Binance blocca temporaneamente i prelievi di bitcoin e alza le commissioni. Ecco cosa sta succedendo
Binance, il più grande exchange di criptovalute, ha interrotto per diverse ore i prelievi di bitcoin a causa di volumi elevati di transazioni in sospeso e un aumento delle commissioni di elaborazione. Questo ha mandato nel panico molti investitori, con il prezzo del bitcoin che al momento si trova in calo di quasi il 2% a 27.954 dollari.
Binance blocca due volte i prelievi
Binance ha preso il provvedimento di bloccare temporaneamente i prelievi di bitcoin, per ben due volte in 12 ore, dalla propria piattaforma “a causa di un gran volume di transazioni di prelievo ancora in sospeso“, infatti, ieri sera c’erano quasi 500.000 transazioni in attesa di essere eseguite.
Una situazione che se abbinata alle notizie false di una enorme fuga di capitali da Binance, è stata la scintilla perfetta per generare il panico tra gli investitori, ma ora i blocchi sembrerebbero essere stati superati con l’exchange che ha dichiarato di aver adottato delle misure per garantire delle soluzioni efficaci e durature.
Commissioni alzate
Intanto, in un altro Tweet, Binance ha dichiarato di monitorare attentamente la situazione e che per evitare che il blocco si ripeta in futuro, ha provveduto ha adeguare le commissioni che “non avevano tenuto conto del recente aumento delle tariffe “gas fees” della rete bitcoin”.
Le gas fees sono le commissioni che vengono pagate dagli utenti per ricompensare l’utilizzo di energia necessaria per elaborare e convalidare le transazioni sulla blockchain, in questo caso di Bitcoin. Quindi ogni volta che gli utenti della blockchain di bitcoin desiderano effettuare una transazione sulla rete, devono pagare una commissione ai validatori.
In sostanza i miners, cioè chi deve elaborare le transazioni richieste su una blockchain, possono infatti rifiutarsi di elaborare una transazione se queste commissioni non raggiungono una determinata soglia ritenuta per loro remunerativa per il lavoro svolto.
Ma la rete di Bitcoin nell’ultimo periodo ha registrato una vera e propria impennata di questi costi (gas fees) e questo a causa dell’aumento di interesse per un nuovo standard di token, ovvero il BRC-20, token che quest’anno ha stimolato il lancio di diversi nuovi memecoin.
Il token BRC-20, è stato lanciato ad inizio anno da un coder noto come “Domo” e consente agli utenti di distribuire nuovi token sulla blockchain di Bitcoin.
Questo ha spinto la nascita di molti nuovi memecoin, che hanno scatenando l’aumento dell’attività di trading speculativo sulla blockchain di Bitcoin, spingendo le gas fees ai massimi di due anni.
Ma non solo, questo porta inevitanbilmente i trader a cadere più facilmente in preda ad una serie di nuovi schemi di pump-and-dump, pratiche ricorrenti e sempre più diffusi nel mercato delle criptovalute.
La stessa Binance ha elencato un elenco dei diversi memecoin che stanno fracendo appassionare gli speculatori in questo periodo, tra i quali troviamo il token PEPE.
Per questo motivo, Binance sta “sostituendo le transazioni di prelievo bictoin in sospeso con una commissione più elevata in modo che vengano prelevate dai mining pool“. Infatti, “se l’importo del prelievo è elevato, anche la gas fees richiesta per elaborare la transazione potrebbe essere elevata, specialmente durante i periodi di elevata congestione della rete“, ha commentato Joshua Chu, chief risk officer del gruppo tecnologico blockchain XBE, Coinllectibles e Marvion.
Nonostante tutto, Binance ha ora ripristinato i prelievi di bitcoin, con le transazioni in sospeso che sono adesso elaborate con commissioni più elevate. Nelle ultime 24 ore, secondo CoinMarketCap, il volume di scambi su Binance è stato di 6,9 miliardi di dollari, più di otto di Coinbase, il secondo exchange di criptovalute al mondo.
La (non) fuga di capitali da Binance
Ma non solo, diverse fonti nell’ultimo periodo hanno segnalato anche una massiccia fuga di capitali dalle casse di Binance, un fattore che ha subito mandato in allarme i clienti dell’exchange. Tuttavia, queste notizie risultano essere infondate, infatti, Binance ha confermato che non si tratta di fughe di capitali, bensì di movimenti interni da hot a cold wallet e viceversa.
Sullo stesso sito di Binance è infatti spiegato che l’exchange pubblica gli indirizzi dei suoi wallet cold e hot, consentendo così di visualizzare dall’esterno le operazioni del wallet principale dell’exchange. Questo con l’obiettivo di garantire la trasparenza, una funzionalità intrinseca e specifica della blockchain.
“Alcune testate giornalistiche hanno recentemente pubblicato delle inchieste in cui vengono tratte conclusioni affrettate basate su interpretazioni errate dei dati della blockchain. Queste false conclusioni alimentano teorie cospiratorie la cui fondatezza viene valutata superficialmente a causa della limitata comprensione che molti media hanno della blockchain e di come gli exchange crypto garantiscono fluidità nelle operazioni, una liquidità elevata e la protezione degli utenti dalle minacce alla sicurezza”, Dichiara Binance sul suo sito.
I grandi exchange di crypto utilizzano infatti sofisticati sistemi di gestione dei wallet che devono operare dinamicamente tra wallet cold e hot per garantire sia la liquidità che la sicurezza. “Per evitare i controlli alcuni exchange, come FTX, hanno deciso in passato di mantenere segreti molti indirizzi dei loro wallet; Binance invece, nonostante quanto insinuato da alcuni non ha intenzione di abbandonare il suo impegno per la trasparenza che la blockchain incarna”.
Binance vs autorità Usa
I guai per Binance non sono finiti, ricordiamo infatti che a fine marzo l’exchange è stato citato in giudizio dalla CFTC (Commodity Futures Trading Commission), per presunti casi di insider trading tra i dipendenti della compagnia. Ma non solo, oggi l’exchange di Changpeng Zhao, sembrerebbe di nuovo sotto indagine negli Stati Uniti d’America per via di una possibile violazione delle sanzioni imposte dagli Starti Uniti alla Russia.
Secondo quanto riporta Bloomberg, il Dipartimento di Giustizia americano starebbe infatti verificando se negli scorsi mesi Binance abbia violato le sanzioni contro Mosca imposte dalle autorità di Washington in seguito all’invasione russa dell’Ucraina.
Nel dettaglio, le autorità stanno indagando se Binance abbia permesso ai suoi clienti Russi di spostare le proprie criptovalute da un wallet all’altro come strumento per evitare le sanzioni finanziarie americane.
Sempre secondo Bloomberg, già in passato il Dipartimento di Giustizia avrebbe indagato Binance per questioni simili, ad esempio nel 2018 l’exchange sarebbe stato utilizzato dall’Iran per evadere altre sanzioni.
Dopo l’annuncio dell’indagine da parte del Dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti, un portavoce di Binance ha spiegato a Bloomberg che “nel 2021, Binance ha lanciato un’iniziativa per rinnovare completamente la struttura di governance, portando al suo interno un gruppo di executive di grande esperienza per modificare come l’azienda opera su scala globale. La nostra politica impone una tolleranza zero su doppie registrazioni, identità anonime e fonti poco chiare di reddito“.