Notizie Notizie Italia Banche: Dl Governo su recupero crediti, per Equita nuove regole non risolvono lo stock esistente

Banche: Dl Governo su recupero crediti, per Equita nuove regole non risolvono lo stock esistente

2 Maggio 2016 09:54
Il decreto del Governo per agevolare lo smaltimento dei Non performing loans (Npl) è stato passato al vaglio dagli analisti di Equita. Il giudizio della sim milanese contiene luci ed ombre: “il decreto contiene iniziative efficaci perché creano maggiori tutele per i creditori e riducono l’incentivo a comportamenti opportunistici dei creditori. Tuttavia secondo noi si tratta di novità non risolutive sullo stock dei crediti in essere“. Il decreto contiene inoltre novità sulle imposte anticipate (Dta), ovvero gli attivi derivanti dalle imposte iscritte in anticipo a bilancio legate ad esempio a perdite sugli impieghi, e sugli esuberi
Le novità principali sul recupero dei crediti deteriorati riguardano: l’introduzione del “Pegno non possessorio”, ovvero la possibilità per l’impresa di dare in pegno beni strumentali affiancando la garanzia immobiliare; l’introduzione del “Patto marciano” che prevede per i nuovi prestiti il passaggio della proprietà alla banca, senza passare per i tribunali, dell’immobile nel caso di 9 mesi di inadempimento di una rata; la possibilità di sostituire il curatore fallimentare che non rispetti i tempi delle procedure; la riduzione dei tempi di opposizione all’esecuzione per il debitore.
 
“Secondo noi difficilmente le nuove misure ridurranno a 6-9 mesi, come auspicato dal Governo, i tempi dei recuperi delle garanzie”, spiegano gli esperti ricordando che le nuove norme si applicano ai nuovi contratti e non a quelli esistenti
Per quanto riguarda le imposte anticipate (Dta), nel 2011 il Governo aveva emanato una norma secondo cui le Dta potevano essere computabili nel patrimonio di vigilanza (28% del CET1) e Bruxelles aveva aperto un’indagine per aiuti di Stato. “Per evitare questo rischio il Governo ha introdotto un’imposta annua dell’1,5% sulla differenza tra Dta e imposte dell’esercizio: in base ai nostri calcoli questa nuova tassa implica un costo cumulato nei prossimi tre anni di 1,1 miliardi di euro sul settore bancario (4% dell’utile)“, si legge nel report di Equita. 
Da segnalare, infine, che le banche con maggiore esposizione a Dta (Montepaschi e Banco Popolare) e con redditività più ridotta (Credito Valtellinese) sono più penalizzate, mentre a detta di Equita il Credito Emiliano e la Popolare di Sondrio sono quasi immuni.