Apple mai così bene dai tempi di Jobs, record in Borsa grazie a tregua dazi
E’ tregua sui dazi tra Cina e Usa e i mercati hanno passato tutta la giornata di ieri assaporando la possibile intesa in arrivo da Washington. Mini-intesa poi puntualmente arrivata con la stretta di mano tra il vice premier cinese Liu He e il presidente americano Donald Trump. Gli Stati Uniti rinunciano all’aumento dei dazi dal 25 al 30% su 250 miliardi di export cinese previsto per metà ottobre. E non partiranno neanche gli aumenti fissati per il 15 dicembre su 160 miliardi di dollari e legati a telefonini, pc, tablet e videogiochi.
Scongiurato quindi il rischio di gravi ricadute sull’econimia Usa in corrispondenza con l’avvio della stagione degli acquisti natalizi. Tra i maggiori beneficiari della schiarita i colossi della telefonia a partire da Apple che ieri ha festeggiato toccando i nuovi masimi storici in Borsa. Il titolo è arrivato fino a 237,64 dollari per poi chiudere a 236,21 dollari (+2,66%) e nuovo record di capitalizzazione a 1.067 miliardi di dollari appaiandosi a Microsoft come le uniche due società oltre il trilione di capitalizzazione.
Quotazioni Apple quintuplicate con Cook al comando
Apple a questi livelli vale cinque volte il prezzo del 2011 quando Tim Cook fu scelto come nuovo ceo al posto dello storico fondatore Steve Jobs. Al momento il titolo Apple segna un +50% circa da inizio anno che se confermato nei prossimi 2 mesi e mezzo porterebbe a chiudere il miglior anno dal 2010, ossia dai tempi in cui c’era ancora Steve Jobs al comando.
A spingere le quotazioni di Apple in questa prima parte di ottobre anche la notizia riportata da Nikkei Asian Review secondo cui Apple avrebbe chiesto ai propri fornitori di incrementare di circa il 10% la produzione di iPhone 11 (e 11 Pro), grazie ad una domanda superiore alle stime soprattutto per quanto riguarda i modelli più economici.