Attenti di Draghi a Italia: debito pubblico elevato riduce sovranità nazionale. E Telegraph lancia alert credit crunch
Mario Draghi lancia un alert sul legame debito pubblico elevato -sovranità nazionale, mentre Ambrose Evans-Pritchard, esperto dell’Eurozona, lancia l’allarme credit crunch in Italia in un editoriale pubblicato sul quotidiano UK Telegraph.
Italia sempre più osservata speciale, a causa del rallentamento economico globale che inevitabilmente colpirà anche i suoi fondamentali. Non sono tuttavia solo le dinamiche esogene a rendere il Pil italiano più vulnerabile.
La spina nel fianco rappresentata dal debito pubblico elevato rende il paese ostaggio dei mercati, ed è questo il messaggio che il numero uno della Bce vuole trasmettere, laddove afferma che “un debito pubblico elevato riduce la sovranità nazionale di un Paese, perché l’ultima parola nel giudicare i conti pubblici è affidata ai mercati, istituzioni non elette, fuori dal controllo democratico“.
Chi rinnega l’importanza dello spread, insomma, o chi vede nello spread un’arma finanziaria puntata alle tempie dell’Italia dal mondo cattivo della speculazione, si rassegni.
Potrà anche continuare a strepitare, ma i mercati finanziari esistono. E, oltre a esistere, giudicano e puniscono chi ha i conti pubblici a rischio.
Con il discorso proferito nel corso di un’audizione parlamentare a Bruxelles, Draghi ha detto anche che “l’economia italiana è cresciuta e sta crescendo meno delle altre economie della zona euro”.
Qualcosa di positivo, tuttavia, è emerso dal suo discorso. Secondo il banchiere, è infatti troppo presto per valutare se il governo M5S-Lega dovrà varare una manovra correttiva, come ventilato da alcuni rumor nelle ultime settimane. A tal proposito, il ministro dell’economia Giovanni Tria l’ha esclusa del tutto, mentre il ministro per gli Affari europei Paolo Savona ha parlato addirittura di malattia mentale.
Draghi si è limitato a dire che il suo arrivo o meno “dipenderà tra le altre cose dal gettito fiscale“.
Più netta e fosca è la previsione che sull’Italia fa Ambrose Evans-Pritchard, esperto dell’Eurozona, in un editoriale pubblicato sul quotidiano britannico Telegraph.
L’esperto ha lanciato un avvertimento sul problema del credit crunch, a suo avviso sempre più evidente in Italia.
Come dimostrano i dati della Bce – ha scritto Evans-Pritchard – i prestiti totali che gli istituti di credito erogano alle aziende italiane non finanziarie continuano a ridursi a un ritmo accelerato dalla nascita del governo M5S-Lega.
Le banche stanno praticamente, se non chiudendo, comunque stringendo i rubinetti del credito, e c’è da dire che il rischio di un ulteriore peggioramento del credit crunch deriva anche dalle nuove richieste “draconiane” di capitali avanzate dalla Bce che arrivano, scrive l’esperto, quando l’Italia fa già fronte a una recessione tecnica.
Di conseguenza, l’Italia secondo Ambroise Evans-Pritchard rischia di scivolare in un vortice di recessione. Che sia un vortice o meno, al momento non è dato sapere. Certo, nel rivedere al ribasso le proprie stime sul Pil italiano, è stata la stessa Bankitalia, a fronte tra l’altro delle dichiarazioni del suo numero uno Ignazio Visco, che quel giorno ha sentenziato che è difficile crescere con un debito troppo alto.