Asia: tornano le vendite sui listini dopo avvertimento S&P. L’Australia taglia i tassi
Tornano le vendite sulle Borse asiatiche, dopo i recenti rialzi. La debolezza è dettata dai rinnovati timori per l’Eurozona dopo che l’agenzia Standard & Poor’s ha messo sotto osservazione i rating di ben 15 Paesi del Vecchio continente per un possibile downgrade. La bocciatura o meno dipenderà da quello che i leader europei decideranno al summit del prossimo 9 dicembre.
L’incertezza pesa anche sulle prospettive dell’economia globale, tanto che oggi la Reserve Bank of Australia ha deciso di abbassare i tassi di interesse di 0,25 punti portandoli al 4,25% dal precedente 4,50%. Si tratta della seconda volta in due mesi. Una mossa attesa dal mercato, ma che conferma la paura dei mercati dell’area Asia-Pacifico di un rallentamento globale.
La conferma arriva anche dall’Asia Development Bank. “La crescita è ancora forte ma i continui problemi sul debito sovrano in Europa e un’economia anemica negli Usa modererà i tassi di crescita dei Paesi emergenti dell’Asia orientale il prossimo anno – si legge nel rapporto diffuso oggi – Una profonda e prolungata recessione in Europa e in Usa potrebbe impattare gravemente i Paesi asiatici”. In questa direzione anche la revisione delle stime di Nomura sulla Cina. Oggi il broker giapponese ha abbassato le sue previsioni di crescita dell’economia del Dragone per il 2012 portandole al 7,9% dal precedente 8,6%.
In questo contesto, la borsa giapponese ha chiuso con l’indice Nikkei in calo dell’1,39% a 8575,16 punti. Male anche la piazza di Shanghai, dove l’indice Shanghai Composite ha tagliato il traguardo a 2325,9 punti, in ribasso dello 0,31%, mentre Hong Kong si appresta a chiudere con un -1,4%. Non va meglio il listino di Sydney che ha archiviato la seduta con un calo dell’1,37%. In territorio negativo anche Taiwan (-2%), Seoul (-1,04%) e Jakarta (-1,08%). I settori più colpiti dalle vendite sono stati il finanziario e quello dei materiali di base.