Amplia il calo Piazza Affari dopo oltre tre ore e mezza di contrattazioni, con il Ftse Mib che cede l’1,03%. A spingere in giù il listino sono soprattutto i titoli bancari dal Banco Popolare (-2,9%) e Bpm (-2,51%) a Intesa sanpaolo (-2,35%), Mediolnum (-1,82%) Mps (-1,99%) e Unicredit (-1,79%). Sul comparto incide la crisi del debito pubblico irlandese, con il rendimento dei titoli di stato decennali emessi da Dublino all’8,28%, mentre i tecnici di Ue, Bce ed Fmi si trovano in visita per il secondo giorno consecutivo e il governatore della Banca centrale d’Irlanda si è detto pronto a ricevere prestiti per “decine di miliardi di euro”.
Eppure i gestori guardano già oltre: dall’ultimo sondaggio mensile condotto da Morningstar fra le principali case d’investimento italiane ed estere è emerso il ritorno dell’ottimismo sui mercati in vista del rally di fine anno. La percentuale di gestori ottimista sull’Europa ha toccato i massimi dall’inizio dell’anno (70%). I fund manager, però, sono convinti che la volatilità sarà più elevata rispetto a Wall Street a causa del rischio sul debito sovrano di alcuni Paesi periferici.
Wall Street è in cima alle preferenze con il 90% dei consensi, seguito da Europa e Asia con il 70%. Due sono i fattori che sosteranno l’azionario: la politica monetaria espansiva della Federal Reserve e, come per l’Europa, i risultati aziendali, in particolare di quelle società che esportano verso i mercati emergenti. La Borsa nipponica è quella che raccoglie i minori consensi. Il 55% dei gestori prevede un rialzo nei prossimi sei mesi, contro il 30% che si attende una discesa dei corsi. Tokyo continua a soffrire la forza dello yen nei confronti del dollaro e dell’euro, che penalizza le esportazioni.
Gli ottimisti, però, mettono l’accento sulla politica espansiva della Banca centrale. Il 70% dei gestori prevede che le Borse asiatiche continueranno a salire nei prossimi sei mesi, sulla scia della crescita economica. Gli intervistati non sembrano molto preoccupati delle misure cinesi per raffreddare l’espansione. Qualche timore in più desta, invece, l’inflazione. Eventuali correzioni di questi mercati sono considerate un’opportunità per entrare in modo graduale, tenendo però conto che le valutazioni dei titoli sono elevate.