Bce, sondaggio economisti e consumatori: inflazione attesa in rialzo, c’è meno fiducia

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E’ andata in scena ieri la prima riunione del 2025 della Banca Centrale europea (Bce) che ha seguito lo spartito che i mercati si attendevano, con un nuovo taglio dei tassi di 25 punti base. Si tratta della quinta sforbiciata da giugno 2024. Il consiglio direttivo ha ribadito che il processo di disinflazione è “ben avviato” e che l’inflazione è destinata a tornare verso il target “nel corso di quest’anno”.
Sulle mosse future Christine Lagarde, presidente Bce, ha preferito non sbilanciarsi. In particolare, ha spiegato nel corso della conference call di ieri che è prematuro discutere su dove fermarsi e ribadendo che i prossimi passi saranno determinati dai dati in arrivo.
“Sarà molto interessante analizzare il report che sarà pubblicato il 7 febbraio sulle stime degli esperti della Bce sul livello del tasso neutrale R*, ovvero il livello dei tassi neutrale tra un atteggiamento restrittivo e accomodante che potrebbe dare ulteriori indicazioni sulle prossime mosse dell’istituto di Francoforte”, suggerisce Filippo Diodovich, senior market strategist di IG Italia, che si sofferma poi sulle prossime mosse. “Dal comunicato e dalle parole del governatore Christine Lagarde in conferenza stampa possiamo dedurre che il processo di riduzione dei tassi di interesse dovrebbe continuare nei prossimi mesi con un “quasi” sicuro taglio a marzo e altri due nel corso dell’anno – aggiunge -. Le aspettative di mercato infatti scontano ulteriori 75 bps di tagli dei tassi (un tasso sui depositi potenzialmente a fine 2025 al 2%).
L’attenzione del mercato corre già anche al meeting del mese di marzo, quando verranno pubblicate le nuove proiezioni Bce. Nell’attesa di avere maggiori informazioni e spunti, in primo piano oggi i risultati del sondaggio a cui hanno partecipato gli analisti interpellati dalla stessa Eurotower: ovvero il Survey of Professional Forecasters (SPF).
Stime inflazione riviste al rialzo
Ma cosa è il Survey of Professional Forecasters (SPF)? E’ un sondaggio pubblicato quattro volte l’anno dalla Bce grazie al quale l’istituto centrale di Francoforte può raccogliere una serie di informazioni, tra cui le previsioni degli analisti sui tassi, ma anche sull’inflazione, la crescita del Pil reale e l’occupazione dell’area euro, relative a un arco temporale che può riguardare l’anno corrente o un periodo di più lungo termine. La prossima pubblicazione è prevista per il 22 aprile 2025 (data provvisoria fornita dalla Bce).
Veniamo ora ai numeri del nuovo sondaggio per il primo trimestre 2025 che è stato condotto a inizio gennaio (tra il 7 e il 9 gennaio), raccogliendo le opinioni di 60 tra analisti ed economisti. Vale la pena smarcareun punto, come messo in evidenza dalla stessa Bce: i risultati del sondaggio non rappresentano le opinioni degli esponenti del consiglio direttivo della Bce. Bisognerà, infatti, aspettare le prossime proiezioni macroeconomiche ufficiali della Bce per l’area dell’euro in calendario il 6 marzo 2025, pubblicate in occasione del nuovo meeting ufficiale della Bce.
Secondo i risultati del sondaggio che fotografa le aspettative degli economisti interpellati dalla Bce, per l’inflazione headline, misurata dall’indice armonizzato dei prezzi al consumo (HICP), le attese sono ora di una crescita del 2,1% per il 2025, dell’1,9% per il 2026 e del 2,0% per il 2027. “Le aspettative sono state riviste al rialzo rispetto al sondaggio precedente condotto nel quarto trimestre del 2024 di 0,2 punti percentuali per il 2025, ma invariate per il 2026”, spiega la nota della Bce. Le stime per l’inflazione core, che esclude le componenti più volatili come energia e alimentari, sono rimaste invariate per il 2025 e il 2026.
Con riferimento all’inflazione complessiva, le ultime proiezioni della Bce diffuse lo scorso dicembre mostravano in media i seguenti valori: 2,4% nel 2024, 2,1% nel 2025, 1,9% nel 2026 e 2,1% nel 2027. A settembre stimava il 2,5% nel 2024, il 2,2% nel 2025 e l’1,9% nel 2026.
In termini di crescita, secondo le stime, il Pil reale dovrebbe crescere dell’10% nel 2025 e dell’1,3% sia nel 2026 che nel 2027. Rispetto al sondaggio precedente, le aspettative sono state riviste al ribasso di 0,2 punti percentuali per il 2025 e di 0,1 punti percentuali per il 2026. “La politica economica e l’incertezza politica hanno contribuito a queste revisioni”, spiega il documento nel quale si indica che le aspettative di crescita a lungo termine sono rimaste invariate all’1,3%.
E infine per quanto riguarda il tasso di disoccupazione non ci sono scossoni nelle previsioni, è rimasto sostanzialmente invariato.
La panoramica completa nella tabella sottostante, pubblicata sul sito della Bce

Cosa dicono i consumatori….
Le aspettative mediane di inflazione per i prossimi 12 mesi sono aumentate nel mese di dicembre, per il terzo mese consecutivo, al 2,8% rispetto al 2,6% del mese passato. Un risultato che emerge dall’indagine mensile condotta dalla Bce fra i consumatori europei che per quanto riguarda il tasso mediano di inflazione percepita negli ultimi 12 mesi hanno indicato un aumento, il secondo consecutivo, al 3,5%, rispetto al 3,4% di novembre.
Dalla Bce segnalano che le aspettative di inflazione a un anno e a tre anni sono rimaste al di sotto del tasso di inflazione percepito in passato. Inoltre, l’incertezza sulle aspettative di inflazione per i prossimi 12 mesi è restata invariata, per il quinto mese consecutivo, al livello più basso registrato da febbraio 2022.