Bce e tassi: non solo Lagarde, anche consumatori area euro temono inflazione più ostinata
I consumatori dell’area euro rivedono al rialzo le loro aspettative sulla dinamica dell’inflazione dei prossimi 12 mesi. E’ quanto emerge dal rapporto ad hoc pubblicato oggi dalla Bce di Christine Lagarde.
Nello specifico, si legge nel rapporto ECB Consumer Expectations Survey results – January 2024, sondaggio stilato dalla Banca centrale europea, il valore mediano del tasso di inflazione atteso per i prossimi 12 mesi dai consumatori è salito al 3,3% dal 3,2% precedente.
Inflazione euro: l’attenti lanciato anche dai consumatori dell’area euro
A prevedere un aumento dell’inflazione nel corso del prossimo anno dal 3,2% precedentemente atteso al 3,3% sono stati, stando a quanto emerge dal sondaggio della Bce, soprattutto i consumatori che appartengono alle fasce di età di 35-54 e 55-70 anni, rispetto agli intervistati più giovani, di età compresa tra i 18 e i 34 anni.
Il dato conferma come non sia solo la presidente della Bce Christine Lagarde, ma siano gli stessi consumatori dell’area euro ad avere difficoltà a credere nel trend discendente delle pressioni inflazionistiche. E questa mancanza di fiducia non è certo di buon auspicio per chi continua a chiedere a gran voce che l’Eurotower inizi a tagliare il prima possibile i tassi di interesse.
Gli stessi dati macroeconomici pubblicati ieri hanno presentato un quadro che pone più di un dilemma all’Eurotower.
Inoltre le minute relative all’ultima riunione della Banca centrale europea del 25 gennaio scorso hanno messo in evidenza l’intenzione di Lagarde, già manifestata diverse volte, di non affrettarsi a tagliare i tassi.
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Tornando a quanto è risultato dal sondaggio della Bce sulle aspettative dei consumatori, il tasso mediano dell’inflazione percepita nel corso degli ultimi 12 mesi è sceso invece per il quarto mese consecutivo, al 6% nel mese di gennaio rispetto al 6,9% di dicembre.
Le aspettative dei consumatori sul reddito e sulle spese nominali
Dall’indagine della Bce è emerso anche che le aspettative dei consumatori dell’Eurozona sulla crescita del reddito nominale sono rimaste invariate al ritmo pari a +1,2%.
Occhio anche alla percezione della crescita delle spese nominali degli ultimi 12 mesi, scesa dal 6,8% di dicembre al 6,6%, al minimo dall’ottobre del 2022. Quest’ultima percezione è stata rilevata dalla Bce in tutti i gruppi di età considerati.
Guardando in avanti, le aspettative sulla crescita delle spese nominali nei prossimi 12 mesi sono salite invece dal 3,6% al 3,7%.
“Ancora una volta -ha fatto notare la Bce – le percezioni e le aspettative sulla spesa per consumi si sono conformate in modo significativo al trend della percezione e delle aspettative sull’inflazione”.
Bce: le aspettative su Pil, disoccupazione e tassi mutui
Il sondaggio della Bce ha calcolato anche le aspettative sulla crescita del Pil dei prossimi 12 mesi:
l’outlook si è confermato in questo caso meno negativo rispetto a quello del sondaggio precedente, implicando comunque sempre una contrazione dell’economia, pari a -1,1%, rispetto al -1,3% di dicembre.
A scendere sono state però anche le stime sul tasso di disoccupazione dell’Eurozona, in flessione dall’11% al 10,9%.
In generale, i consumatori hanno continuano a stimare un tasso di disoccupazione lievemente più alto del tasso di disoccupazione al momento percepito, pari al 10,6%, “fattore che comporta un mercato del lavoro ampiamente stabile”, come si legge nel report della Bce.
Allo stesso tempo, “i dati trimestrali mostrano che i disoccupati interpellati si sono mostrati più fiduciosi nella possibilità di trovare un posto di lavoro nei prossimi tre mesi“, con la percentuale che è salita al 30,5% a gennaio, rispetto al 27,6% di ottobre del 2023.
Le aspettative di perdere il proprio posto di lavoro, dall’altro lato, sono scese all’8%, dal 9% di ottobre.
Guardando al mercato immobiliare, dal sondaggio della Bce è emerso che i consumatori dell’area euro prevedono tuttora, come era stato nel mese di dicembre che i prezzi delle loro case saliranno del 2,2% nel corso dei prossimi 12 mesi.
Confortanti le attese sul trend dei tassi di interesse applicati ai mutui nei prossimi 12 mesi, che sono scese ulteriormente dal 5,3% al 5,1%.
Tra le categorie di reddito, le famiglie con il reddito più basso sono state tuttavia quelle che hanno detto di prevedere un ulteriore aumento dei tassi sui mutui.