Per Michael Burry un portafoglio ribassista: nel mirino di Mr Big Short un big di Wall Street

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Michael Burry affila nuovamente le unghie e mette in campo un portafoglio zeppo di opzioni put, ossia posizioni ribassiste su alcuni grandi titoli di Wall Street.
Nvidia nel mirino di Big Short
Il celebre investitore, reso famoso dal libro The Big Short di Michael Lewis per aver previsto il crollo del mercato dei mutui subprime, lo scorso trimestre si presentava al ballo dei mercati con importanti posizioni short. In particolare, nel mirino c’è Nvidia, il colosso dei chip AI che ha capitanato negli ultimi anni l’euforia sull’intelligenza artificiale tra gli investitori e che negli ultimi tempi ha ritrovato vigore riportando in positivo il saldo da inizio anno.
Secondo quanto emerge dall’ultima comunicazione trimestrale 13-F alla Sec, l’ente di vigilanza statunitense, Burry attraverso la sua società Scion Asset Management ha aperto posizioni in opzioni put sul titolo Nvidia nel primo trimestre del 2025, scommettendo su un calo delle sue azioni.
Le opzioni put sono strumenti finanziari utilizzati per trarre profitto da un ribasso del titolo.
Titolo Nvidia sull’ottovolante
La scommessa ribassista su Nvidia è emersa proprio in un trimestre, il primo dell’anno, che è stato alquanto turbolento per il colosso di Santa Clara. Tra gennaio e l’inizio di aprile, il titolo Nvidia ha perso circa il 37% del proprio valore tra effetto Deepseek e timori legarti agli impatti dei dazi sul business del gruppo.
Tuttavia, il colosso dei semiconduttori ha poi recuperato terreno, riportando la propria capitalizzazione di mercato oltre la soglia dei 3mila miliardi di dollari. Non è dato a sapersi se Burry mantenga ancora aperte le sue posizioni ribassiste su Nvidia o se le abbia chiuse in quanto i moduli 13-F sono strumenti retrospettivi che rivelano le mosse degli investitori solo per il trimestre precedente.
Il prossimo 28 maggio sono attesi i conti trimestrali di Nvidia. Intanto l’ad Jensen Huang ha annunciato di volere consentire che i propri clienti possano utilizzare chip prodotti da società rivali nei data center costruiti intorno alla propria tecnologia. Il motivo è quello di favorire una maggiore “customizzazione” delle infrastrutture AI. Il nuovo sistema NVLink Fusion consentirà di utilizzare i propri processori centrali con i chip di Nvidia o in combinazione con processori di altre marche.
Analisti invece dicono buy
Burry negli anni ha dimostrato di andare spesso controcorrente rispetto all’ottimismo generale su Nvidia, che continua a godere di una valutazione di “Strong Buy” da parte di 40 analisti di Wall Street. Il prezzo obiettivo medio è di 164 dollari, con un potenziale rialzo stimato del 22% rispetto ai livelli attuali. Già in passato Burry aveva scommesso al ribasso su Nvidia con posizioni short molto forti su un Etf semiconduttori che vedeva una importante presenza del titolo Nvidia.
Michael Burry negli scorsi anni era andato short anche su altri titoli simbolo dell’esuberanza rialzista tra gli investitori retail come Tesla.
Le altre posizioni ribassiste di Burry
Nvidia non è l’unico bersaglio di Burry. Il portafoglio al primo trimestre evidenzia un cambio radicale del posizionamento sui titoli tecnologici cinesi. Dopo averli accumulati nei trimestri precedenti, Burry ha deciso di aprire opzioni put anche su aziende del calibro di Alibaba, Baidu e JD.com. Una mossa che riflette probabilmente le crescenti preoccupazioni legate all’andamento dell’economia cinese e al quadro geopolitico incerto. Inoltre arriva nel bel mezzo del rally che ha contraddistinto tutto il tech cinese sempre in scia all’effetto Deepseek e alle aspettative di una maggiore competitività a livello di prezzi di Pechino rispetto agli Usa nella corsa per il primato sull’AI.
A colpire è la forte concentrazione del portafoglio di Scion Asset Management: l’unica posizione long rimasta è sul titolo Estee Lauder, per 13,2 milioni di dollari su un totale di oltre 199 milioni del portafoglio equity.