La scommessa top di Gundlach per il 2018. E la lettera che El-Erian scriverebbe a Babbo Natale
Jeffrey Gundlach, numero uno di DoubleLine Capital noto anche come “Re dei Bond” e Mohammed El-Erian, responsabile economista di Allianz, a cui fa capo Pimco: due nomi e due volti ben conosciuti dalla finanza internazionale, tra i più seguiti al mondo da investitori e trader.
Anche loro si uniscono al coro delle previsioni per l’anno nuovo, e danno consigli, seppur in modo diverso.
Gundlach presenta quella che sarà a suo avviso la scommessa numero uno del 2018. El-Erian, in un articolo pubblicato su Project Syndicate, cerca di capire cosa gli investitori dovrebbero chiedere a Babbo Natale, sempre per il 2018.
La puntata preferita di Gundlach si riassume nella parola “commodities”, ovvero materie prime. Stessa cosa aveva consigliato di fare il team di strategist di Goldman Sachs, qualche giorno fa.
“Penso che gli investitori debbano aggiungere le materie prime ai loro portafogli” di investimento, ha detto Gundlach, in un’intervista rilasciata alla Cnbc.
A suo avviso, la convenienza delle materie prime rispetto alle azioni ha raggiunto livelli che, di norma, sono stati testati in fasi storiche.
“Si arriva a questi cicli massicci…il cui ripetersi è quasi inquietante. E dunque, guardando a quel grafico, si evince che il valore delle commodities si trova, storicamente, esattamente al punto in cui desideri che sia un buy”.
Il Re dei Bond ricorda che “esiste una relazione davvero notevole tra la capitalizzazione di mercato o il ritorno totale dello S&P 500 e il ritorno di qualcosa come l’indice delle commodities di Goldman Sachs. La ciclicità è davvero ripetitiva“.
Così invece Mohammed El-Erian, che immagina una ipotetica lettera scritta dalla comunità degli investitori a Babbo Natale.
“Se si trovassero a scrivere una lettera a Babbo Natale, quest’anno, gli investitori finanziari sarebbero probabilmente tentati di chiedere che continui quella insolita combinazione di fattori che ha caratterizzato l’ultimo anno: la volatilità dei mercati a livelli ultra-bassi, il boom delle quotazioni degli asset finanziari, le correlazioni che hanno abbassato il costo per mitigare il rischio di portafoglio, e la promessa di nuove opportunità (come il Bitcoin)”.
Ma, “prima di presentare la lista dei propri desideri, gli investitori dovrebbero considerare i rischi di più lungo termine, associati alla decorrelazione dei mercati finanziari dai fondamentali politici ed economici”.
El-Erian elenca quelli che sono i cinque principali fattori che hanno creato il quadro decisamente insolito del 2017.
Anno in cui, “in data 12 dicembre, i mercati azionari globali, e in modo particolare l’indice S&P hanno garantito ritorni su base annua del 20%”, e in cui “la volatilità è stata insolitamente bassa, tanto che negli Stati Uniti, nel 2017 la perdita giornaliera dello S&P 500 è stata la più bassa dell’intera storia dell’indice”; e anno in cui il rally dell’azionario “non è stato accompagnato – contrariamente a quanto di norma avviene – dai prezzi più bassi dei bond governativi”, e in cui non si è presentata dunque “la cosiddetta correlazione negativa tra asset rischiosi e asset sicuri“.
Menzionati anche i balzi da capogiro del Bitcoin, salito da 1000 dollari di inizio anno fino a $16.000 in data 12 dicembre.
Ebbene i cinque fattori che hanno caratterizzato il 2017 sono stati:
- La crescita sincronizzata dell’economia globale, che continua a rafforzarsi.
- I progressi negli Usa delle politiche pro-crescita.
- La normalizzazione della politica monetaria (che sta proseguendo tuttora) da parte della Fed.
- I forti flussi in entrata nei prodotti di investimento passivo.
- Le continue ampie iniezioni di liquidità da parte delle tre grandi banche centrali – Bank of Japan, Bce, e People’s Bank of China – che, insieme ai bilanci aziendali ricchi di cash, hanno aiutato ad abbassare i costi di finanziamento a favore di un numero significativo di famiglie e aziende.
Sulla base di quanto è avvenuto nel 2017, El-Erian afferma che, nell’ipotetica lettera a Babbo Natale, gli investitori dovrebbero esprimere un desiderio ben preciso: quello che i fondamentali economici migliorino in modo tale da avallare prezzi degli asset ancora più elevati.
E qui arriva l’invito alla cautela:
“In assenza di ulteriori miglioramenti economici e politici, i fattori che hanno rallegrato gli investitori nel 2017 rischieranno di generare uno spiacevole ribaltamento della buona sorte. La forte performance di quest’anno, d’altronde, è stata sostenuta in modo significativo dai ‘ritorni’ che sono stati presi in prestito dal futuro”.
Crescita deve essere insomma il diktat che, secondo l’esperto, dovrà caratterizzare le scelte di politica economica dei governi e anche le decisioni delle banche centrali.
Ciò significa che, “al fine di promuovere una crescita stabile, tutte le principali banche centrali sistemiche del mondo – soprattutto la Fed, la Bank of Japan, la Bce e la People’s Bank of China – dovranno continuare a coordinare le loro strategie, con l’obiettivo di assicurare politiche monetarie adeguate”.
“Soltanto con questi sforzi – sottolinea El-Erian – l’attuale ripresa della crescita globale genererà quelle radici strutturali di cui ha bisogno per essere durevole ed equilibrata nel medio termine. Ciò è tanto più cruciale in un momento caratterizzato da rischi geopolitici fluidi e dall’incertezza che riguarda la produttività, i salari e le dinamiche inflazionistiche”.