Banche: mega M&A per risolvere problemi di Mps, Carige e Creval? Banco Bpm temporeggia, priorità piano derisking

Si potrebbero presto riaccendere a Piazza Affari le operazioni di fusioni e acquisizioni all’interno del comparto bancario. L’M&A (merger & acquisition) si candida, infatti, a diventare un tema di investimento tra la fine del 2018 e l’inizio del 2019. Lo sostengono gli esperti dell’ufficio studi di Equita, secondo i quali si tratta “di un processo non più differibile vista l’incrementata intensità di capitale a cui è sottoposto il business bancario”. E secondo gli analisti della sim milanese “il consolidamento in questo caso avrà un carattere più intenso rispetto al passato e potrebbe coinvolgere più di un player, per rendere la concentrazione dell’industria in linea con quella di settori simili, con una quota di mercato delle prime dieci banche in Italia da 50% ad almeno 70-75%”.
L’ipotesi M&A che coinvolga più istituti di credito (non certo nuova) è tornata oggi in primo piano a Milano, dopo l’ipotesi già ventilata in un recente report sempre da Equita che indicava una fusione a due stadi fra Mps, Banco Bpm, Bper, Creval e la ligure Carige. Una mega operazione che, secondo i calcoli della sim, potrebbe sbloccare fino a 754 milioni di euro di sinergie nette con un impatto positivo del 49% sulle valutazioni delle banche coinvolte nella potenziale operazione.
A rilanciare il tema e ad accendere la discussione le indiscrezioni di questi giorni de “Il Messaggero“, secondo il quale a margine della 24esima edizione del Congresso Assiom Forex ci sarebbero stati alcuni incontri esplorativi e preliminari fra Mps e Banco Bpm per valutare un’ipotetica business combination. Dal canto suo Banco Bpm avrebbe preso tempo, rimandando eventuali coinvolgimenti in operazioni straordinarie al 2019, quando sarà completato il piano di derisking.
Stando alle indiscrezioni l’alternativa per l’istituto guidato da Morelli sarebbe una riedizione del piano 2016 che prevedeva l’aggregazione con Ubi e Unipol Banca. “Crediamo che in tutti i casi in questione si tratti di ipotesi assolutamente preliminari visto che le banche devono per prima cosa allineare i profili di rischio via taglio dell`NPE ratio in linea i livelli europei”, segnala Giovanni Razzoli di Equita.
Intanto sul Ftse Mib Banco Bpm rimane positiva, con il titolo che avanza di oltre l’1 per cento. Segno meno, invece, per Ubi Banca e Bper che cedono rispettivamente lo 0,81% e lo 0,32 oper cento. Fuori dal paniere principale, Mps accelera al ribasso: il titolo del gruppo senese lascia sul terreno oltre il 4,5% a 3,608 euro. Venerdì scorso la banca ha annunciato di avere chiuso il 2017 con una perdita netta di gruppo pari a 3,5 miliardi di euro, rispetto al rosso di 3,2 miliardi dell’anno precedente (approfondisci la notizia).