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Auto elettriche, i dazi UE non spaventano i mercati. BYD in rally

13 Giugno 2024 15:30

I dazi UE sui veicoli elettrici cinesi non spaventano i mercati, anzi hanno scatenato il rally dei titoli del settore EV in Cina. Il titolo BYD quotato a Hong Kong ha chiuso in rialzo del 5% dopo aver raggiunto un picco del 9% nel trading intraday. La Commissione europea ha presentato dazi provvisori aggiuntivi dal 17% al 38% sui veicoli elettrici importati dalla Cina a partire da luglio, in aggiunta alla tariffa già esistente del 10%. Ma le tariffe sulle importazioni di auto elettriche dalla Cina sono state inferiori alle previsioni di mercato. Ma facciamo un passo indietro ed entriamo nel dettaglio del provvedimento della Commissione europea.

Commissione UE, dazi sulle EV cinesi dal 17 al 38%

La decisione è arrivata in seguito ad un’indagine della Commissione durata mesi sui sussidi statali cinesi per il settore e un mese dopo le imposte dell’amministrazione Biden del 100% sui veicoli elettrici cinesi importati negli Stati Uniti.

“Il nostro obiettivo non è chiudere il mercato europeo ai veicoli elettrici cinesi, ma garantire che la concorrenza sia leale”, ha affermato il vicepresidente della Commissione Europea con la delega al Commercio, Valdis Dombrovskis.

Bruxelles ha indicato dazi diversi per i singoli produttori: si va dal 17,4 per BYD, al 20% di Geely e al 38,1% per Saic. Saranno poi del 21% i dazi aggiuntivi per le case che hanno collaborato all’indagine, anche le grandi aziende europee che producono in loco.

BYD in rally dopo l’annuncio della CE

Bruxelles ha colpito la società cinese BYD con sede a Shenzhen con una tariffa aggiuntiva del 17,4%, la più bassa tra le tre società nominate dalla Commissione. BYD sostenuta dall’oracolo di Omaha, Warren Buffett, è tra le aziende cinesi nella migliore posizione per affrontare i dazi aggiuntivi. Questo grazie agli investimenti in fabbriche europee di veicoli elettrici in particolar modo in Ungheria, che le consente di produrre automobili localmente e ad elevati margini di profitto.

Gli analisti di Citi hanno affermato che l’aumento delle tariffe è “generalmente benigno” rispetto alle loro stime nel range 25%-30%. “Le tariffe punitive potrebbero avere un impatto sul settore dei veicoli elettrici, ma non farebbero deragliare la ripresa in corso della Cina”, scrivono in una nota gli analisti di Citi.

L’UE ha inoltre affermato che le aziende che non rispettano l’indagine anti-sovvenzioni, annunciata lo scorso settembre, saranno soggette di dazi aggiuntivi del 38%. Tra questi figura la società statale cinese SAIC, che domina la fascia bassa del mercato europeo dei veicoli elettrici attraverso il suo marchio MG.

Il gruppo con sede a Shanghai ha rimproverato la mossa della Commissione commentando così in una nota: “Facciamo affidamento sull’innovazione tecnologica, invece che sui sussidi governativi”. “La decisione sulle tariffe non solo è contraria ai principi dell’economia di mercato e alle regole del commercio internazionale, ma potrebbe anche avere un impatto negativo sulla stabilità della catena di fornitura automobilistica globale e sulla cooperazione economica e commerciale tra Cina e UE”.

Cina, EC in rally

Il produttore cinese di veicoli elettrici BYD, che è stato il miglior performer sull’indice Hang Seng, è balzato dell’8% nel trading intraday, ma ha ridotto i guadagni per attestarsi a circa il 6% a 233 dollari di Hong Kong a fine seduta. Il titolo Geely, che secondo l’annuncio della Commissione dovrà pagare delle tariffe sulle importazioni in Europa pari al 20%, inizialmente era in rialzo di circa il 4%, mentre le controparti Nio e Li Auto hanno visto le loro azioni salire con in maniera più moderata di circa l‘1,5%. Mentre SAIC, società sostenuta sostenuta dallo Stato ha perso l’1,5% nel corso della seduta.

La risposta di Pechino

Pechino in tutta risposta ha accusato l’Europa di protezionismo affermando che l’Ue “ha ignorato i fatti e le regole del World Trade Organization”, intervenendo contro un vantaggio ottenuto invece dalla Cina nei veicoli elettrici con la “concorrenza aperta”.

La Cina spera che l’Unione europea “riconsideri seriamente” i dazi aggiuntivi fino al 38% sui veicoli elettrici e smetta di spingersi oltre nella “direzione sbagliata”. Questo è stato il commento diffuso dall’agenzia statale Xinhua, Pechino ha inoltre evidenziato che “adotterà le misure necessarie per salvaguardare i propri interessi. Alla luce della loro struttura economica e delle loro dimensioni, la Cina e l’Ue trarrebbero miglior vantaggio da una collaborazione sulle principali questioni economiche e commerciali”. Per questo, “sarebbe più conveniente per l’Ue sfruttare i vantaggi della Cina per sviluppare la propria industria di veicoli elettrici”, si legge nel comunicato diffuso dall’agenzia cinese.

Secondo gli analisti di Citi la Cina “sembra destinata a reagire ma non a intensificare le tensioni”, poiché le tariffe considerate “benigne” potrebbero portare delle “ritorsioni contenute”.  “La chiave qui sarà il modo in cui la Cina reagirà a questo, e poi anche il modo in cui l’UE reagirà ad alcune di queste richieste da parte di società del settore come Tesla e Stellantis di riconsiderare le tariffe”, ha affermato Paul Triolo, partner per la Cina e responsabile della politica tecnologica di Albright Stonebridge.