Si annuncia un’altra seduta difficilissima per i bancari europei che stanno spingendo al ribasso tutti i listini continentali. Il Dax tedesco perde oltre il 3%, seguito dal Cac40 francese in calo del 2,85% e dal Ftse100 britannico che arretra del 2,17%. Contiene parzialmente le perdite Piazza Affari, dove il MIbtel segna un -1,63% e l’S&P/Mib cede l’1,7 per cento.
Le preoccupazioni per il settore bancario si fanno sentire soprattutto sul titolo Société Générale, che ha aperto le contrattazioni in calo di 5 punti percentuali sul riaccendersi di rumor di svalutazioni dopo che già venerdì per lo stesso motivo il titolo aveva archiviato la seduta in calo dell’8,24% a 85,34 euro. La scossa si sente anche in Italia dove il titolo Unicredit arretra del 3,2% a 5,155 euro (minimo a 5,1 euro), ma i danni sono maggiori vicino all’epicentro. Tutti i bancari francesi infatti arretrano con decisione. Bnp Paribas cede il 3,9% a 66,69 euro, Credit Agricole il 3,4% a 19,58 euro, Dexia il 5,6%, portando il Cac40 di Parigi a cedere il 2,9% dopo aver raggiunto nei primi minuti di contrattazione un calo del 3,5%. I problemi sono iniziati venerdì dopo che il governatore della Banca di Francia, Christian Noyer, in un’intervista all’Herald Tribune ha detto che il sistema bancario francese è ancora invischiato nel processo di deprezzamento degli attivi. Si sono poi diffusi rumor che vorrebbero SocGen esposta verso Ambac, uno dei maggiori assicuratori di bond statunitensi. Il titolo Ambac in cinque sedute ha perso settimana scorsa il 69%.
Ribassi superiori ai 4 punti percentuali interessano comunque molti finanziari nel continente, si va dai bancari Ing e Fortis agli assicurativi Swiss Re e Allianz. Tranne Unicredit tengono gli altri maggiori titoli bancari italiani. I titoli Banco Popolare e Popolari Unite sono sostanzialmente invariati, mentre IntesaSanpaolo arretra dell’1,4% a 4,875 euro (minimo a 4,835 euro) e Monte dei Paschi dell’1,1% a 3,21 euro (minimo a 3,12 euro).
La crisi subprime fa sempre più paura anche in Asia. Il quotidiano South China Morning Post ha infatti riportato indiscrezioni di fonte bancaria secondo cui Bank of China potrebbe annunciare svalutazioni significative dei suoi investimenti legati ai mutui subprime statunitensi. In agosto Bank of China aveva annunciato di detenere titoli originati da subprime per quasi 10 miliardi di dollari.