Analisi BRI: Cina, Hong Kong e Canada le più a rischio di crisi banche. Italia si salva
Alert BRI (Banca dei Regolamenti Internazionali) su Cina, Hong Kong e Canada, tra le economie che sono più a rischio di soffrire una crisi bancaria. L’allarme è stato lanciato sulla base di alcuni indicatori che vengono compilati dalla banca delle banche centrali, la Banca dei Regolamenti Internazionali.
“Al momento gli indicatori confermano la crescita dei rischi in diverse economie”, hanno scritto gli analisti Inaki Aldasoro, Claudio Borio e Mathias Drehmann, nell’ultimo rapporto trimestrale pubblicato domenica.
L’analisi ha dato risultati sorprendenti, stando a quanto fa notare Bloomberg: l’Italia non è stata considerata, per esempio, economia a rischio di crisi bancarie, nonostante le difficoltà rappresentate dalla lenta crescita del prodotto interno lordo e dalle banche ingolfate dal crediti deteriorati (NPL).
Riguardo al Canada – la cui economia è cresciuta nel 2017 al tasso più veloce dal 2011 – il BRI ha fatto riferimento alle minacce rappresentate dagli elevati debiti e dal ricorso alle carte credito da parte dei consumatori, che avrebbe raggiunto il limite.
Sulla Cina, nonostante l’avvertimento, l’istituzione ha fatto notare che un indicatore chiave del rischio, rappresentato dalla differenza tra il rapporto tra il credito e il PIL e il suo trend di lungo termine, ha mostrato un miglioramento: tale fattore potrebbe indicare che il governo di Pechino sta facendo progressi nel ridurre i rischi presenti nel settore finanziario.
L’indicatore chiave è sceso infatti dal 28,9% del marzo del 2016 al 16,7% nel terzo trimestre del 2017, al minimo dal 2012.
La tabella mostra i paesi considerati più a rischio di crisi bancarie a seconda del trend di alcuni indicatori stilati dalla BRI.
Tornando alla Cina, dal report è emerso anche che le banche cinesi hanno presentato al terzo trimestre del 2017 asset finanziari transfrontalieri per un valore di $2 trilioni circa.
Visto che i prestiti che Pechino eroga sono principalmente in dollari Usa, in termini assoluti ciò significa che gli istituti sono il terzo principale fornitore di dollari Usa al sistema bancario internazionale.