Notizie Certificates Banco BPM prosegue il magic moment a Piazza Affari, su dossier fusioni MPS non esprime preferenze

Banco BPM prosegue il magic moment a Piazza Affari, su dossier fusioni MPS non esprime preferenze

3 Ottobre 2019 18:03

Ancora una seduta da prima della classe a Piazza Affari per banco BPM. Il titolo del terzo maggiore gruppo bancario italiano è salito del 2,56% a 1,94 euro, miglior performer di giornata dell’intero FTSE Mib. A dare sprint al titolo sono ancora le attese di futuri sviluppi sul fronte M&A dopo il rilancio da parte di analisti (report Morgan Stanley) e dello stesso ad Giuseppe Castagna di una possibile fusione tra Banco e UBI Banca. Gli analisti nei giorni scorsi si sono espressi sul deal Banco-UBI sottolineandone il senso industriale, con però qualche dubbio sui tempi di avvio del processo di consolidamento con le questioni di governance potrebbero rallentare ulteriormente il processo.

Mps alla finestra

Sul mercato circolano anche voci di potenziali coinvolgimenti di altre realtà quali Bper e Mps. Quest’ultima non esprime preferenze nel valzer delle alleanze. “Sull’ipotesi fusione non abbiamo preferenze, la decisione spetta al Ministero del Tesoro”, si è limitata a dire Stefania Bariatti, presidente di Banca Monte dei Paschi a margine dell’assemblea generale di Assolombarda.  Il Tesoro infatti è azionista di riferimento con il 68% del capitale dell’istituto senese ed è al lavoro presentare un piano di dismissione della quota di controllo entro fine anno (e da attuare entro fine 2021).  Non è escluso che il Tesoro si trovi costretto a chiedere all’UE più tempo. 

L’ad di Banco BPM, Giuseppe Castagna, su Mps ha detto nei giorni scorsi: “Non si è ancora nemmeno capito quali siano le tempistiche, quindi io lascerei lavorare in pace, poi chiaramente se ne potrà parlare”.

Milano ferma l’emorragia, giù Eni e Fca

Piazza Affari oggi ha strappato a fine seduta il segno più dopo una giornata altalenante. L’indice Ftse Mib ha chiuso a 21.311 (+0,06%). L’uscita alle 16:00 dell’indice ISM non manifatturiero, scivolato ai minimi a 3 anni a 52,6 a settembre dai 56,4 precedenti, ha fatto scattare le vendite sui mercati che però poi hanno ripreso vigore. “Entrambi i principali sondaggi ISM indicano un forte rallentamento dei tassi di crescita negli Stati Uniti. Prevediamo una crescita del PIL degli Stati Uniti dell’1,3% per il 2020 rispetto a una stima del consenso dell’1,8% con la chiara conseguenza che la Federal Reserve avrà più lavoro da fare per sostenere l’economia”, scrive James Knightley, Chief International Economist di ING.

Tra i singoli titoli è arrivato a cedere quasi il 2 per cento il titolo Eni in scia all’accelerazione al ribasso del petrolio dopo l’ISM servizi. Il titolo del gruppo del cane a sei zampe alla fine ha ceduto l’1,09% in area 13,40 euro.

Giornata difficile per FCA (-1,36%) con il mercato che non ha accolto con favore i dati sulle vendite negli Usa nel terzo trimestre che hanno comunque segnato una timida ripresa (+0,1%) dopo i segni meno dei primi due trimestri dell’anno. Le vendite sono state trainate ancora una volta dal marchio RAM (+15% a 179mila unità), mentre tutti gli altri marchi hanno registrato cali: Jeep -2% a 245mila (di cui 16mila del nuovo Gladiator lanciato a maggio). “Le maggiori vendite del marchio Ram dovrebbe portare a un mix positivo nel trimestre, portando a margini migliori – rimarcano gli analisti di Mediobanca Securities – Dall’altro canto però il trend di vendite di Jeep è sotto le nostre stime e ci aspettavamo che il modello Gladiator guidasse l’aumento dei volumi anche per questo marchio”.