Apple: non solo fatturato giù per colpa Cina. Con caso FaceTime iPhone vede intaccata anche la sua reputazione

Il futuro di Apple dipenderà dalla sua capacità di innovarsi e di sfornare un prodotto o un servizio killer, di quelli che non si sono mai visti sul mercato: magari, evitando che si ripetano altri episodi che hanno sconvolto la comunità degli utenti di FaceTime, il servizio di Apple che consente ai clienti con dispositivi iOS e MacOS di effettuare chiamate o videochiamate.
La bomba FaceTime è esplosa sopra la testa di Apple proprio poche ore prima dell’annuncio dei risultati trimestrali.
Una grave falla ha permesso agli utenti di FaceTime di poter sentire la voce dell’interlocutore ancora prima che questi rispondesse.
Boom di critiche sui social, come dimostra il tweet dell’utente @BmMansk, che ha fatto fatica a nascondere i suoi timori: “Ora potete rispondere alle chiamate su FaceTime anche senza rispondere”.
Now you can answer for yourself on FaceTime even if they don’t answer?#Apple explain this.. pic.twitter.com/gr8llRKZxJ
— Benji Mobb™ (@BmManski) January 28, 2019
Indicativo il commento dell’altro utente, @Maningun:
“Non so cosa stia accadendo al software di Apple nell’ultimo anno. Apple è una società che conosce livelli di privacy più alti. Ma il bug di FaceTime sta compromettendo la privacy dei clienti, per cui sì, si spengano ora i server di FaceTime. Danneggiano la fiducia dei clienti.
I don’t know what’s wrong with apple software since last year.@Apple is company who knows for higher privacy. But the bug of #FaceTime Compromise there customer privacy,yes the #facetime servers now shutdown. It’s hurts there customer trust.
— Sourav Sil (@Maningun) January 30, 2019
E compaiono ovviamente anche i video che descrivono esattamente il caso, esploso dopo che il bug è stato scoperto da un 14enne e da sua madre.
Tra l’altro l’utente di Twitter @BEASTMODE, in contatto con la famiglia, ha reso noto di aver appreso dalla madre che un primo tentativo di allertare Apple sulla presenza del bug era stato effettuato dalla donna il 19 gennaio scorso.
Dopo vari tentativi conclusisi senza ricevere alcun supporto da Apple, la madre (un avvocato) ha inviato una email e un fax con una notifica formale ad Apple lo scorso 25 gennaio.
Another quick update. The teenager’s mother has confirmed to me that this was discovered on 1/19. After multiple failed attempts with Apple support, the mother (an attorney) emailed and faxed a formal notice to Apple on 1/25 (see this notice in my prior tweet)
— John H. Meyer (@BEASTMODE) January 29, 2019
Qui il tweet con i documenti inviati a Apple:
Quick facts from my call with the 14 year old’s mom:
– Yes, a 14 year old discovered this bug. He did so “around” Saturday, 1/19
– Mother is a local lawyer in AZ and sent a formal notice to Apple on 1/25
– That formal notice the mom sent to Apple on 1/25 is attached pic.twitter.com/RMbXp3huab
— John H. Meyer (@BEASTMODE) January 29, 2019
A seguito dell’ennesimo tentativo fallito del 22 gennaio scorso:
Here is another example of the mother reaching out to Apple again over email on Jan 22, after being ignored repeatedly leading up to 1/22. pic.twitter.com/aN52VqWewv
— John H. Meyer (@BEASTMODE) January 29, 2019
Il video-verità sul bug di FaceTime:
VIDEO: Here is a video, recorded & sent to Apple by a 14 yr old & his mom, on JAN 23rd, alerting them to the dangerous #FaceTime bug, that has threatened the privacy of millions. I’ve removed sensitive / private info on behalf of the mother (an attorney), whom I just spoke to. pic.twitter.com/YIBKXEP3mI
— John H. Meyer (@BEASTMODE) January 29, 2019
Apple alle prese con FaceTime e bilancio
Nessuno shock dai numeri della trimestrale, che si riferisce al primo trimestre fiscale del 2019 di Apple (trimestre terminato a dicembre). La doccia fredda c’era stata già lo scorso 2 gennaio, quando il numero uno Tim Cook aveva scioccato tutto il mondo, con un pesante warning sul fatturato.
Il titolo, in quella sessione, era stato attaccato dalle vendite, dopo che Cook aveva ammesso di prevedere per il primo trimestre fiscale del 2019 (quello i cui risultati sono stati diffusi, per l’appunto, ieri), un fatturato di $84 miliardi, valore molto più basso rispetto al precedente outlook di un giro d’affari compreso tra $89 e $93 miliardi. E valore molto più basso anche rispetto a quello atteso dagli analisti che, stando al consensus di FactSet, avevano previsto un fatturato di $91,3 miliardi.
Il titolo era stato sospeso anche per eccesso di ribasso.
Nell’arco di pochi minuti, era stata azzerata una capitalizzazione di $56 miliardi.
Gli smobilizzi avevano continuato ad assediare Apple nei giorni successivi, aggiungendosi alle perdite che l’azione aveva già subito negli ultimi mesi del 2018, e rendendo il superamento della soglia di $1 trilione, fino a $1,1 trilioni, un lontano ricordo.
Il valore di mercato del gruppo era sceso infatti sotto $700 miliardi, con una perdita dunque di $450 miliardi rispetto a quel picco.
Tutta colpa della Cina, con Tim Cook che aveva detto:
“Se è vero che avevamo previsto qualche sfida nei mercati emergenti chiave, non avevamo pensato all’intensità della decelerazione economica, soprattutto nella Grande Cina. Di fatto, la maggior parte della differenza rispetto alla precedente guidance, e più del 100% della nostra flessione delle vendite, a livello globale, su base annua, riguardano la Grande Cina, e le vendite di iPhone, Mac e iPad”.
Quell’alert è stato confermato dai numeri che sono arrivati ieri con la pubblicazione del bilancio. Numeri che hanno messo in evidenza che gli utili si sono confermati in linea con le attese, ma anche che il fatturato legato alle vendite di iPhone ha deluso le attese, seppur in misura lieve:
- L’utile per azione si è attestato a $4,18, rispetto ai $4,17 previsti dal consensus di Refinitiv.
- Il fatturato è stato di $84,3 miliardi, rispetto agli $83,97 miliardi attesi dal consensus.
- Nello specifico, il fatturato legato alle vendite di iPhone è stato pari a $51,98 miliardi, rispetto ai $52,67 miliardi stimati e decisamente inferiori ai $61,1 miliardi dell’anno precedente.
- Il fatturato relativo al business dei servizi è stato di $10,9 miliardi, contro i $10,87 miliardi stimati.
Il titolo ha reagito con un rialzo del 6% circa nelle contrattazioni dell’afterhours, attestandosi a $165: fattore che ha stupito non pochi analisti, visti i risultati sul fatturato legato alle vendite degli iPhone. E vista anche la guidance per il secondo trimestre fiscale, che corrisponde al primo trimestre di quest’anno.
Per il periodo, Apple prevede un fatturato complessivo compreso tra $55 miliardi e $59 miliardi, rispetto ai $58,83 miliardi previsti dagli analisti e ben al di sotto dei $64 miliardi che gli stessi analisti avevano stimato alla fine di dicembre. Il numero è inoltre decisamente al ribasso rispetto agli $84 miliardi archiviati nel suo primo trimestre fiscale.
Stavolta, tuttavia, il numero uno Tim Cook, pur ammettendo la propria delusione per il fatturato – si è trattato tra l’altro del primo calo del giro d’affari in un periodo di shopping festivo dagli attacchi dell’11 settembre del 2001 –ha mostrato un certo ottimismo, sottolineando che “i risultati dimostrano che la solidità sottostante al nostro business è profonda e ampia”.
La Cina si è confermata spina nel fianco del colosso. Le vendite riportate nel mercato della Grande Cina hanno inciso sul fatturato del gruppo, nel trimestre, per $13,2 miliardi, rispetto ai quasi $18 miliardi dello stesso trimestre fiscale dell’anno precedente.
Da segnalare che Apple ha pubblicato un bilancio basato su una nuova struttura, che ha reso pubblici i dati sul margine lordo dei segmenti dei prodotti e dei servizi, non riportando tuttavia i numeri sulle vendite delle unità di iPhone.
La nuova struttura di bilancio, annunciata a novembre, è stata lanciata per spostare l’attenzione dei mercati dai numeri dell’iPhone a quelli di altri business in cui Apple – identificata tuttora con l’iPhone – opera.
Per il primo trimestre in assoluto, il gigante ha così rivelato il margine lordo del segmento servizi, che si è attestato al 62,8%, in crescita rispetto al 58,3% dell’anno precedente.
Riguardo al trend del titolo, Apple ha perso il 27% negli ultimi tre mesi di contrattazioni, a fronte del +0,6% dell’indice Dow Jones.
Occhio al commento sul trend del titolo rilasciato da King Lip, responsabile strategist presso Baker Avenue Asset Management, intervenuto nella trasmissione “Squawk Box” della Cnbc, dopo la diffusione degli utili.
“Il titolo è conveniente, venduto a bassi multipli. E la ragione per cui a nostro avviso viene venduto a bassi multipli è la crescita dell’azienda, che si è indebolita”.
“Ci risulta molto chiaro – ha continuato l’esperto – che ormai il tasso di crescita storico a due cifre faccia parte del passato, almeno nel breve termine, e non sembra che ci sia alcun elemento catalizzatore che possa cambiare questo fatto”.
Cosa potrebbe giustificare un forte recupero dell’azione? Lip concorda sul fatto che la parola chiave è ‘innovazione’.
“Abbiamo davvero bisogno di qualcosa di simile a una Killer App o di un prodotto Killer che Apple sia capace di lanciare nei prossimi…6-12 mesi”