La disoccupazione europea è drammatica, serve un salario minimo
La situazione della disoccupazione nell’area euro “è drammatica”. A parlare non è una delle milioni di persone che sono rimaste senza lavoro a causa della crisi ma uno dei massimi esponenti della politica europea, Jean Claude Junkers. L’attuale Primo ministro lussemburghese, Presidente uscente dell’Eurogruppo dopo 8 anni di leadership, in quello che potrà considerarsi il suo ultimo intervento pubblico in qualità di numero uno del consesso dei ministri dell’Economia e delle finanze degli Stati che adottano l’Euro non si è sottratto ad alcune critiche verso la conduzione degli ultimi anni dell’Europa e della sua moneta.
“Avevamo detto che l’euro avrebbe riequilibrato la società e invece la disoccupazione aumenta”: ha detto Juncker al Parlamento Ue, ammonendo che “ora supera l’11% e non ce lo possiamo permettere”. Il riferimento del politico lussemburghese è stato al dato di novembre, pubblicato 2 giorni fa, in cui i senza lavoro hanno toccato il massimo storico dell’11,8% dall’11,7% del mese precedente. La stilettata, probabilmente indirizzata al non amato blocco franco-tedesco, non si è fatta attendere: “la mancanza di occupazione è una tragedia che stiamo sottovalutando, per questo dobbiamo realizzare politiche più attive per il mercato del lavoro”.
Inatteso, per uno che nel passato è stato per 6 anni a capo della Banca mondiale, è stato il riferimento a Marx inserito nel passaggio seguente del suo discorso di commiato. “Bisogna ritrovare la dimensione sociale dell’unione economica e monetaria, con misure come il salario minimo in tutti i Paesi della zona euro, altrimenti perderemmo credibilità e approvazione della classe operaia, per dirla con Marx». Certamente la proposta di Juncker rappresenterebbe per molti una vera boccata d’ossigeno, sia per i disoccupati e le loro famiglie sia per le aziende, che avrebbero così maggiori possibilità di veder crescere i consumi, che per il sistema bancario, a quel punto gravato da un minor rischio di exploit dei crediti deteriorati.
Il tema bancario non è stato certamente trascurato da Juncker nel suo discorso di commiato. Il politico, annunciando che a guidare la supervisione delle banche europee sarà una donna, la francese Daniele Nouy, ha infatti auspicato che in futuro il Fondo salva Stati permanente (Esm) possa essere in grado di ricapitalizzare direttamente le banche della zona euro. Sul tema, Juncker ha anche aggiunto che “l’Esm dovrebbe essere in parte retroattivo, e cioè dovrebbe poter affrontare i problemi già presenti nel settore bancario e non solo quelli che emergeranno d’ora in avanti”.
Il futuro più immediato, dopo l’impasse di qualche mese fa, sembra migliore rispetto a 1 anno fa. “Iniziamo il 2013 in una situazione nettamente migliore rispetto al 2012, anno di risultati positivi per la zona euro” e anche per l’Esm “le cose stanno andando avanti nella giusta direzione”.
Che l’Europa sia finalmente decisa a uscire unita, coesa e più forte di prima verrà peraltro testato a breve. Uno dei passaggi più delicati, Juncker lo ha dedicato a Cipro, la cui situazione “è grave quanto quella della Grecia” . Considerando che “il debito non è più sostenibile”, ora “bisogna trovare al più presto una soluzione”. La velocità e la portata della risposta potrebbero rappresentare la conferma della volontà di procedere d’ora in poi uniti sulla stessa strada, evitando così di dare risposte di cortissimo respiro quando “gli Usa o gli altri Paesi ci interpellano sul futuro”.