Notizie Notizie Mondo Alta tensione in mercato interbancario Usa, Fed interviene di nuovo. Mai così da tempi bui Lehman Brothers

Alta tensione in mercato interbancario Usa, Fed interviene di nuovo. Mai così da tempi bui Lehman Brothers

20 Settembre 2019 09:09

Occhi puntati sul mercato interbancario Usa: l’allarme liquidità non rientra, sebbene la Fed di Jerome Powell stia continuando a iniettare nuovi fondi alle banche americane. Per capire cosa sta accadendo negli Stati Uniti, è bene rispolverare alcune nozioni.

Intanto, il mercato interbancario può essere considerato come una grande stazione di servizio in cui le banche si riforniscono di liquidità, per l’esattezza di fondi che sono necessari per le operazioni overnight e/o di breve-brevissimo termine.

In generale, le autorità bancarie richiedono infatti alle banche di detenere un ammontare adeguato di asset liquidi, cash in primis, per non trovarsi impreparate di fronte all’eventualità di una corsa agli sportelli da parte dei clienti. Le banche devono dunque rispettare alcuni target di liquidità: nel caso in cui non ci riescano, devono ricorrere al mercato interbancario, e farsi prestare fondi da altre banche, che magari dispongono di asset liquidi in eccesso o superiori ai limiti richiesti.

Queste ultime prestano i loro fondi nel mercato interbancario, ricevendo in cambio interessi.

Il tasso interbancario applicato a queste transazioni dipende, tra i vari fattori, dalla liquidità presente nel mercato. Tra i tassi interbancari più noti, si citano il tasso sui fed funds (negli Usa), il Libor (Regno Unito) e l’Euribor (in Eurozona).

Questi tassi tendono a salire in situazioni di contrazione di liquidità, note anche come credit-crunch.

Determinati eventi possono drenare il cash presente nel mercato interbancario, provocando un’impennata di richieste di liquidità dalle banche più in difficoltà: l’offerta scarsa e la domanda elevata di prestiti da parte degli istituti provoca l’impennata di questi tassi, che sono noti anche come tassi repo.

Quando i tassi schizzano verso l’alto a livelli insostenibili – in quanto troppo onerosi per le banche – il mercato interbancario può ‘congelarsi’, come si dice in gergo, e le banche rimangono praticamente a secco di fondi.

Cosa sta succedendo nel mercato interbancario Usa

Ora, quanto sta accadendo negli States è l’intervento, per la prima volta dalla crisi finanziaria globale del 2007-2008, della Fed nel mercato interbancario.

La Federal Reserve di Jerome Powell è stata costretta a intervenire sul mercato interbancario americano anche ieri, iniettando fondi di emergenza a favore delle banche per 75 miliardi di dollari.

Simili interventi erano stati lanciati lunedì 17 settembre – con una iniezione di 53 miliardi – e martedì 18 settembre- con fondi di emergenza da 75 miliardi, a causa dell’impennata dei tassi repo, che aveva fatto scattare verso l’alto anche i tassi sui fed funds.

In particolare, lunedì scorso la Fed di New York è stata costretta a intervenire con una iniezione di 53,2 miliardi di dollari.

L’intervento si è reso necessario, in quanto il balzo imprrovviso dei tassi repo ha avuto un effetto domino sullo strumento principale di politica monetaria della Fed, ovvero sui tassi sui fed funds, che sono schizzati fino al 2,25%, al top del range fissato da Powell & Co (che lunedì era ancora pari al target compreso tra il 2 e il 2,25%, prima del taglio annunciato mercoledì, al nuovo range compreso tra l’1,75% e il 2%) a seguito del taglio dei tassi operato lo scorso luglio.

I tassi repo sono scattati lunedì di ben +250 pb, fino al 4,750%. L’alert liquidità è suonato poi quando i tassi sono arrivati a volare fino al 10%. A quel punto, la Fed di New York è stata costretta a intervenire e ha lanciato il cosidetto Qe lite.

Idem nella giornata di martedì, quando i finanziamenti erogati dalla Banca centrale Usa, sempre a causa di tensioni presenti nel mercato interbancario, sono stati pari a $75 miliardi.

Con l’operazione di ieri, giovedì 19 settembre- avvenuta con una iniezione sempre di $75 miliardi, questa settimana la Fed è intervenuta sul mercato interbancario assicurando una liquidità totale di $203 miliardi.

Sebbene la stampa americana abbia parlato di una situazione di panico, diversi economisti ricordano che episodi del genere possono verificarsi anche per fattori contingenti non necessariamente gravi, e spiegano che l’impennata dei tassi si è verificata in questi casi per la concomitanza di alcuni eventi, come le scadenze fiscali, che hanno portato le aziende a ritirare la loro liquidità dal sistema drenando così fondi dal mercato monetario, così come, anche, l’emissione di diversi Treasuries Usa, che ha aumentato l’offerta di bond, facendo salire i tassi. Ma c’è chi sottolinea come gli episodi non dimostrino altro come la Fed di Jerome Powell stia perdendo sempre di più il controllo sui tassi di interesse a breve termine.