Bce: attesa per la conferenza di Draghi, l’attenzione sarà rivolta a QE e caso Grecia

Sale l’attesa per la riunione della Banca centrale europea (Bce) e in particolare per la conferenza stampa del presidente Mario Draghi, che come di consueto farà seguito all’annuncio di politica monetaria. Il mercato non si aspetta nessuna novità sia per quanto riguarda eventuali nuove misure, sia sulle stime economiche, che verranno aggiornate nel meeting di giugno. Vista così, la riunione potrebbe rappresentare un non-evento per i mercati: il quantitative easing (QE) sta dando i suoi frutti e per la prima volta dopo tanto tempo la Bce può rilassarsi. Tuttavia, le parole di Draghi potrebbero dare qualche spunto interessante sul proseguimento del QE e sulla spinosa questione Grecia.
Il continuo miglioramento degli indicatori di fiducia dopo l’ultima riunione di marzo, oltre che il balzo della produzione industriale rappresentano buone notizie e dovrebbero dare supporto allo scenario positivo delineato dalla Bce. Non solo. Guardando al primo mese di QE, il bilancio è positivo. La banca centrale europea ha praticamente raggiunto il suo obiettivo mensile di 60 miliardi con acquisti pari a quasi 50 miliardi. Tuttavia non mancheranno questioni da chiarire. “Ora che i rendimenti sui titoli tedeschi con scadenza 1 e 3 anni sono scesi sotto il -0,20% del tasso di deposito fissato dalla Bce, potrebbe iniziare una speculazione su quando la Bce abbassi ulteriormente il tasso sui depositi per aumentare l’appeal degli acquisti del QE”, afferma l’analista Carsten Brzeski di ING.
La più grande sfida della Bce potrebbe diventare ora quella di gestire le aspettative, sia sull’economia dell’Eurozona, sia sul proseguimento dal QE. A questo riguardo, l’esperto di ING si aspetta che Draghi ribadisca che il piano di acquisto asset continuerà almeno fino a settembre 2016, togliendo ogni dubbio su un possibile stop anticipato dopo le parole del membro Bce Yves Mersch. “Se e quando la ripresa diventa veramente sostenibile nei prossimi mesi, ci aspettiamo che Draghi metta maggiormente l’accento sulle lacune produttive e l’alto tasso di disoccupazione per giustificare il proseguimento del QE fino alla fine”, sostiene Brzeski.
Altra questione spinosa sarà senza dubbio la Grecia. “La nuova estensione del limite della linea di emergenza Ela suggerisce che la Bce non è disposta a prendere una decisione – spiega l’esperto di ING – Finché i negoziati tra il governo greco e l’Eurogruppo continuano, ci aspettiamo che la Bce continui a eseguire il minimo indispensabile per evitare un collasso del settore bancario greco”.