta. Il fondo era uno dei pochissimi all’epoca a sfruttare la leva in operazioni speculative e nello stesso fondo, così come nei pochi hedge allora presenti, erano almeno mille volte più contenuti gli investimenti da parte degli istituzionali.
Oggi invece il crack dei subprime e dei fondi che hanno investito nelle obbligazioni ad alto rischio ha carattere sistemico. Prova ne è che mentre nel 1998 la crisi si chiuse con il salvataggio dell’Lctm da parte di Goldman Sachs; oggi invischiati nelle perdite e nella crescente richiesta di riscatti sono proprio alcune tra le più grandi banche d’affari mondiali. E se saltano queste, questa volta chi potrà salvarle?
E’ impossibile pensare che queste stesse difficoltà non si riverbereranno sulla componente consumi del Pil americano. Ancora non ci sono state avvisaglie, i dati sulla spesa di luglio devono ancora essere comunicati. Basta però guardare a quanto sta accadendo sul mercato Usa dell’auto. Dai dati diffusi stanotte balza agli occhi che le vendite non sono crollate solo per i già disastrati marchi americani Gm, Ford (in media -20%) ma anche, ben più sorprendentemente, per i marchi giapponesi che fino ad oggi non avevano conosciuto stop alla loro crescita sul mercato Usa. Toyota e Honda hanno infatti registrato una flessione delle consegne di oltre il 7%.
In pochi hanno il coraggio di confessarlo a se stessi e agli altri, ma lo storno di borsa di questi giorni potrebbe essere solo un antipasto. Il rischio recessione esiste ed è serio come non lo è mai stato da 5 anni a questa parte.