Notizie Notizie Mondo Banche Centrali Bce, Lagarde: su tagli tassi “direzione chiara, ma con cautela”. Domani i dati chiave

Bce, Lagarde: su tagli tassi “direzione chiara, ma con cautela”. Domani i dati chiave

23 Ottobre 2024 12:14

Christine Lagarde appare ottimista, ma non abbandona la solita prudenza. La presidente della Bce, intervenuta ieri, ha aperto ad un ritorno dell’inflazione verso il target del 2% “prima del previsto”, ma ha continuato a predicare cautela ribadendo che i tassi rimarranno restrittivi “finché necessario”. E domani arrivano nuovi dati fondamentali per indicazioni sulla crescita, che tanto preoccupa i funzionari dell’area euro.

Lagarde: “Numeri inflazione rassicuranti”, target 2% più vicino

Spero che l’obiettivo dell’inflazione al 2% possa essere raggiunto prima del previsto, i numeri recenti sono relativamente rassicuranti”, ha affermato ieri Lagarde, a margine delle riunioni annuali del Fondo monetario internazionale e della Banca mondiale.

“Non possiamo ancora dire di aver sconfitto l’inflazione e continuiamo a essere cauti”, ha precisato, motivo per cui “i tassi resteranno restrittivi finché necessario”. Tuttavia, il processo disinflazionistico è sulla strada giusta e “la direzione di marcia è chiara”, anche se “il ritmo dei tagli dei tassi deve essere ancora valutato”. L’entità e la velocità dell’allentamento verranno determinate “sulla base di elementi retrospettivi e prospettici, utilizzando i tre criteri – prospettive di inflazione, dinamica dell’inflazione di fondo e intensità della trasmissione della politica monetaria – e applicando giudizio”.

Quello che è stato fatto a partire da giugno, secondo la presidente, segue “un approccio sensato, che dovrebbe essere mantenuto con questa cautela. Siamo fiduciosi che nel 2025 raggiungeremo il nostro obiettivo in modo sostenibile, ma dobbiamo stare attenti a tutto”, ha concluso, citando in particolare i rischi legati ai prezzi dell’energia e quelli dei servizi.

Altri membri Bce aprono a tagli tassi

Oltre a Lagarde, in questi giorni sono intervenuti diversi altri membri della Bce, esponendo le loro idee sull’allentamento monetario. Il portoghese Mario Centeno ha lasciato aperta la porta ad un taglio da 50 bp nella prossima riunione di dicembre, laddove i dati lo suggeriscano. La politica monetaria deve proseguire un “percorso graduale, ma costante e prevedibile, verso un livello neutrale del tasso di interesse, che potrebbe essere al 2% o leggermente al di sotto”.

Secondo il francese Francois Villeroy de Galhau, l’obiettivo di inflazione del 2% potrebbe essere raggiunto già all’inizio del 2025. “Probabilmente ci saranno altri tagli dei tassi, ma decideremo in base ai dati. Chiedo un pragmatismo agile: dobbiamo guardare i dati e tagliare quando possiamo”.

Infine, l’austriaco Robert Holzmann ha ribadito che “il processo deflazionistico è stato più rapido del previsto” e che la Bce abbasserà nuovamente i costi di finanziamento “prima che passi troppo tempo”. La discesa dei prezzi “potrebbe essere collegata alla mancanza di crescita” e al calo della domanda.

Le aspettative sulle prossime mosse di Lagarde

Proprio i dubbi sulla crescita hanno spinto la Bce a procedere con un altro taglio a ottobre, a sole cinque settimane dalla precedente mossa di settembre e in presenza di pochi dati aggiuntivi. Tuttavia, il deterioramento delle condizioni economiche è stato sufficiente per convincere i funzionari ad abbassare ancora il costo del denaro, pur in assenza di nuove proiezioni economiche (che arriveranno invece a dicembre).

La mossa e i toni di Lagarde sono stati interpretati come “dovish” dai mercati, alimentando le scommesse su altri tagli negli appuntamenti di dicembre e gennaio. Al momento, i mercati scontano 35 bp di allentamento entro fine anno e 66 bp entro gennaio.

Ciò significa che i trader non escludono una mossa da mezzo punto percentuale in uno dei due incontri, soprattutto laddove i dati continuassero a mostrare rischi per la crescita.

In arrivo gli indici Pmi, Bce alla finestra

Domani l’attenzione si sposterà dunque sulla lettura preliminare di ottobre degli indici Pmi, che tanto hanno influito nella decisione di ottobre della Bce. Le attese sono per un’ulteriore contrazione dell’attività all’inizio del quarto trimestre, a causa di una persistente debolezza del manifatturiero a compensare la modesta crescita nei servizi.

Focus soprattutto sulle performance industriali della Germania, prossima a registrare il secondo anno consecutivo di contrazione del Pil, e dell’Italia. Venerdì invece verrà diffuso il sondaggio della Bce sulle aspettative di inflazione.

Ieri, intanto, il Fondo Monetario Internazionale ha rivisto al ribasso il Pil dell’eurozona a +0,8% per quest’anno (da +0,9%) e a +1,2% per il 2025 (da +1,5%). L’inflazione è attesa al 2,4% nel 2024 e al 2% l’anno prossimo, in linea con l’obiettivo della Bce.

Nel frattempo, le elezioni Usa del 5 novembre incombono e potrebbero portare ad un ulteriore shock, soprattutto nel caso di vittoria di Trump, con un aumento previsto dei dazi e della spesa pubblica negli Usa. Occhio anche alle prossime mosse della Fed, che si riunirà il 6-7 novembre.