Bce: troppe tasse in Italia. Confcommercio: abbassiamole
Si tratta oltretutto di una tassazione non bilanciata che grava per la maggior parte sul mondo industriale. La causa è da ricercarsi soprattutto nel cuneo fiscale che in Italia pesa per il 31,8%, dato al di sotto della media europea (33,7%), ma il cui carico è sostenuto dalle aziende per il 24,9% (contro una media dell’Europa a 12 del 21,9%) contro il 6,9% dei lavoratori. I lavoratori d’altronde, insieme con le imprese, vengono colpiti in maggiore misura rispetto ai concittadini europei su altre voci quali la tassazione del reddito e le imposte indirette. I valori per il Belpaese si attestano in questo caso rispettivamente al 14% e al 20% contro una media comunitaria al 12,2% e al 18%.
Nonostante queste rilevazioni è ben lungi dalle intenzioni dei banchieri centrali europei invitare i membri dell’Unione a un maggiore lassismo fiscale. E’ stato il commissario agli Affari economici e monetari Joaquin Almunia a chiarirlo ricordando l’obiettivo del pareggio di bilancio per gli Stati membri entro il 2010 e ribadendo la necessità di destinare le maggiori entrate fiscali alla riduzione del deficit e del debito pubblico.
Nel mentre i cittadini italiani dimostrano in soldoni che il portafoglio per arrivare a fine mese è sempre più vuoto. E’ un altro studio a metterlo in luce, l’Outlook sui consumi elaborato dal Censis da Confcommercio con i dati relativi al primo trimestre del 2007. Sono calate del 3,5% lefamiglie che prevedono di aumentare i propri livelli di spesa nel secondo trimestre mentre per il 12% delle famiglie italiane la situazione appare “critica”. E’ necessario un intervento immediato secondo il presidente di Confcommercio Carlo Sangalli “per evitare che il 2007 si concluda con una stagnazione dei consumi”. E’ l’intervento dovrà avere la forma di una riduzione delle tasse “con provvedimenti urgenti” per dare un segnale di cambiamento alle famiglie e alle imprese, checchè ne dicano a Francoforte.