Notizie Notizie Italia L’Egitto non frena le Borse europee. A Milano deboli le banche, Equita taglia stime Eps

L’Egitto non frena le Borse europee. A Milano deboli le banche, Equita taglia stime Eps

1 Febbraio 2011 12:51

Le Borse europee confermano i rialzi a metà giornata, nonostante la situazione in Egitto continui a destare preoccupazione. Dal Cairo è balenato l’ultimatum del leader dell’opposizione egiziana, Mohammed ElBaradei, lanciato tramite la tv satellitare al-Arabiya. “Il presidente Hosni Mubarak ha tempo fino a venerdì per lasciare il paese ed evitare uno spargimento inutile di sangue. Quella di venerdì sarà la giornata della sua cacciata – ha tuonato – speriamo che oggi l’esercito faccia come quello tunisino, che ha detto a Ben Ali di andarsene. Ma se oggi Mubarak non impara la lezione – ha aggiunto – ha al massimo fino a venerdì per lasciare il paese e permetterci di avviare il dialogo tra le forze politiche egiziane”. ElBaradei ha chiesto quindi che la manifestazione di oggi in piazza Tahrir sia pacifica.


In Europa arrivano invece le rassicurazioni di Standard & Poor’s, che ha confermato i rating sul debito sovrano della Spagna ad AA per il lungo termine e ad A-1+ per il breve con outlook negativo. “Le valutazioni sul merito di credito della Spagna riflettono l’economia moderna e relativamente diversificata del Paese, come pure la determinazione mostrata dal Governo nell’affrontare le grandi sfide, come dimostra la significativa accelerazione fin dal 2010 nel risanamento dei conti pubblici e nelle riforme strutturali”, spiega l’agenzia.  Sul fronte macro in mattinata è stato annunciato che il tasso di disoccupazione è rimasto stabile a dicembre, ma che il numero di persone senza lavoro è diminuito. La crescita dell’attività nell’industria manifatturiera, inoltre, ha accelerato nel mese di gennaio. In America, invece, oggi saranno resi noti i dati relativi alle costruzioni.


Così a Milano il Ftse All Share sale dello 0,79% e il Ftse Mib dello 0,81%, mentre Parigi mette a segno un progresso dello 0,9%, Londra dello 0,97% e Francoforte dello 0,99%. Sulle Borse europee sono gettonate le azioni del settore petrolifero (+1,5% il sottoindice stoxx 600), sostenute dall’impennata del prezzo del greggio con il Brent scambiato a 100 dollari al barile. A Piazza Affari Eni mette a segno un progresso del 2% e Saipem del 2,1%. Sono inoltre gettonate le Buzzi Unicem (+3,37%) che rimbalzano insieme al comparto del cemento, sotto pressione alla vigilia. Fuori dal paniere principale le Italcementi segnano un progresso di oltre il 3%, nonostante la forte esposizione della società in Egitto, dove viene registrato oltre il 15% del fatturato.


Deboli le azioni delle banche, fatta eccezione delle Intesa Sanpaolo che salgono dello 0,72% a 2,44 euro. Mps accusa una flessione del 2,42% a 0,907 euro sull’ipotesi che l’istituto possa avere allo studio un aumento di capitale. Gli analisti di Equita in un report fresco di stampa hanno rivisto le loro stime sul settore finanziario tricolore. “Abbiamo aggiornato le stime 2011-12 per tener conto dell’aumento del costo del funding. Nel biennio stimiamo scadenze (retail e istituzionali) per 79 e 59 miliardi”, spiegano gli analisti della sim milanese. “Per stimare l’impatto sugli utili di settore abbiamo ipotizzato che le banche si rifinanzino a spread superiori di 50-120 punti base utilizzando come proxy dell’aumento del costo del funding la differenza fra gli attuali livelli dei CDS senior a 3 anni contro la media del 2010. Ne risulta un impatto negativo mediamente del 2% sul NII 2011-12 e del 6% sull’utile netto”.
 
Neanche a dirlo le banche maggiormente penalizzate sono il Monte Paschi, danneggiata dal fatto che gli attuali livelli dei CDS sono sui massimi e Ubi, che deve rifinanziare un maggior ammontare di bond rispetto alle alte banche. “Abbiamo anche aggiornato le stime 2010 per tener conto del calo dei prezzi dei governativi domestici”, proseguono alla sim milanese. “Ne risulta un impatto negativo sul trading income di circa 800 milioni: si tratta di un impatto prevalentemente contabile dato che la maggior parte di questi titoli sono classificati come AFS e non hanno quindi impatto né sul conto economico né sui capital ratios”. Passando in dettaglio il settore, si scopre che per il taglio dell’Eps su Mps è stato nell’ordine del 16%, di conseguenza il target price è passato da 1,2 euro a 1,1 euro.


Per Intesa la revisione delle stime di utile 2011-2012 si è limitata a una sforbiciata rispettivamente del 2% e 5% con il target ridimensionato a 3,1 euro. Su Ubi Banca (-1,32% a 7,46 euro) le stime di Eps 2011-2012 sono state contratte del 14%, pertanto il prezzo obiettivo è slittato da 9,5 euro a 8,4 euro, mentre su Unicredit (invariata a 1,81 euro), su cui è stato individuato un target di 2 euro, la revisione delle stime di Eps  2011-12 è stata rispettivamente del 4% e del 5%.