Notizie Notizie Italia Bce, alert Lagarde sui salari. Ma in Italia Istat conferma nodo retribuzioni

Bce, alert Lagarde sui salari. Ma in Italia Istat conferma nodo retribuzioni

7 Luglio 2023 12:08

La numero uno della Bce Christine Lagarde continua a mostrare preoccupazione per il trend dei salari, ma l’Istat conferma come la situazione, in Italia, sia decisamente diversa rispetto alla media Ue

Spirale salari-prezzi: la Bce di Lagarde lancia di nuovo l’alert, mentre l’Istat mette in evidenza la piaga delle retribuzioni annue lorde, che in Italia sono inferiori alla media Ue di 3.700 euro.

Nel Rapporto Annuale 2023 l’Istat ha presentato oggi le previsioni sul Pil e sul mercato del lavoro dell’Italia, affrontando anche altre questioni, come quelle inerenti alla finanza pubblica, dunque al debito pubblico, e alla crisi demografica.

Tracciato un quadro completo del paese, alle prese con la “trappola della povertà”, in cui rischiano di finire soprattutto i giovani, come ha detto il presidente dell’istituto Francesco Maria Chelli.

“In Italia, il meccanismo di trasmissione intergenerazionale della povertà è più intenso che nella maggior parte dei paesi dell’Unione europea: quasi un terzo degli adulti tra i 25 e i 49 anni a rischio di povertà, quando aveva 14 anni, viveva infatti in famiglie che versavano in una cattiva condizione economica”, ha detto Chielli.

Riguardo al mercato del lavoro, un capitolo è stato dedicato per l’appunto al nodo delle retribuzioni lorde annue.

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L’Istat ha segnalato, a tal proposito, che la crescita delle retribuzioni lorde annue per dipendente è stata di circa il 12 per cento nel 2022 rispetto al 2013, pari alla metà di quella osservata nella media dell’Ue27, che è stata invece nello stesso arco temporale pari a +23%, come dimostrano le tabelle pubblicate.

La Spagna, ha precisato l’istituto, ha mostrato “una dinamica simile a quella italiana (+11,8 per cento)”, mentre “quella della Francia (+18,3 per cento) e soprattutto della Germania (+27,1 per cento)” si sono confermate “decisamente più positive”.

In generale, “nel 2022, la dinamica delle retribuzioni contrattuali è rimasta moderata (+1,1 per cento; era 0,6 per cento l’anno precedente) nonostante l’intensa attività negoziale che ha visto 33 contratti rinnovati, relativi a circa 4,4 milioni di dipendenti”.

Andando nel dettaglio, “nell’industria si è registrata una crescita del +1,5 per cento; nella Pubblica Amministrazione (PA) gli andamenti sono in linea con quelli medi, mentre per il settore dei servizi privati sono stati più deboli (+0,5 per cento) riflettendo l’ampia quota di dipendenti con il contratto scaduto”.

E’ vero, si legge nel Rapporto annuale dell’Istat, che la maggior parte dei rinnovi siglati nel 2022 ha stabilito “incrementi più in linea con l’evoluzione dell’inflazione”: tali rinnovi, tuttavia, hanno rappresentato meno del 10 per cento dei dipendenti complessivi, dispiegando di conseguenza un “impatto limitato sulla dinamica totale”.

L’Istat ha continuato ricordando che, nei primi cinque mesi del 2023, l’inflazione ha moderato il passo.

La crescita dei prezzi rimane tuttavia in media ancora superiore al “9 per cento, mentre l’incremento medio delle retribuzioni contrattuali fino ad aprile è rimasto contenuto (2,2 per cento)”.

Numeri più alti sono stati registrati nel “comparto pubblico (4,8 per cento), per effetto dell’applicazione degli incrementi legati ai rinnovi contrattuali del triennio 2019-2021 siglati a partire da maggio 2022″.

Bce, Lagarde affila le armi contro crescita salari e profitti

Dal canto suo Christine Lagarde, numero uno della Bce, ha lanciato ancora l’allarme inflazione, concentrandosi sulla crescita dei salari superiore alle attese.

Nell’intervista rilasciata al quotidiano francese La Provence, la numero uno dell’Eurotower di nuovo messo in evidenza l’incidenza dei profitti delle aziende e dei salari in alcuni paesi dell’Eurozona.

“Il periodo recente di inflazione elevata non è stato accompagnato da una riduzione dei margini di profitto delle imprese che, in alcuni casi, sono anche aumentati, in modo particolare laddove la domanda per i beni e i servizi ha superato l’offerta – ha detto Lagarde – Allo stesso tempo, i salari, anche, sono saliti più delle attese”.

“Nell’attuale contesto – ha continuato la presidente dell’Eurotower – è importante sapere se le imprese ridurranno un po’ i loro margini per andare incontro alle aspettative di salari più alti dei loro dipendenti, al fine di ripristinare parte del loro potere di acquisto, un fenomeno che di solito si è presentato nei precedenti episodi di elevata inflazione, o se assisteremo a un aumento doppio: sia dei margini che dei salari. E un aumento simultaneo di entrambi accenderebbe i rischi di inflazione”.

Rischi a cui, evidentemente, Christine Lagarde si sta già preparando. “Noi non rimarremo fermi di fronte a questi rischi”, ha detto infatti la presidente della Banca centrale europea.

Rapporto annuale Istat: previsioni Pil Italia 2023-2024

Tornando al Rapporto annuale dell’Istat, guardando in avanti l’istituto ha reso noto che, secondo le previsioni rilasciate a giugno 2023, il Pil italiano è previsto in crescita, sia per il 2023 (+1,2%) sia nel 2024, al ritmo di espansione dell’1,1%, seppure in rallentamento rispetto al biennio precedente.

L’aumento del Pil sarà sostenuto prevalentemente dal contributo della domanda interna (pari rispettivamente +1,0 e +0,9 punti percentuali nel 2023 e nel 2024) e in misura più contenuta da quello della domanda estera netta (+0,3 e +0,2 punti percentuali)

I consumi delle famiglie residenti, ha aggiunto l’Istat, mostrerebbero una crescita dello 0,5 per cento nel 2023 e dell’1,1 per cento nel 2024.

Gli investimenti  sono attesi in rialzo del 3,0 per cento, anche se a un tasso inferiore a quello registrato nei due anni precedenti, per poi decelerare l’anno successivo (+2,0 per cento).

L’Istat ha spiegato che il rallentamento della dinamica degli investimenti rispetto al 2022 è condizionato dal venir meno degli incentivi dell’edilizia, parlando contestualmente del rafforzamento degli investimenti connessi all’attuazione del PNRR.

“Nel caso degli investimenti del PNRR è atteso un maggiore impulso alla crescita della produttività nel medio-lungo periodo, si legge ancora nel Rapporto Annuale.

Segnali positivi nel prossimo biennio sono attesi anche dal lato del mercato del lavoro.

In particolare l’occupazione mostrerà una crescita in linea con quella del Pil, con un aumento in termini di ULA pari rispettivamente a +1,2 per cento nel 2023 e +1 per cento nel 2024.

Al miglioramento dell’occupazione si dovrebbe associare inoltre una riduzione del tasso di disoccupazione.

“Lo scenario di previsione tiene conto di un contesto internazionale caratterizzato da un rallentamento della domanda mondiale e dell’economia di paesi quali la Germania e gli Stati Uniti, rilevanti partner commerciali dell’Italia. Pesa, inoltre, l’incertezza legata a tempi ed esiti del conflitto tra Russia e Ucraina, ai rischi di instabilità finanziaria e a un livello di inflazione ancora lontano dagli obiettivi delle principali Banche centrali”.

“Un ulteriore fattore di rischio a livello nazionale potrebbe venire dalle conseguenze economiche, soprattutto per i comparti agricolo e turistico, della recente ondata di alluvioni che ha colpito l’Emilia-Romagna”.

Nel corso della relazione con cui ha presentato il Rapporto annuale dell’Istat, il presidente Francesco Maria Chelli ha affermato che “il periodo che abbiamo alle spalle non è stato, certo, facile”.

Di fatto, l’Italia è stata messa a “dura prova dall’emergenza sanitaria e dalla crisi economica che ne è seguita”.

“Molte disuguaglianze a livello economico, sociale e territoriale si sono aggravate – ha aggiunto il numero uno dell’Istat, con altri fronti di crisi che si sono “sovrapposti: la guerra in Ucraina, le tensioni a livello internazionale, la crisi energetica e il ritorno dell’inflazione”, tutti “fattori che hanno condizionato la ripresa dell’economia e accresciuto il disorientamento delle famiglie e l’incertezza per le imprese”.

Vero è, anche, che l’Italia, ha sottolineato Chielli, “ha mostrato una considerevole capacità di resilienza e reazione”.