Apple inizia il 2019 lanciando warning fatturato. Gundlach: ‘Cose che capitano in un mercato orso’
Il 2019 è appena iniziato e il grande alert non si è fatto attendere: è quello lanciato da Apple, già reduce da un fine 2018 turbolento. Il colosso americano degli smartphone è stato costretto di fatto ad annunciare il taglio del proprio outlook sul fatturato del primo trimestre dell’anno. Motivo? Il rallentamento economico della Cina, provocato, tra le tante cose, soprattutto dagli effetti della guerra commerciale.
Non per niente, con l’indice Pmi scivolato in fase di contrazione per la prima volta in 19 mesi, la Cina è stata motivo dei sell off che si sono abbattuti sull’azionario globale anche nella giornata di ieri. (Wall Street è riuscita comunque a riprendersi nel finale anche se ora sta pagando l’l’effetto Apple).
Il gigante degli iPhone prevede ora per il primo trimestre dell’anno un fatturato di $84 miliardi, valore molto più basso rispetto al precedente outlook di un giro d’affari compreso tra $89 e $93 miliardi. Gli analisti, stando al consensus di FactSet, avevano previsto un valore di $91,3 miliardi.
Immediato l’impatto sul titolo. L’annuncio è arrivato alle 16.30 ora italiana, quando Wall Street aveva già chiuso ed erano iniziate le contrattazioni afterhours.
L’azione Apple è stata a quel punto sospesa per 20 minuti, per poi tornare a essere scambiata e perdere subito più dell’8%, scivolando a $145 rispetto ai $158 della chiusura della sessione di ieri, pari a una perdita di capitalizzazione di $56 miliardi.
Lo shock sui mercati è stato tale da provocare addirittura un flash crash sul forex, a danno in particolare dei rapporti di cambio tra dollaro Usa e yen e dollaro australiano e yen.
Immediata la spiegazione che il guru dei mercati Jeffrey Gundlach ha dato al warning di Apple:
“E’ il tipo di cose che accadono in un mercato orso”, ha detto il gestore e fondatore dell’hedge fund DoublineLine Funds, che gestisce asset per un valore superiore ai $120 miliardi, in una email spedita alla Cnbc.
Sempre alla Cnbc, lo scorso 17 dicembre, aveva detto: “Sono ben sicuro che questo sia un mercato orso”.
Così Tim Cook, l’amministratore delegato di Apple, ha spiegato la decisione di sforbiciare l’outlook sulle vendite.
“Il nostro fatturato sarà inferiore rispetto alla guidance originale”. Il motivo, è “il fatturato legato alle vendite dell’iPhone più basso di quanto anticipato, soprattutto nella Grande Cina (dunque sia nella Cina continentale incluse Hong Kong e Taiwan)”.
“Se è vero che avevamo previsto qualche sfida nei mercati emergenti chiave, non avevamo pensato all’intensità della decelerazione economica, soprattutto nella Grande Cina. Di fatto, la maggior parte della differenza rispetto alla precedente guidance, e più del 100% della nostra flessione delle vendite, a livello globale, su base annua, riguardano la Grande Cina, e le vendite di iPhone, Mac e iPad“.
Ancora, nel comunicato si legge che “l’economia cinese ha iniziato a rallentare nel secondo semestre del 2018, con la crescita del Pil riportata dal governo che, nel corso del trimestre di settembre, è stata la seconda più bassa degli ultimi 25 anni”.
“Noi riteniamo che il contesto economico in Cina sia stato ulteriormente colpito dalle tensioni commerciali con gli Stati Uniti. A fronte di un clima di crescente incertezza che ha pesato sui mercati finanziari, gli effetti hanno colpito anche i consumatori, con il traffico nei nostri punti vendita e presso i nostri partner in Cina che è sceso nel corso del trimestre. I dati di mercato mostrano inoltre che la contrazione del mercato degli smartphone nella Grande Cina è stata particolarmente forte”.
Riguardo al mercato orso di cui parla Gundlach, c’è da dire che lo S&P 500 dovrebbe scendere di oltre il 20% dal suo record per rientrare nella definizione di bear market. Dal crollo della vigilia di Natale, l’indice ha recuperato un po’ terreno, ma rimane in flessione del 15% rispetto ai massimi.