Notizie Notizie Italia Avvio positivo per le Borse europee in scia a Wall Street. A Milano brilla Fiat Industrial

Avvio positivo per le Borse europee in scia a Wall Street. A Milano brilla Fiat Industrial

2 Febbraio 2011 08:32

Avvio in rialzo per le Borse europee, con un’estensione della risalita di ieri grazie alla performance positiva di Wall Street e Tokyo. Ieri la Borsa americana ha terminato la seduta in rialzo, con il Dow Jones che ha chiuso sopra la soglia dei 12.000 punti per la prima volta in due anni e mezzo e lo S&P sopra i 1.300 punti per la prima volta dall’agosto 2008. Gli investitori hanno accantonato i timori per le tensioni in Egitto, incoraggiati da molti fattori come alcune buone trimestrali, il rialzo del settore manifatturiero in gennaio e l’aumento delle vendite di auto nel primo mese dell’anno. Stesso copione per la Borsa di Tokyo che ha seguito la scia della Borsa americana e ha chiuso in netto rialzo: il Nikkei ha archiviato le contrattazioni a 10.457 punti con un rialzo dell’1,78%.


Come osserva questa mattina Ramin Nakisa, strategist di Ubs le Borse si sono scrollate di dosso le tensioni della crisi egiziana. “Abbiamo osservato un incremento dell’avversione al rischio da parte degli investitori in risposta agli eventi in Medio Oriente e in Nord Africa. Pensiamo che gli operatori non abbiamo reagito in maniera significativa agli eventi. Dopo qualche sell off, i mercati sono riusciti a stabilizzarsi tanto che riteniamo che non ci sarà ulteriore panico – segnala l’esperto – . La mancanza di reazioni estreme da parte delle Borse supporta la nostra view di confermare le posizioni nonostante le notizie che arriveranno dal Nord Africa”. Anche secondo gli esperti di Citi, l’Egitto resta un mercato interessante grazie alla crescita, alla liquidità delle sue banche e all’andamento demografico. E in ogni caso per gli analisti finanziari della banca americana è troppo tardi per vendere dopo i recenti cali.

 

La giornata in Europa sarà scandita dall’appuntamento con l’asta del Portogallo, che ha in agenda un’asta su titoli a 6 e 12 mesi. Le attese sono favorevoli: o paesi periferici hanno migliorato la loro posizione nei confronti del bund questa settimana con gli investitori fiduciosi che le nuove misure siano in grado di risolvere la crisi di debito di alcuni paesi. Sul fronte macroeconomico, gli operatori guardano a metà mattinata alla rilevazione di dicembre sui prezzi alla produzione nell’eurozona, su cui il consensus prevede un incremento di 0,7% su mese e del 5,2% su anno. Nel pomeriggio invece sarà la volta dell’indagine mensile Adp relativa agli occupati Usa del settore privato a gennaio. La mediana delle aspettative raccolte dall’agenzia Reuters ipotizza la creazione di 145.000 posti di lavoro dopo un dicembre record a +297.000.

 

A Londra il Ftse 100 scambia a 5.983 punti (+0,44%), a Francoforte Dax a 7.204 punti (+0,28%), a Parigi il Cac a 4.079 punti (+0,18%). Bene anche ad Amsterdam l’Aex a 367,53 punti (+0,11%) e a Lisbona il Psi a 20 7.915,43 punti (+0,09%). Il Ftse Mib ha debuttato con un rialzo dello 0,21% a 22.573 punti ed il Ftse All Share dello 0,19% a 23.166 punti. A Milano in primo piano Fiat all’indomani dei dati delle immatricolazioni di auto a gennaio, che hanno registrato un calo del 20,7%. Il gruppo Fiat ha accusato una flessione del 27,8%, con una quota di mercato scesa al 29,2%. Buone notizie dall’altra parte dell’Oceano dove Chrysler ha chiuso il mese di gennaio con vendite in crescita del 23%. In Brasile le vendite di auto e veicoli leggeri a gennaio sono invece scese del 36,3%. Fiat, di solito numero uno sul mercato brasiliano, ha venduto 46.625 unità (+3,1% rispetto a gennaio 2010), piazzandosi al secondo posto dopo Volkswagen. Mentre Fiat Spa si limita a un progresso dello 0,28% a 7,845 euro, scatta in avanti Fiat Industrial (+1,20% a 10,13 euro).

 

Settore bancario sotto i riflettori. Oggi gli analisti di Goldman Sachs hanno rimesso mano alle valutazioni sulle banche italiane. Mentre Mps (+0,05% a 0,915 euro) e Intesa Sanpaolo (+0,30% a 2,49 euro) sono poco mosse, è più dinamica Unicredit in guadagno dello 0,87% a 1,84 euro. In attesa di novità sul fronte CIB l’attenzione del mercato si concentra sul dossier Pioneer. Dopo le manifestazioni di interesse all’aggregazione Eurizon-Pioneer già espresse dal Presidente della Fondazione, Cariplo Guzzetti, e dal Presidente della Compagnia San Paolo, Aneglo Benessia, ieri è intervenuto sull’argomento anche il Presidente del Consiglio di Sorveglianza di Intesa Sanpaolo, Corrado Bazoli, che ha confermato che la banca sta valutando il progetto, ma che è bene non precorrere i tempi, lasciando ai manager operativi la valutazione delle potenzialità di tale operazione.

 

“A sbilanciarsi sulle opportunità aperte dall’aggregazione tra le due maggiori società di risparmio gestito italiane sono stati soprattutto i rappresentanti delle fondazioni azioniste di Intesa Sanpaolo. Di fatto rivelando e riflettendo l’interesse della politica a mantenere sotto il controllo italiano una rilevante fetta del risparmio domestico”, osserva Luca Comi di Centrosim. “Finora, tuttavia, non ci sono reazioni da parte di Unicredit, che sta da mesi studiando un’aggregazione per Pioneer e che ha avviato una gara che finora ha coinvolto asset manager controllati da banche estere – prosegue l’analista – . Le porte a un progetto di aggregazione domestica non sembrano chiuse, ma occorrerà valutare i prezzi offerti dalle varie controparti e l’emergere di eventuali problemi con l’autorità Antitrust, che dipenderanno dagli accordi commerciali, ai quali sono peraltro strettamente legate le opportunità di valorizzazione di Pioneer”.

 

Realizzi sui petroliferi dopo la volata della vigilia. Eni (-0,39% a 17,93 euro) e Snam (-0,19% a 3,912 euro) scambiano sotto la linea della parità, non Tenaris che cede lo 0,92% a 17,12 euro. Prende tempo per un respiro il greggio sui mercati asiatici, nonostante le tensioni della crisi egiziana continuino a rimanere sullo sfondo. Il Brent del Mare del Nord, che nella notte ha toccato quota 102 dollari al barile, si porta a quota 101,53 dollari in flessione di 19 centesimi. Mentre il contratto per consegna marzo del Wti invece corregge di 20 centesimi a 90,59 dollari.