Angela Merkel in partenza per la Cina in cerca di un sì all’acquisto di debito europeo
Bisogna che il debito europeo stia molto a cuore al cancelliere tedesco Angela Merkel: come riporta il settimanale alemanno Der Spiegel, nei prossimi giorni si rechierà fino in Cina, seguita da non meno di sette ministri e da diversi uomini d’affari, con l’intento più o meno esplicito di convincere i capi dello Stato e del governo di Pechino Wen Jiabao e Hu Jintao ad investire in bond del Vecchio Continente.
La missione cinese di Angela Merkel in realtà è orientata soprattutto a questioni economiche più domestiche: il cancelliere dovrà infatti discutere su come rafforzare le partnership commerciali già forti con il Celeste Impero, visitare l’impianto cinese di assemblaggio di Airbus e cercare di ottenere per quest’ultima un corposo ordine di velivoli A320. Durante una cena con i rappresentanti del mondo finanziario locale, inoltre, la Merkel dovrebbe discutere della questione del cambio del renminbi, chiedendo a Pechino una maggiore flessibilità per agevolare la partnership delle due economie.
Probabile, comunque, che tra le diverse questioni sul tavolo, il cancelliere tedesco voglia spendere la propria autorità di rappresentante del Paese che tiene i cordoni della borsa in Europa per sollecitare dagli amici di Pechino anche un aiuto spendibile sul piano delle politiche europee sul debito. La Germania si trova infatti tra l’incudine e il martello, ovvero tra la necessità di un intervento della Bce sul mercato dei bond europei e l’opposizione a ciò proveniente dalla Bundesbank. Sul tema, anche il premier italiano Mario Monti – che proprio oggi incontrerà il cancelliere tedesco – dalle pagine odierne del Sole 24 ore ha ammonito la Germania facendo notare che ostacolare la Banca Centrale Europea nell’acquisto di debito sovrano alla lunga potrebbe rivelarsi un boomerang. “L’attuale configurazione degli spread – spiega Monti al quotidiano economico italiano – determina in Germania un’elevata crescita dell’offerta di moneta M3 alla quale si associano tassi d’interesse artificialmente bassi, prezzi crescenti delle obbligazioni e pressioni verso l’alto dei prezzi degli altri asset inclusi quelli immobiliari”, con un potenziale inflazionistico poco desiderabile sia per la Bce che per il governo di Berlino.
Forse Pechino potrebbe agevolare una terza via, se si decidesse ad acquistare i bond dei Paesi periferici: ecco perchè la Merkel, dall’alto della sua autorità, ha interesse a far notare gli alti tassi di Bonos e Btp, dipingendoli come investimenti attraenti e ideali per i facoltosi pechinesi, che così spesso hanno affermato di volersi impegnare nel sostegno all’Europa.
Bisogna però capire quale tipo di sostegno intendano dare i cinesi. Finora li abbiamo visti molto impegnati nel rilevare aziende occidentali – ed anche europee – il cui valore fa gola al Celeste Impero, ma quando si chiede di acquistare il debito disastrato dell’Europa periferica non si è ancora visto nessun atto concreto. Nulla al di là di quel “sì” tipico della lingua cinese che non significa “si, faremo ciò che chiedete” ma “sì, abbiamo inteso cosa volete dire”. Ma – si sottintende – non vuol dire che sarete accontentati. Dal suo viaggio Angela Merkel di sicuro porterà casa un “sì” cinese: sì, ma di che tipo?
Bisogna però capire quale tipo di sostegno intendano dare i cinesi. Finora li abbiamo visti molto impegnati nel rilevare aziende occidentali – ed anche europee – il cui valore fa gola al Celeste Impero, ma quando si chiede di acquistare il debito disastrato dell’Europa periferica non si è ancora visto nessun atto concreto. Nulla al di là di quel “sì” tipico della lingua cinese che non significa “si, faremo ciò che chiedete” ma “sì, abbiamo inteso cosa volete dire”. Ma – si sottintende – non vuol dire che sarete accontentati. Dal suo viaggio Angela Merkel di sicuro porterà casa un “sì” cinese: sì, ma di che tipo?