Notizie Notizie Mondo Amazon, Berkshire, Jp Morgan: accordo tra titani per un colosso dell’healthcare

Amazon, Berkshire, Jp Morgan: accordo tra titani per un colosso dell’healthcare

30 Gennaio 2018 15:28

Un accordo tra tre giganti della Corporate America, che non è stato preso affatto bene dalle società del settore healthcare. Amazon, Berkshire Hathaway e JP Morgan Chase hanno annunciato un piano volto a offrire servizi di healthcare ai loro dipendenti Usa.

I tre colossi uniranno le loro forze per combattere quello che Warren Buffett, numero uno di Berkshire, ha definito un “affamato verme solitario”, che banchetta ai danni dell’economia americana: la sanità. O meglio, i costi sanitari.

I rumor che circolavano da mesi su un possibile sbarco di Amazon nel settore healthcare si sono rivelati così fondati.

Tremano le società attive nel comparto dei servizi sanitari e la paura viene fiutata in Borsa.

Express Scripts Holding e CVS Health segnano ribassi fino a quasi -7% così come, a essere colpiti dalle vendite, sono i titoli delle compagnie assicurative attive nel settore sanitario Cigna e Anthem.

Bloomberg fa notare che, sebbene la nuova società risultante dall’accordo di partnership offrirà servizi solo allo staff americano dei tre gruppi, la notizia è rilevante, in quanto conferma l’intenzione di Amazon di far sentire la propria presenza anche in questo comparto, oltre che in quello retail, dove diverse aziende minori hanno dovuto chiudere i battenti, in quanto incapaci di far fronte alla competizione del colosso.

Così, in un comunicato, il numero uno e fondatore di Amazon, Jeff Bezos, ha commentato l’iniziativa:

“Per quanto possa essere difficile, varrà la pena ridurre il peso dell’healthcare sull’economia e, al contempo, migliorare la situazione dei dipendenti e delle loro famiglie. Per avere successo, ci sarà bisogno di esperti di talento, di un approccio da principianti, e di un orientamento di lungo termine”.

Da Amazon, Berkshire e JP Morgan dipende il destino – e la salute, è il caso di dirlo – di 1,2 milioni di persone. A tanto ammonta, infatti, la forza lavoro complessiva dei tre titani che, stando ai dati compilati da Bloomberg, hanno una capitalizzazione di mercato combinata di $1,6 trilioni.

“Il continuo lievitare dei costi dell’healthcare agisce sull’economia americana come un verme solitario  – ha detto per l’appunto il ceo di Berkshire, Warren Buffett – Il nostro gruppo non intende dare risposte a questo problema, ma non accetta neanche che una situazione del genere sia inevitabile. Piuttosto, condividiamo l’opinione secondo cui, mettere le nostre risorse a disposizione dei migliori talenti del paese potrà, nel tempo, contribuire a controllare la crescita dei costi sanitari e a concorrere a rafforzare la soddisfazione e le condizioni dei pazienti”.

Mentre Jamie Dimon, amministratore delegato di JP Morgan Chase, si è così espresso:

“Quando si tratta della sua salute, la nostra gente vuole trasparenza, conoscenza e controllo. Le nostre tre società hanno risorse straordinarie, e il nostro obiettivo è creare soluzioni che vadano a beneficio dei nostri dipendenti Usa, delle loro famiglie e, potenzialmente, di tutti gli americani”.

Semplificare il sistema attraverso tecnologie ad hoc sarà il primo obiettivo del nuovo gruppo.

Tre top dirigenti, ciascuno di ogni società, assumeranno la guida del progetto: Todd Combs di Berkshire, Marvelle Sullivan Berchtold di JP Morgan e Beth Galetti, vice direttore generale di Amazon.

Bloomberg fa notare che la spesa sanitaria ha pesato sull’economia Usa per circa il 18%, una percentuale molto più alta che in altri paesi avanzati. Nonostante gli sforzi volti a tagliare i costi, diversi studi suggeriscono che, negli Stati Uniti, dottori e ospedali continuano a offrire troppi servizi; tanto che, da un sondaggio sulle prospettive dei medici che è stato pubblicato lo scorso anno nella rivista PLOS One, è emerso che, in media, i dottori stimano che il 20% delle cure sia superfluo, e che superflui siano praticamente un quarto dei test, un quinto delle prescrizioni mediche e più di uno su ogni 10 interventi.