L’Asia estende la caduta, Bombay costretta a fermare le contrattazioni
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L’Asia ricomincia da dove si era fermata, anzi se possibile peggio. Tokyo ha chiuso la seduta odierna con una flessione dal 5,65%, mentre la Borsa indiana di Mumbai (la ex Bombay) e quella coreana di Seul sono state costrette a sospendere le contrattazioni per arginare perdite che nel caso dell’indice Sensitive indiano si avvicinavano agli 11 punti percentuali. In Australia Sidney ha archiviato la sessione in calo del 7,1%. Per Shanghai a circa un’ora dalla chiusura la perdita è nell’ordine dei 7 punti percentuali. Hong Kong ha chiuso in calo dell’8,9%. Tokyo ha replicato quanto fatto ieri dalle Borse europee, registrando la maggiore perdita dall’11 settembre 2001. In due giorni il ribasso del Nikkey è pari al 9,3%. Non sono positive nemmeno le indicazioni che arrivano per la riapertura dei mercati statunitensi. Il future sul Dow Jones è in calo di oltre 500 punti.
Ancora molto colpiti i finanziari della regione, su cui si stendono le ombre di un allargamento degli effetti della crisi subprime, ma anche i titoli degli esportatori, per la sempre più certa recessione negli Usa. In Giappone Toyota e Sony hanno peso circa il 7%.