Bce conferma tassi a zero e QE più soft da gennaio, attesa per Draghi e nuove stime economiche
Niente sorprese dalla Bce che conferma i tassi ai minimi storici e la rimodulazione del quantitative easing (QE) a partire da gennaio, con acquisti dimezzati e orizzonte temporale degli acquisti almeno fino a settembre 2018.
Tassi ai livelli attuali ben oltre orizzonte QE
L’istituto centrale europeo ha così lasciato il livello dei tassi di interesse (repo rate) a quota zero per cento, mentre il tasso sui depositi rimane a -0,40%. Il Consiglio direttivo della Bce si attende che i tassi di interesse di riferimento si mantengano su livelli pari a quelli attuali per un prolungato periodo di tempo e ben oltre l’orizzonte degli acquisti netti di attività.
Da gennaio il QE verrà dimezzato
Il Consiglio direttivo conferma che da gennaio 2018 intende continuare a effettuare gli acquisti netti nel quadro del programma di quantitative easing al ritmo mensile di 30 miliardi di euro sino alla fine di settembre 2018 o anche oltre se necessario, e in ogni caso finché il Consiglio direttivo non riscontrerà un aggiustamento durevole dell’evoluzione dei prezzi, coerente con il proprio obiettivo di inflazione. Se le prospettive diverranno meno favorevoli o se le condizioni finanziarie risulteranno incoerenti con ulteriori progressi verso un aggiustamento durevole del profilo dell’inflazione, il Consiglio direttivo è pronto a incrementare il QE in termini di entità e/o durata. “L’Eurosistema reinvestirà il capitale rimborsato sui titoli in scadenza nel quadro del QE per un prolungato periodo di tempo dopo la conclusione degli acquisti netti di attività e in ogni caso finché sarà necessario. Ciò contribuirà sia a condizioni di liquidità favorevoli sia a un orientamento di politica monetaria adeguato”, rimarca il press release della Bce.
Attesa per Draghi
Il Presidente della Bce, Mario Draghi, terrà alle 14:30 la consueta conferenza stampa post meeting. Attesi oggi anche gli aggiornamenti delle stime di crescita economica e inflazione.
Draghi potrebbe dare indicazioni sugli acquisti di titoli per il prossimo anno ed in particolare sui titoli corporate, considerato che diversi membri hanno menzionata la possibilità di un aumento della loro percentuale di acquisto. Possibile una revisione al rialzo dell’inflazione in scia all’aumento del 15% dei prezzi del petrolio rispetto all’ultimo aggiornamento delle prospettive. Risveglio dell’inflazione nei prossimi mesi che potrebbe alimentare ulteriormente le pressioni su Mario Draghi per un ritiro anticipato del QE