Notizie Notizie Mondo Barclays: dopo Agius, anche l’amministratore delegato Diamond si dimette

Barclays: dopo Agius, anche l’amministratore delegato Diamond si dimette

3 Luglio 2012 07:43

Lo scandalo Libor non si ferma e fa rotolare un’altra testa dell’alta finanza inglese. Dopo le dimissioni del presidente di Barclays, Marcus Agius, avvenute ieri, oggi anche l’amministratore delegato del gruppo, Bob Diamond, ha rassegnato le dimissioni con effetto immediato. Lo ha annunciato la banca stessa, confermando le indiscrezioni circolate di prima mattina. Intanto il premier britannico, David Cameron, ha annunciato l’avvio di una inchiesta indipendente sulle banche per individuare le responsabilità e infierire pene esemplari ai colpevoli della manipolazione del tasso interbancario che regola i prestiti tra le banche e i mutui. L’inchiesta al momento coinvolgerebbe ben 16 gruppi bancari.

Dopo 16 anni di servizio in Barclays, l’amministratore delegato Diamond ha deciso di dimettersi con effetto immediato per le pressioni che si sono scatenate dopo lo scandalo Libor, definendole però lontane dalla verità. “La pressione esterna su Barclays – ha dichiarato Diamond – ha raggiunto un livello che rischia di danneggiare il gruppo. Non posso lasciare che questo accada”. E ancora: “Sono profondamente deluso dal fatto che l’impressione creata dagli eventi annunciati la scorsa settimana non potrebbe essere più lontana dalla verità”. La sua decisione segue quella del presidente Agius, che ieri ha annunciato le dimissioni e dopo che settimana scorsa la banca ha patteggiato il pagamento di una multa per risolvere l’inchiesta sul Libor.

Settimana scorsa Barclays, il secondo maggior istituto finanziario inglese, ha infatti raggiunto un accordo con la Financial Services Authority britannica, la Commodity Futures Trading Commission statunitense e la United States Department of Justice sezione antifrode per risolvere l’inchiesta sulle presunte manipolazioni operate da alcuni suoi dipendenti sul tasso interbancario. Il patteggiamento prevede il pagamento di una multa di 290 milioni di sterline. Ma ciò non è stato sufficiente per chiudere la questione.

Il governo inglese si è intanto detto pronto a intervenire con l’avvio di una indagine indipendente sulle banche. Ieri il premier britannico, Cameron, non ha lasciato spazio a dubbi: “E’ uno scandalo quanto stia emergendo. Per questo motivo, una commissione d’inchiesta parlamentare è stata incaricata di indagare a fondo”. Cameron promette pene severe ai banchieri responsabili. L’annuncio del premier viene ripreso dal cancelliere, George Osborne, e segue le parole durissime di settimana scorsa di alcuni leader dell’opposizione. Ed Miliband, esponente del partito laburista, ha dichiarato nei giorni scorsi: “Abbiamo bisogno di sapere chi sapeva cosa e quando, e si dovrebbero avviare procedimenti penali contro coloro che hanno infranto la legge”.

La vicenda Libor, che fa emergere tutta la “malafinanza” della City (ma non solo) allarga i suoi confini oltre Barclays e potrebbe far scattare presto altre multe e far rotolare altre teste. Nello scandalo infatti sarebbero coinvolti anche altri istituti finanziari. A cominciare da Royal Bank of Scotland. Nei giorni scorsi il Times of London, citando una fonte anonima vicina alla banca, ha anticipato che Rbs sarà multata per 150 milioni di sterline per il suo ruolo nelle manipolazioni operate sul Libor.