Angeloni (Bce): “nozze via maestra”. Le opzioni: da Carige Italia a ‘Carige Francia’? O fusione Mps?
Le nozze sono la via maestra per il futuro di Banca Carige: parola di Ignazio Angeloni, membro della Vigilanza della Bce, che commenta il caso della banca ligure, una “banca di importanza fondamentale per il tessuto economico regionale”, nel corso di un’intervista rilasciata al Sole 24 Ore. A tal proposito, tre sarebbero secondo il quotidiano La Repubblica le big in lizza per salvare l’istituto ligure, commissariato la scorsa settimana dalla Bce, dopo il no all’aumento di capitale da parte dell’assemblea degli azionisti (determinante l’opposizione della famiglia Malacalza, che sembra però aver aggiustato il tiro, stando almeno a quanto risulta dalla nota diramata qualche giorno fa).
I big in lizza per salvare Carige, sarebbero secondo La Repubblica UniCredit, Carispezia e Ubs.
In particolare, la banca guidata da Jean-Pierre Mustier “potrebbe decidere di intervenire rilevando Carige”. Non sono escluse però altre strade, “a cominciare dall’aggregazione con un’altra banca che ha già subito un percorso di salvataggio pubblico, Monte dei Paschi di Siena”.
“Unirne i destini potrebbe essere una scelta condivisa anche dal governo – scrive il quotidiano – Da più parti si torna a fare il nome di un altro grande gruppo italiano, Ubi, che però sull’argomento si è sempre dichiarato freddo. Torna ciclicamente anche il nome di Banco Bpm, con cui un paio d’anni fa venne abbozzato un contatto a cui non fu però dato alcun seguito. Ma potrebbe anche arrivare un gruppo straniero a prendere in mano i destini di Carige. Tradizionalmente vicina alla storia di Carige è la Francia“.
E’ qui che potrebbe entrare in gioco Carispe, che fa capo a Credit Agricole. Ma potrebbe farsi avanti anche la Cassa di Parma e Piacenza. In questo modo i francesi di Credit Agricole, rilevando Carige, “unirebbero tutta la Liguria del credito”.
Carige potrebbe far gola anche ad un altro nome importante del sistema bancario made in Francia, ovvero a Bnp Paribas.
“Attenzione infine al soggetto scelto per andare a caccia di possibili alleati – conclude la Repubblica – La Carige a guida Modiano- (l’ex AD e ora commissario straordinario Fabio) Innocenzi ha affidato agli svizzeri di Ubs il mandato esplorativo per la ricerca dei pretendenti. E se alla fine fosse la stessa Ubs a farsi avanti? Dal colosso svizzero proviene Fabio Innocenzi (ex ad di Ubs Italia) e il gruppo potrebbe affiancarsi alla banca dei liguri non solo come “cacciatore di alleati”, ma come prescelto”.
Intanto, intervistato dal Sole, Ignazio Angeloni ha chiarito la posizione della vigilanza della Bce, accusata in Italia da più parti di essere ricorsa a un vero e proprio golpe finanziario, prendendo il controllo della banca ligure.
Angeloni ha confermato che il “mandato iniziale dato agli amministratori è di tre mesi, prorogabile”. Aggiungendo:
“La Bce ha nominato gli amministratori straordinari, ma non si sostituisce né a loro né agli azionisti. Spetta agli organi decisionali della banca trovare le soluzioni migliori per la banca stessa”.
Insomma: “spetta agli amministratori e agli azionisti scegliere la via più opportuna nell’ambito del percorso di risanamento. Per quanto ci riguarda, il prossimo passo sarà stabilire per Carige, come per tutte le altre banche che vigiliamo direttamente, i requisiti patrimoniali da soddisfare nel 2019“.
Detto questo, il banchiere italiano sottolinea quanto ripetuto più spesso dalla intera vigilanza della Bce: ovvero, che l’opzione preferita, una volta messi in sicurezza i requisiti patrimoniali della banca, è l’aggregazione, alias le nozze con un altro istituto.
Bisognerà vedere se il governo M5S-Lega accetterebbe una soluzione francese per l’istituto, che si tratti dell’opzione Credit Agricole o dell’altra ventilata di BNP Paribas. Vittorio Malacalza ha già fatto parte del Cda di Carispe in passato e il suo gruppo è molto attivo proprio alla Spezia, come ricorda La Repubblica.