Banco BPM ha voglia di risiko, AD Castagna: ‘molto disponibili’, ma titolo maglia nera in Borsa. Vandelli (Bper): M&A ‘difficile se non impossibile’
Banco BPM si conferma interessata e disponibile a vagliare operazioni di fusioni: lo ha ripetuto oggi il numero uno, l’amministratore delegato Giuseppe Castagna, ammettendo di provare anche un po’ di invidia per l’accordo di M&A che Nexi è riuscita a concludere prima con Sia e, successivamente, con Nets. La transazione darà vita alla paytech leader in Europa, agevolando la transizione, anche, verso un’economia digitale e cashless nel Continente.
Parlando nel corso di un evento online organizzato da Rcs Academy, Castagna si è complimentato con il ceo di Nexi, Paolo Bertoluzzo:
“Lo dico con un po’ di invidia perchè io ci ho messo 4 anni a fare la mia fusione” ha detto l’AD, ripetendo che a Banco BPM “siamo molto disponibili, come si sa, a farne un’altra”.
L’ostacolo? I tempi.
“I tempi sono meno rapidi, meno veloci, meno chiari di quanto non abbia fatto Nexi. Probabilmente c’è un problema di sovrastruttura regolatoria che rende le cose più difficili nel nostro settore”.
Il titolo Banco BPM non solo non ha reagito positivamente, ma si conferma maglia nera dell’indice Ftse Mib, perdendo più del 4%.
Soffre in Borsa anche Bper, ovvero quella che sembra(va?) la promessa sposa più probabile di Banco BPM, dopo che Credit Agricole ha individuato la sua preda, non nella banca di Piazza Meda, come sembrava inizialmente, ma in CreVal (Credito Valtellinese).
Ad affossare il desiderio di M&A di Banco BPM è stato però lo stesso Alessandro Vandelli, numero uno di Bper.
Su un possibile matrimonio con Banco BPM, interpellato sulle parole dell’AD di Unipol (primo azionista di Bper con una quota del 19%) Carlo Cimbri – che si era detto favorevole alla potenziale creazione dell’asse Bper-Banco Bpm – Vandelli si è così espresso:
L’integrazione delle filiali Ubi e Intesa è “la nostra operazione di crescita che richiederà 3-6 mesi per essere completata” e fino a quando non sarà conclusa “appare difficile e complesso, per non dire impossibile, valutarne altre”.
Vandelli ha precisato che Bper oggi e nei prossimi mesi sarà “totalmente focalizzata” sul proprio piano. Certo, le parole di un azionista come Unipol (in particolare del suo numero uno Carlo Cimbri), sulla possibile fusione con Banco Bpm “sono importanti – ha detto ancora, perchè nascondono un messaggio generale che è stato quello degli ultimi anni, a favore della crescita e dello sviluppo che abbiamo portato avanti: le vedo più come uno stimolo che come un’indicazione puntuale”.
“Oggi si fa fatica ad aggiungere qualcosa a questa attività che testimonia la nostra volontà di crescita, anche le cose più – ha detto ancora Vandelli – Stiamo andando a raddoppiare le nostre dimensioni rispetto a pochi anni fa e questo grazie allo stimolo costante e costruttivo de nostri soci, che sono una risorsa che dà stabilità”. Anche Bper si conferma tra i titoli peggiori del Ftse Mib, con un tonfo anche in questo caso superiore a -4%. Giù anche Unipol, che cede più del 3,9%.
E’ vero che il Ftse Mib oggi è sotto pressione, ma i finanziari sottoperformano l’indice.
Tra le banche protagonista rimane lo shock UniCredit, che ha bruciato in Borsa in due sedute 2,5 miliardi di euro di capitalizzazione, scontando la decisione del ceo Jean-Pierre Mustier di lasciare il timone della banca.
Il titolo non soffre come nelle due sessioni precedenti, ma rimane in rosso, scendendo dell’1,5% e allontandosi dalla soglia psicologica di 8 euro, bucata al ribasso nella giornata di ieri. Ieri le banche erano andate bene, con Mps in solido rialzo. Con l’uscita di scena di Mustier le nozze con UniCredit tanto sponsorizzate dal Tesoro maggiore azionista diventano più probabili, anche se l’AD Bastianini sarebbe pronto a presentare il piano della banca senese stand-alone.A guadagnare ieri erano state anche BPM e Bper, dopo le dichiarazioni rilasciate da Davide Serra, numero uno del fondo Algebris, presente nel capitale di diverse banche italiane, inclusi i due istituti.
Nel commentare l’idea di una aggregazione tra le due realtà, Serra ha detto al Sole 24 Ore che “sarebbe un’ottima operazione, perché è come se si unissero quattro ex popolari in una, ovvero Bpm, Banco Popolare, Bper e un pezzo di Ubi, che è a sua volta originata da altre popolari”. (Serra si è espresso anche sull’Opa lanciata da Credit Agricole Italia su CreVal). In realtà Banco BPM è stata oggetto nelle ultime sessioni anche di altre indiscrezioni, su un M&A a tre insieme a Bper e Popolare di Sondrio.
Il titolo di quest’ultima ha riportato un trend molto positivo da inizio anno, contrariamente a quello delle altre banche italiane.