Rispettando le attese della vigilia, la Banca centrale europea ha mantenuto i tassi d’interesse invariati al livello dello 0,75%. E’ dal meeting del luglio 2012 che il costo del denaro rimane a questo livello. La decisione, peraltro, non ha sorpreso il mercato, che non attendeva per oggi una variazione ma aspettava con ancor più curiosità la classica conferenza post decisione di Mario Draghi. I possibili market mover che il governatore poteva toccare erano infatti numerosi, dalle scelte di politica economica che l’istituto centrale adotterà nei prossimi mesi alle stime congiunturali degli economisti di Francoforte per il 2013 dell’Eurozona..
E su questi temi, Draghi non si è certo tirato indietro durante la conferenza stampa. A suo avviso, la debolezza economica vista nel 2012 continuerà anche nel corso del 2013 ma una graduale ripresa della attività economica dovrebbe materializzarsi entro la fine dell’anno. La politica accomodante portata avanti dalla Bce non verrà modificata e continuerà a sostenere la crescita. Per uscire dalla crisi e tornare a un’effettiva situazione di normalità le politiche dei singoli Paesi rimangono cruciali. Ne è convinto il governatore di Francoforte che ha esortato ancora una volta i governi a mettere in atto le riforme e ridurre gli squilibri fiscali e strutturali che persistono nella zona euro. Draghi ha infatti precisato che è prematuro dire che si è giunti a “un punto di svolta”, si sta comunque percorrendo “la strada giusta”.
“La decisione presa oggi è stata unanime – ha detto Draghi rispondendo alla domanda di un giornalista – Abbiamo analizzato la situazione e abbiamo visto un significativo miglioramento dei mercati finanziari negli ultimi mesi“. E, ha aggiunto, “ci sono segnali che la frammentazione dei mercati finanziari si stia riducendo con i rendimenti che scendono e la volatilità ai minimi”. L’istituto di Francoforte si attende tuttavia un ulteriore miglioramento. “L’economia – ha proseguito Draghi – sarà ancora debole nel corso del 2013, con una ripresa graduale a partire dalla seconda parte dell’anno”.
Draghi ha mostrato un atteggiamento prudente, senza lasciarsi andare ai facili entusiasmi. “Non vedo alcuna esuberanza, siamo vicini a una situazione di normalità – ha affermato l’ex numero uno di Bankitalia – ma nessun segnale di una forte ripresa che non avverrà prima del previsto”. Secondo Draghi uno dei rischi principali “viene dalla mancanza di azione da parte dei Governi, in particolare sul fronte fiscale”.
Chi ha tratto immediato giovamento dalle parole di Draghi è stato l’euro, con le quotazioni della divisa unica del Vecchio continente che hanno subito fatto un gran balzo nei confronti del dollaro Usa “Riteniamo che le dichiarazioni di Mario Draghi potrebbero dare sostegno alla moneta unica anche nei prossimi giorni, creando i presupposti per un ritorno in area 1,33, importante resistenza non solamente in ottica di breve periodo”, ha commentato a caldo Filippo Diodovich, market strategist di IG.