A tutta idrogeno: i motivi di tanta ‘frenesia’ e i risvolti in tema di investimenti
Tutti pazzi per l’idrogeno. Un comparto che si è messo in luce nel corso del 2020 sui mercati e si candida ancora ad essere uno dei protagonisti. Rappresenta uno dei grandi trend green del futuro che sta sempre più attirando l’attenzione degli investitori. Lo scorso luglio su questo fronte è intervenuta anche la Commissione europea indicando la sua strada green futura verso l’energia pulita. In particolare, per raggiungere la neutralità climatica entro il 2050 l’Europa deve trasformare il suo sistema energetico, responsabile del 75 % delle emissioni di gas a effetto serra dell’UE. La strategia dell’UE per l’integrazione del sistema energetico e quella per l’idrogeno getteranno le fondamenta per un settore dell’energia più efficiente e interconnesso, orientato al duplice obiettivo di un pianeta più pulito e di un’economica più forte. Uno scenario analizzato ancora una volta da Simon Webber, gestore del fondo Schroder ISF Climate Change Equity di Schroders che qualche mese fa aveva definito “l’idrogeno un grande potenziale al servizio della transizione”. Questa volta la sua analisi è partita dai motivi che hanno fatto scattare tutta questa frenesia per l’idrogeno.
Frenesia per l’idrogeno? A caccia dei motivi
“L’energia rinnovabile può decarbonizzare la generazione di energia, e lo farà, ad esempio nel settore automotive. Ma queste tecnologie non saranno così disponibili per l’aviazione, la navigazione, i veicoli commerciali, la produzione di acciaio o di fertilizzanti. In tutte queste industrie vitali sembra che sarà necessario l’idrogeno, o almeno che l’idrogeno sarà una delle soluzioni più praticabili”, afferma l’esperto spiegando che l’idrogeno può essere bruciato in un motore a combustione o in una caldaia per il trasporto e il riscaldamento, usato per alimentare una cella a combustibile per il trasporto o il riscaldamento o usato come agente di riduzione del ferro per fare acciaio. Può anche essere utilizzato come agente di stoccaggio dell’energia usando l’energia solare in eccesso in estate per produrre idrogeno, che può poi essere immagazzinato e riconvertito in elettricità per l’uso in inverno. Tutti questi processi hanno emissioni di CO2 nulle o molto più basse delle alternative attuali.
Al momento l’idrogeno è già usato in alcuni processi industriali su larga scala, come la raffinazione del petrolio e la produzione di ammoniaca e fertilizzanti azotati. Tuttavia, se l’idrogeno sprigionerà il suo potenziale in questi nuovi mercati finali del riscaldamento, dell’industria, del trasporto e dello stoccaggio di energia, i volumi di produzione e consumo di idrogeno potrebbero aumentare di 7-10 volte rispetto ai livelli attuali.
E affrontando la questione affiora un quesito: quanto potrebbe essere grande il mercato dell’idrogeno verde? Secondo l’esperto di Schroders l’ago della bilancia è la capacità dell’industria del gas naturale di convincere la classe politica che la cattura e lo stoccaggio del carbonio sono una soluzione praticabile. In teoria, produrre idrogeno dal gas naturale e poi immagazzinare la CO2 nel sottosuolo potrebbe rimanere competitivo in termini di costi con l’idrogeno prodotto da fonti rinnovabili. “Attualmente, però, nessuno lo sta facendo, e persistono i problemi legali e ambientali legati allo stoccaggio di decine di miliardi di tonnellate di CO2 sottoterra”, aggiunge Webber, secondo il quale “i costi dell’idrogeno derivato da fonti rinnovabili scenderanno drasticamente, spinti dalle economie di scala e dai costi sempre più bassi delle energie rinnovabili, e questo rende abbastanza probabile, a nostro avviso, che l’idrogeno verde sovrasti l’idrogeno derivato dai fossili tra 10 anni. Dato che l’idrogeno verde è solo l’1% del mercato dell’idrogeno oggi, il potenziale è enorme“.
Fattore investimenti
Ci sono poi tutti i risvolti da considerare per questa transizione in tema di investimenti. Da Schroders affermano che ci saranno opportunità per le aziende energetiche e le società di ingegneria industriale per costruire e gestire tutti i nuovi impianti di idrogeno verde, Ma secondo Webber, forse la più semplice opportunità di business e di investimento sarà la crescita che avverrà a livello delle aziende che potranno catturare il mercato delle attrezzature per tutti i nuovi elettrolizzatori che verranno distribuiti. “Le vendite di attrezzature per elettrolizzatori sono un mercato davvero minuscolo oggi, con solo circa 250 milioni di dollari di ricavi nel 2020 – argomenta l’esperto -. Arrivare al quantitativo di idrogeno verde necessario per decarbonizzare tutte queste industrie a livello globale richiederebbe un mercato annuale di elettrolizzatori più vicino ai 25 miliardi di dollari negli anni di picco della costruzione”. Detto questo, in questo contesto, il fatto che ci sia solo una manciata di operatori leader di elettrolizzatori oggi rende questo settore molto interessante, in quanto potrebbero sì esserci alcuni nuovi arrivi, ma la tecnologia non è semplice e gli operatori consolidati stanno rapidamente formando alleanze e relazioni clienti con sviluppatori e gruppi energetici. Questo darà loro economie di scala e li aiuterà a ridurre i costi.