Notizie Risparmio Bankitalia investe green e avverte: risparmiatori hanno voglia di finanza sostenibile, ma offerta prodotti è ancora carente

Bankitalia investe green e avverte: risparmiatori hanno voglia di finanza sostenibile, ma offerta prodotti è ancora carente

21 Maggio 2019 15:29

La sostenibilità è stata al centro del discorso odierno di Ignazio Visco. Il governatore di Bankitalia ha avvertito circa i rischi che i cambiamenti climatici pongono per l’economia reale così come per la stabilità del settore finanziario.  Visco è intervenuto in occasione dell’apertura della terza edizione del Festival dello sviluppo sostenibile, in programma fino al 6 giugno, la manifestazione unica nel suo genere nel panorama internazionale, sui temi della sostenibilità ambientale, economica e sociale con centinaia di eventi su tutto il territorio nazionale per fare il punto sulla posizione dell’Italia rispetto ai 17 Obiettivi di sviluppo sostenibile dell’Agenda 2030.

La sostenibilità entra nel portafoglio di Bankitalia

Che gli investimenti green siano ormai il futuro lo sa bene anche Banca d’Italia che ha deciso di adottare una strategia di investimento che integra considerazioni ESG (Enviromental, Social, Governance) nella gestione del proprio portafoglio azionario. Nella sostanza, ha sottolineato Visco, “la metodologia utilizzata in precedenza, della quale sono stati confermati i principi di diversificazione e di neutralità di mercato è stata integrata con due tipologie di valutazioni. La prima esclude gli investimenti in titoli emessi da società che operano prevalentemente in settori non conformi al Global Compact delle Nazioni Unite – l’accordo, approvato nel 2004, che stabilisce i principi che le imprese dovrebbero seguire nelle aree dei diritti umani, del lavoro, della sostenibilità ambientale e delle misure per prevenire la corruzione. La seconda privilegia i titoli di quelle società che mostrano le valutazioni migliori sotto il profilo ESG” continua Visco.

La nuova metodologia adottata da Bankitalia comporta un significativo miglioramento dell‘impatto ambientale degli investimenti finanziari dell’istituto. “Le aziende incluse nel nuovo portafoglio – continua il governatore – si caratterizzano per un più basso grado di emissioni di gas serra (con una riduzione del 23%) e minori consumi di energia e di acqua (del 30 e del 17 per cento, rispettivamente). Ne consegue, altresì, una più efficace gestione dei rischi”. Per il momento tale strategia è applicata agli investimenti azionari, ha precisato Visco ricordando che “è in corso di valutazione la possibilità di estenderla ad altre classi di attività, quali le obbligazioni societarie”. Il numero uno di Via Nazionale ha sottolineato poi che in Italia “l’interesse espresso dai risparmiatori per la finanza sostenibile è significativo, ma l’offerta di prodotti non è ancora sufficiente a soddisfare la domanda: vi è spazio per nuovi progetti da finanziare, servono strumenti adeguati sui quali investire ed è fondamentale la capacità delle imprese di fornire le informazioni necessarie sulla sostenibilità delle proprie attività.

Visco: aumento temperature influirà sulle capacità produttive del paese

Ma con il suo intervento dal palco dell’Auditorium Parco della Musica a Roma, Visco ha lanciato un avvertimento: con l’aumento delle temperature “l’Italia sarà la nazione europea più esposta ai danni legati all’esondazione dei fiumi e il progressivo aumento delle temperature potrebbe influire in modo permanente sulle capacità produttive del paese”. “Gli effetti dei cambiamenti climatici sull’economia reale – ha proseguito Visco – possono propagarsi al settore finanziario attraverso diversi canali”. Ed ha spiegato in particolare che le catastrofi naturali “interrompono le funzioni produttive delle imprese e delle famiglie, aumentandone la vulnerabilità finanziaria, riducendo il valore delle attività date in garanzia per ottenere credito e rendendo più complesso il rimborso dei prestiti”. Visco ha poi avvertito che “i maggiori rischi dovuti ai cambiamenti climatici potrebbero indurre le banche a restringere il credito nei confronti dei soggetti localizzati nelle aree più a rischio, con potenziali ripercussioni negative anche sulla trasmissione degli impulsi di politica monetaria. Qualora la scala di questi effetti divenisse rilevante, potrebbe risentirne la stessa stabilità del sistema finanziario”.

In base a recenti analisi, Bankitalia ha messo in evidenza il fatto che in Italia “nel nostro paese, oltre il 20% dei prestiti al settore produttivo viene erogato a residenti di aree ad elevato rischio alluvionale; il flusso di credito, inoltre, risulta correlato negativamente con l’esposizione al rischio, specialmente quando i debitori sono costituiti da piccole e medie imprese”.