Bitcoin sui massimi dal 2021, ecco perché sta salendo
Fonte immagine: Karolina Grabowska
Il Bitcoin ha raggiunto temporaneamente il livello di 57.000 dollari per la prima volta da oltre due anni, sostenuto dalla domanda di ETF e dagli ulteriori acquisti da parte di MicroStrategy. Vediamo nel dettaglio come si sta comportando la moneta digitale per eccellenza nei confronti delle altre asset class e quali sono i fattori che potrebbero supportare le quotazioni della criptovaluta nei prossimi mesi.
Bitcoin sui massimi dal 2021
Con i rialzi delle ultime quattro sedute il Bitcoin è tornato momentaneamente sopra la soglia dei 57.000 dollari, per poi rallentare e scendere in area 56.400 dollari. Da inizio anno la criptovaluta ha guadagnato oltre il 32%, rivedendo i livelli di dicembre 2021, nell’ambito di un rally che si estende anche ad altri token come Ether (+42% ytd) e Dogecoin (+6% ytd).
Ieri anche le azioni delle società legate alle criptovalute hanno guadagnato terreno negli Stati Uniti. MicroStrategy, società di software aziendale che compra Bitcoin come parte della sua strategia aziendale, è cresciuta del 16%, la piattaforma di trading Coinbase Global (che ha recentemente approvato i conti) è salita del 17% e la società mineraria Marathon Digital Holdings ha registrato un balzo del 22%.
Fattori a sostegno del Bitcoin: ETF, MicroStrategy e ‘halving’
Tra i fattori che hanno sostenuto la recente impennata (+10% nelle ultime quattro sessioni) c’è la comunicazione di ulteriori acquisti da parte di MicroStrategy. Nel dettaglio, la transazione riguarda circa 3.000 bitcoin, per un importo di circa 155 milioni di dollari.
MicroStrategy è attualmente il più grande proprietario di bitcoin quotato in borsa: all’inizio di febbraio deteneva circa 190.000 token, per un valore attuale di oltre 10,5 miliardi di dollari.
Un altro elemento che ha spinto la domanda di Bitcoin nelle ultime settimane è l’avvio delle negoziazioni degli ETF negli Stati Uniti a partire dall’11 gennaio. Da quel momento, sono stati registrati afflussi netti per 6,1 miliardi di dollari, segnalando un ampliamento della platea di investitori.
Infine, l’aumento del prezzo del Bitcoin riflette in parte l’attesa per l’imminente “halving”, il dimezzamento della nuova offerta di token, in programma ad aprile.
Il confronto con le altre asset class
La performance del Bitcoin da inizio anno (+32%) è nettamente superiore a quella di altre asset class. Nello stesso periodo, il Nasdaq ha guadagnato poco più del 6%, il petrolio Brent circa il 9%, mentre l’oro è sceso dell’1%.
A tal proposito, il gestore patrimoniale WisdomTree ha condotto un’interessante ricerca, confrontando i movimenti di prezzo del bitcoin con le altre attività più tradizionali su un orizzonte temporale dal 2012 al 2023. Dall’analisi emerge come il Bitcoin abbia avuto un rendimento complessivo più forte in ben 9 anni su 12, superando sempre nettamente il secondo performer.
Tuttavia, negli altri tre anni il Bitcoin si è posizionato in fondo alla classifica, con perdite decisamente più marcate rispetto alle altre asset class. È il caso del 2018, in cui la criptovaluta ha perso circa il 74% del proprio valore, a dimostrazione della volatilità che ha spesso caratterizzato questo tipo di investimento.
La crescente popolarità del Bitcoin sostiene i prezzi
L’aumento dei prezzi del Bitcoin è legato alla sua crescente adozione da parte di un numero sempre più ampio di investitori.
Come spiega Chris Gannatti, Global Head of Research, WisdomTree, “il bitcoin è essenzialmente l’unità che consente il trasferimento di valore all’interno della rete Bitcoin, costruita sotto forma di blockchain. Il numero massimo di unità di questo tipo create sarà di appena 21 milioni e più del 95% di tale offerta finale è stata già prodotta.”
Pertanto, “se continueremo ad assistere a un aumento del numero di utenti della rete, la domanda delle stesse aumenterà e farà salire il prezzo. Questo è tutt’altro che garantito, in quanto potrebbe arrivare un’altra rete che svolge la stessa funzione in modo migliore, ma rispetto ai miliardi di persone attualmente presenti sulla Terra, 21 milioni non rappresenta un numero enorme.”
Gli elementi che possono spingere il Bitcoin
Tra i fattori che potranno continuare a far aumentare il numero di utenti della rete bitcoin, la ricerca di WisdomTree cita l’approvazione di ETF spot sul bitcoin negli Stati Uniti, e in generale un atteggiamento meno ostile da parte delle autorità di regolamentazione, oltre al sopracitato “halving”, che avviene all’incirca ogni 4 anni. Questo processo riduce in maniera predefinita la quantità di bitcoin assegnata come ricompensa ai miner, dimezzando la disponibilità di nuovi bitcoin man mano che ci avviciniamo al totale di 21 milioni di monete.
L’appetibilità dei Bitcoin, secondo il gestore, è legata anche alla sua possibilità di essere utilizzata per pagamenti globali, per la capacità di resistere all’inflazione meglio di tante valute tradizionali e al suo potenziale sfruttamento per il mercato delle rimesse, che secondo la Banca mondiale ha superato gli 800 miliardi di dollari nel 2022.
Infine, non è da sottovalutare la cosiddetta “Fear of Missing Out” (FOMO), ossia il sentiment che porta gli investitori a posizionarsi su un asset per paura di perdere potenziali guadagni che il mercato sta realizzando.