Notizie Notizie Mondo Bce: tete-a-tete Weber-Merkel alle 15. Impazza il toto-nomine. Ma se Trichet restasse?

Bce: tete-a-tete Weber-Merkel alle 15. Impazza il toto-nomine. Ma se Trichet restasse?

11 Febbraio 2011 11:10

Il finale è stato solo rimandato e potrebbe essere questione di ore. Poteva essere l’occasione del chiarimento per Axel Weber, il presidente della Bundesbank al centro di un giallo sulle indiscrezioni, mai smentite del tutto, di un suo ritiro dalla corsa alla presidenza Bce. Invece ieri il falco tedesco ha lasciato un punto interrogativo sul prossimo vertice dell’Eurotower, mentre impazza il toto-nomine. Ma oggi i nodi verranno al pettine. Il presidente della Banca centrale tedesca, Axel Weber, incontrerà oggi pomeriggio a Berlino la cancelliera, Angela Merkel, per parlare del suo futuro dopo la ridda di indiscrezioni sul suo ritiro dalla corsa alla presidenza della Banca centrale europea. Lo scrive il quotidiano Sueddeutschen Zeitung. L’incontro sarebbe previsto per le ore 15:00. Weber in questi giorni avrebbe espresso, secondo indiscrezioni non confermate ufficialmente, di non volersi candidare per un secondo mandato alla guida della Banca centrale tedesca e di voler rinunciare alla corsa per la presidenza della Bce il prossimo novembre per andare invece a guidare Deutsche Bank, la più grande banca privata della Germania. Ne danno conferma questa mattina fonti vicine alla Bundesbank.

 

C’è chi ipotizza che Weber stia vagliando le opzioni e che le indiscrezioni siano semplicemente sfuggite di mano. Una fonte citata dal Financial Times racconta: “sembra che questi colloqui privati e confidenziali siano arrivati a persone all’esterno (della Bundesbank, ndr) facendo così un sacco di rumore”. Di certo l’irritazione è alta a Berlino, dove la condotta di Weber è percepita come un colpo agli forzi della Merkel di avere alla prossima tornata un presidente della Bce tedesco, percepito da molti come risarcimento agli aiuti concessi agli spendacciono di Eurolandia. Secondo Il Wall Street Journal e il Financial Times, la Merkel, a questo punto, intende costringere Weber a dare le dimissioni al più presto, non appena sarà pronto, forse già entro il fine settimana, un nome per la successione alla Bundesbank. Ma la questione è un’altra: in molti si chiedono se la cancelliera sarà anche in grado di indicare in tempi brevi anche un nuovo candidato per la successione a Jean-Claude Trichet, che lascerà l’Eurotower dal primo novembre di quest’anno.

 

Weber ha anche rinunciato a prendere parte al vertice franco-tedesco in programma oggi a Berlino e sarà sostituito dal consigliere della Bundesbank, Andreas Dombret, all’incontro al quale partecipano per la Germania il ministro delle Finanze, Wolfgang Schaeuble, e per la Francia il ministro delle Finanze, Christine Lagarde, e il Governatore della Banca di Francia, Christian Noyer. “Non credo abbia il raffreddore”, ha commentato Lagarde a margine di un convegno a Parigi, aggiungendo di voler chiedere a Schaeuble una conferma dell’uscita di scena di Weber. Nel marasma del gossip una cosa sola appare certa: se Weber dovesse davvero gettare la spugna, la Germania perderebbe il suo cavallo di razza.

 

Per i book makers il governatore di Bankitalia Mario Draghi sarebbe in cima alla lista dei candidati. Il Financial Times lo indica come il più probabile invitando a non tener conto della nazionalità. Contro Draghi ci sarebbe il fatto che la Bce si ritroverebbe guidata da due esponenti dell’indebitato Sud Europa con quel Vitor Constancio, vice-presidente portoghese. E poi c’è il gioco delle poltrone che ruota attorno alla fine del mandato della austriaca Gertrude Trumpel-Gugerell nel comitato esecutivo: i piccoli non vogliono perdere perso nel direttorio. Fra i candidati dei Paesi di dimensioni minori sono considerati in pole position il governatore della banca centrale lussemburghese Yves Mersch e il suo collega finlandese Erkki Liikanen.

 

La Germania non ha solo la carta-Weber: c’è Klaus Regling, attuale presidente del Fondo di salvataggio europeo; e qualcuno ipotizza il nome di Juergen Stark, membro tedesco nel comitato esecutivo. Tolto Ewald Nowotny, il banchiere centrale austriaco che oggi si è chiamato fuori con quel mia moglie non vuole trasferirsi a Francoforte, qualcuno fa il nome dei belgi Guy Quaden (banchiere centrale) e Philippe Maystadt (navigato presidente della Banca europea degli investimenti). Qualcuno mette in pista anche il governatore della Banca di Francia, Christian Noyer, che potrebbe non essere sgradito ai tedeschi, visto l’asse creato sul fronte della politica comunitaria. Ma tutto è ancora aperto tanto che un quotidiano francese tira fuori un’ipotesi che sorprende, ma non troppo: E se Trichet restasse?