Alleanza anti-Opec per le rinnovabili, ecco a cosa servirebbe un cartello dei paesi green
La Cop27 di Sharm el-Sheikh ha offerto negli ultimi scorsi spunti interessanti. Per l’Italia il neo ministro dell’Ambiente, Gilberto Pichetto Fratin, ha palesato la voglia di affrontare la sfida di arrivare al 100% di energie rinnovabili. Nel frattempo il ministro – che in Egitto ha incontrato l’inviato Usa per il clima, John Kerry – indica nel breve l’ambizione di arrivare a 7, o anche 10, gigawatt autorizzati rispetto ai 5,5 di fine agosto. Numeri ben maggiori rispetto ai soli 1,5 gigawatt di nuovi impianti del 2021.
La logica di un’alleanza green anti-Opec
Nella sfida per contrastare il climate change è emersa anche una posizione molto forte da oltremanica per mettere insieme una sorta di grande alleanza “anti-Opec” composta da paesi fortemente attivi sulle energie rinnovabili. A proporre questa contro-alleanza green contro i paesi leader nella produzione di combustibili fossili è stato Ed Miliband, segretario ombra ai cambiamenti climatici del partito laburista britannico. Un’alleanza per energia pulita che porterebbe i paesi coinvolti a cooperare per reperire componenti a prezzi più bassi, promuovere l’espansione dell’energia eolica, solare e altre forme di energia a basse emissioni di carbonio e potenzialmente condividere o esportare elettricità attraverso reti connesse.
Danimarca, Paesi Bassi, Austria, Portogallo, Costa Rica e Kenya sono i potenziali partner del Regno Unito con i Labour che si impegnano a produrre elettricità a basse emissioni di carbonio al 100% entro il 2030. Il leader laburista, Keir Starmer, ha promesso di revocare l’attuale divieto di parchi eolici onshore, che offrono la forma più economica di energia rinnovabile. Le modifiche al sistema di pianificazione sotto David Cameron hanno in effetti impedito la costruzione di nuovi parchi eolici onshore nel Regno Unito dal 2015. Nel programma dei laburisti c’è anche lo stop alle concessioni di nuove licenze di petrolio e gas nel Mare del Nord, mentre l’attuale governo conservatore prevede di concedere più di 100 licenze di sviluppo ed esplorazione.
Oggi è più economico salvare il pianeta che distruggerlo
“Questa potenziale alleanza per l’energia pulita è come un anti-Opec – ha detto Miliband – . Dico anti-Opec perché l’Opec è un cartello, un gruppo di paesi che lavora insieme per mantenere alti i prezzi. Questo sarebbe un modo in cui i paesi si uniscono per essere l’avanguardia e dire: “Forniremo energia pulita e contribuirà a ridurre i prezzi, non solo per noi ma per gli altri”.
Il crollo del prezzo delle energie rinnovabili nell’ultimo decennio è stata “la più grande fonte di ottimismo che tutti dovremmo avere” sulla crisi climatica. “Ora è più economico salvare il pianeta che distruggerlo”, taglia corto Miliband in un’intervista al Guardian.
La posizione sul nucleare
I laburisti vogliono anche tre nuove centrali nucleari, in linea con il parere della commissione per il cambiamento climatico. La generazione di energia dalla biomassa dovrebbe essere “attentamente esaminata”, ha promesso, per garantire che sia sostenibile dal punto di vista ambientale ed economicamente sostenibile.
Miliband ha accusato il governo UK di comportarsi come “camaleonti climatici”. I conservatori sono tornati al fracking, hanno proposto una nuova miniera di carbone, hanno concesso nuove licenze di petrolio e gas, hanno dato agevolazioni fiscali ai combustibili fossili e hanno mantenuto il divieto di eolico onshore,
Il nuovo primo ministro UK, Rishi Sunak, inizialmente ha snobbato il vertice Cop27 e impedito a re Carlo di partecipare, per poi ricredersi e andare a Sharm el-Sheikh per un giorno. Sunak “semplicemente non capisce questo ordine del giorno. Non capisce che è il futuro, che questo è il futuro della nostra economia”, sono state le parole dure di Miliband nel corso dell’intervista al Guardian prendendo poi di mira anche i dubbi sugli obiettivi Net Zero avanzati dai Tory. “Ciò significa che stiamo dicendo che vogliamo continuare con più combustibili fossili sporchi e costosi per il nostro sistema energetico, non energia rinnovabile più ecologica e più economica”.
Oltre a puntare al 100% di energie rinnovabili entro il 2030, il partito laburista punta a istituire una società energetica nazionale di proprietà pubblica, GB Energy, e un fondo patrimoniale per investire in tecnologie verdi e posti di lavoro verdi.