Bce, Nowotny infrange tabù tassi. Euro scatta al rialzo verso prossime resistenze
Euro osservato speciale, dopo il rally di ieri seguito alle dichiarazioni di Ewald Nowotny, governatore della banca centrale austriaca e membro del Consiglio direttivo della Bce di Mario Draghi. In alcune dichiarazioni rilasciate alla vigilia il banchiere, noto per le sue posizioni da falco, ha detto che la Banca centrale europea potrebbe dare il via al processo di normalizzazione dei tassi, iniziando con l’aumentare il tasso sui depositi dal valore attuale pari a -0,40%, a -0,20%.
Immediato l’effetto sull’euro, che ha superato la media mobile degli ultimi 55 giorni, salendo fino a $1,2378, per poi ritracciare dai massimi intraday. Nelle prime ore delle contrattazioni dei mercati europei, la moneta unica segna un lieve rialzo, oscillando attorno a $1,2370.
Secondo Bloomberg, i prossimi livelli di resistenza sono in corrispondenza dei valori $1,24 e $1,2422, quest’ultimo massimo dello scorso 28 marzo.
Intanto, gli analisti di Citi hanno definito le parole di Nowotny “di per sé aggressive in modo sufficiente”.
Prendendo chiaramente le distanze dall’approccio “moderato” di Draghi, Nowotny ha infranto praticamente un tabù, affermando di non avere alcun problema ad apportare modifiche alla politica monetaria iniziando direttamente dall’aumento dei tassi.
Queste le sue parole in un’intervista rilasciata a Reuters:
“Non avrei problemi a passare da un tasso sui depositi da -0,40% a -0,20% come primo passo e poi, come secondo passo, ad alzare il principale tasso di rifinanziamento”. Tuttavia, Nowotny non si è espresso sul timing
“La Bce porrà fine all’acquisto dei bond (attraverso il Quantitative easing) quest’anno, mentre è troppo presto dire quando si inizierà ad alzare i tassi”.
Le dichiarazioni hanno avuto un effetto rialzista sia sull’euro che sulle banche, con il sottoindice di riferimento Stoxx 600 Banks Index che è salito fino a +0,6% dopo la notizia riportata da Reuters.
Il funzionario della Bce ha lanciato anche un alert sul rischio di guerre commerciali, affermando che queste potrebbero avere un effetto anche sui rapporti di cambio.
“Gli effetti diretti potrebbero riguardare i tassi di cambio, anche se è difficile fare previsioni, visto che oggi tutto è così collegato e abbiamo lunghe catene di produzione…Potrebbero esserci effetti negativi sulla stabilità finanziaria, ma gli effetti sulla politica monetaria non sono molto chiari”.