Notizie Notizie Mondo Al via il processo contro Google. Ecco cosa potrebbe cambiare

Al via il processo contro Google. Ecco cosa potrebbe cambiare

11 Settembre 2023 16:20

Domani avrà inizio il tanto atteso maxi processo del governo americano contro Google, uno scontro legale che si prospetta lungo, compless0, e il cui esito potrebbe rimodellare la piattaforma di internet.

Intanto, a Wall Street il titolo Alphabet si trova sulla parità a quota 136 dollari ad azione.

L’accusa dell’Antitrust

Il processo che inizierà a Washington il 12 settembre segna il culmine di due cause legali contro Google avviate nel 2020 durante l’amministrazione Trump. In particolare, il Dipartimento di Giustizia americano, insieme ad alcuni Stati americani, hanno accusato Google di aver abusato della sua posizione dominante nella ricerca online. Questo avrebbe danneggiato la concorrenza in quanto secondo l’accusa, Google avrebbe stretto diversi accordi commerciali con alcuni operatori wireless, oltre che produttori di smartphone, che hanno reso la ricerca di Google l’opzione predefinita o addirittura esclusiva su alcuni prodotti.

“Google paga miliardi di dollari ogni anno ai distributori, inclusi produttori di dispositivi popolari come Apple, LG, Motorola e Samsung per essere la modalità di ricerca predefinita come motore di ricerca”, ha dichiarato il Dipartimento di Giustizia.

Di conseguenza, secondo il Governo americano, “Google possiede o controlla effettivamente i canali di distribuzione delle ricerche che rappresentano circa l’80% delle query di ricerca generali negli Stati Uniti”. Ma non solo, l’accusa sostiene anche che il sistema operativo Android di Google tratta con i produttori di device in ​​modo anticoncorrenziale, in quanto richiedono alle aziende produttrici di smartphone di preinstallare altre app di proprietà di Google, come ad esempio Gmail, Chrome o Maps. Ecco che questi elementi rappresentano una preoccupazione per l’Antitrust americana la quale avverte che il comportamento di Google potrebbe minacciare l’innovazione futura o l’ascesa di un successore di Google.

Dal canto suo Google sostiene di non aver commesso nessun abuso, affermando che i consumatori preferiscono i suoi strumenti perché sono i migliori e non perché è stata limitata in qualche modo illegale la concorrenza. Teniamo presente che proprio l’attività di ricerca di Google ha permesso alla società di Mountain View di raggiungere una capitalizzazione di mercato di oltre 1,7 trilioni di dollari.

Adesso Google è pronta a difendersi in tribunale in un processo che si preannuncia tutt’altro che semplice e che potrebbe ribaltare il modo in cui Google distribuisce agli utenti il suo motore di ricerca. Da questo punto di vista, secondo Kent Walker, presidente degli affari globali di Google, “le persone non usano Google perché sono obbligate, lo usano perché lo desiderano“. Inoltre, sempre secondo Walker al giorno d’oggi “è facile cambiare il motore di ricerca predefinito“, e questo sarebbe il motivo per cui le accuse dell’Antitrust dovrebbero cadere secondo i vertici della società.

Il caso di Microsoft

Gli esperti legali hanno descritto le presunte violazioni di Google come il più grande caso di monopolizzazione dal caso di Microsoft.

Quello che andrà in scena nelle prossime settimane (e che durerà circa 10 settimane) è infatti un processo epocale e quasi senza precedenti dato che l’unico caso simile risale proprio alla fine degli anni ’90, quando Microsoft fu accusata di abuso di posizione dominante dal governo americano. In quella occasione, Microsoft fu citata in giudizio dopo aver imposto di default il suo browser (ormai estinto) Explorer come motore di ricerca per i clienti del suo celebre sistema operativo Windows. Ecco che in quest’ottica il processo contro Google presenta tutte le carte in regola per cercare di colmare un vuoto legale che si protrae da oltre due decenni.

Le possibili conseguenze del processo

Questo primo processo a Google si concentra solo sulla presunta monopolizzazione da parte di Google delle ricerche, ma se il Dipartimento di Giustizia vince la causa, potrebbe addirittura cercare di separare l’attività di ricerca di Alphabet da altri suoi prodotti, tra cui Android e Google Maps. Ecco che un simile risultato sarebbe il più grande scioglimento forzato di un’azienda statunitense dallo smantellamento di AT&T nel 1984.

Tuttavia, indipendentemente dal risultato, come segnalano alcuni analisti, il processo ha il potenziale per essere dannoso e controproducente non solo per Google ma anche per i suoi più importanti partner commerciali a partire da Apple, i cui dirigenti saranno costretti a testimoniare e le cui e-mail verranno esaminate attentamente.

Nonostante Google abbia siglato numerosi accordi commerciali, quello con Apple rimane il più importante, in quanto la loro collaborazione è nata ben 18 anni fa con la società di Cupertino che ha reso Google il motore di ricerca predefinito per i suoi device.

Per quanto riguarda il mercato europeo, Google per cercare di accontentare l’autorità europea, Google nel 2019 aveva lanciato una “schermata di scelta”, consentendo così agli utenti di selezionare il proprio motore di ricerca preferito da un elenco invece di essere predefinito su Google.